
Scandalo referti. Marsala, nove mesi di attesa per scoprire di avere un cancro

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Si allunga l'elenco di casi, scandalosi, di pazienti della provincia di Trapani che hanno dovuto attendere mesi e mesi per avere l'esito di un esame istologico. Mesi di attesa, per poi scoprire di avere un cancro.
A Marsala, una donna di 79 anni ha dovuto attendere nove mesi per ricevere il referto di un esame istologico che ha rivelato una diagnosi drammatica: carcinoma uroteliale non papillare ad alto grado, con infiltrazione alla vescica e metastasi. Un verdetto che lascia poche speranze e che è arrivato con un ritardo tale da compromettere ogni possibilità di cura tempestiva.
L’anziana - come racconta il GdS - era stata operata il 30 maggio 2024 all’ospedale Paolo Borsellino di Marsala, dove i medici avevano eseguito una isteroscopia, un esame diagnostico per analizzare l’interno della vescica e dell’utero. Già in quella sede, l’équipe aveva notato qualcosa di sospetto e aveva deciso di prelevare campioni di tessuto per l’esame istologico. Il quesito diagnostico era chiaro: “K vescica muscolo invasivo? Metastasi?”.
Tuttavia, il responso non è arrivato in tempi ragionevoli. A preoccupare i medici incaricati del caso è stata proprio la lunga attesa per il referto, che ha spinto la famiglia della paziente a rivolgersi a laboratori privati. Solo allora sono stati effettuati 38 campioni istologici, inviati successivamente all’ospedale di Caltagirone per l’analisi.
Un ritardo che pesa sulla sanità trapanese
Il caso della donna marsalese si inserisce in un quadro allarmante per la sanità trapanese: attualmente, oltre 170 casi sarebbero ancora in attesa di referto all’Anatomia patologica dell’Asp di Trapani. Il problema dell’accumulo di esami istologici arretrati è ben noto e riguarda anche altre strutture sanitarie della provincia, nonostante alcune convenzioni stipulate con laboratori privati per smaltire il carico di lavoro.
Nel frattempo, la paziente marsalese, consapevole della gravità della sua diagnosi, ha scelto di rimanere anonima, ma ha voluto denunciare pubblicamente la vicenda: “Non mi fermerà niente e nessuno. C’è chi si tirerà indietro, chi si accorderà, ma io andrò fino in fondo. E se non potrò io, ci sarà la mia famiglia a lottare per me”.
Un problema che si ripete
Il dramma della donna marsalese non è un caso isolato. Anche un uomo di 47 anni, operato di appendicite lo scorso 17 luglio, ha ricevuto il referto solo otto mesi dopo, l’11 marzo 2025. Un’attesa inaccettabile per chi ha bisogno di una diagnosi veloce per avviare un percorso di cure.
Croce verso le dimissioni?
Intanto la gestione dell’Asp di Trapani è al centro di uno scontro politico. Dopo lo scandalo dei ritardi nella diagnosi dei tumori, Palazzo d’Orleans starebbe spingendo per le dimissioni del manager Ferdinando Croce, con l'obiettivo di evitare una lunga e complessa procedura di rimozione.
La richiesta arriva in particolare da Fratelli d’Italia, che ha avviato un pressing per convincere Croce a fare un passo indietro. Il presidente della Regione, Renato Schifani, ha già aperto un procedimento sanzionatorio nei suoi confronti, ma il percorso potrebbe richiedere molto tempo, mentre la crisi della sanità trapanese continua a far discutere.
Secondo le accuse mosse al manager, le lunghe attese per gli esami istologici, in alcuni casi superiori ai nove mesi, sarebbero la prova di una gestione inefficace del sistema sanitario locale. Nel frattempo, si parla già di possibili sostituti e della necessità di un nuovo assetto per rilanciare la sanità in provincia di Trapani.
La vicenda sta creando tensioni politiche all’interno della maggioranza regionale, con Fratelli d’Italia che insiste per una riorganizzazione immediata e con Schifani che cerca di evitare conflitti interni troppo evidenti.

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