Si celebra oggi la XIII Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, dedicata ai disturbi del comportamento alimentare (DCA).
Promossa per la prima volta nel 2012 dall’Associazione “Mi Nutro di Vita”, l’iniziativa parte da un padre, Stefano Tavilla, che ha perso la figlia Giulia a soli 17 anni in lista d’attesa per ricovero in una struttura dedicata alla bulimia proprio il 15 marzo.
Nel 2018 la Presidenza del Consiglio ha istituito la Giornata Nazionale dedicata ai Disturbi Del Comportamento Alimentare.
I dati
In Italia non esistono dati ufficiali sui disturbi della nutrizione ma sulla base di vari studi epidemiologici, si stima che circa 3,5 milioni di persone siano state colpite da anoressia nervosa, bulimia, disturbo da alimentazione incontrollata o da uno degli altri disturbi alimentari.
Le donne ne soffrono in misura maggiore rispetto agli uomini, si è pure abbassata l'età di insorgenza. Le prime diagnosi arrivano già a 8-9 anni.
I dati diffusi dalla Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Sinpia) ci dicono che i disturbi come anoressia e bulimia colpiscono tra l’8% e il 10% delle ragazze e tra lo 0,5% e l’1% dei ragazzi. Negli ultimi anni, si è registrato un aumento dei casi in età precoce, con diagnosi già a partire dagli 8-9 anni.
Tra i soggetti affetti da disturbi della nutrizione e dell’alimentazione:
il 36% riceve una diagnosi di anoressia;
il 21,9% è colpito da bulimia.
Lo studio
La rivista internazionale Nutrients ha pubblicato un importante studio sui disturbi alimentari. L’anoressia nervosa colpisce circa l'1% della popolazione italiana con una prevalenza del 90% tra le donne. Lo studio è stato condotto dal Centro per la cura dei disturbi alimentari di Villa Miralago (Varese) e dall'Università di Milano, viene evidenziata l'importanza di considerare marcatori chiave come peso, indice di massa corporea, massa grassa, massa magra, massa cellulare corporea, angolo di fase e marcatori di idratazione nel percorso di riabilitazione nutrizionale dei pazienti con anoressia nervosa. I disturbi alimentari in aumento si diffondono tra adulti e giovani. I dati dello studio mostrano la necessità di pianificare in modo dinamico e personalizzato l’assunzione di calorie e proteine, per garantire il recupero del peso ma anche per migliorare la composizione corporea.
I risultati sono il frutto della ricerca di Ileana Terruzzi, professore associato in scienza dell’alimentazione dell’Università degli Studi di Milano e responsabile della convenzione con Villa Miralago, ed Eugenia Dozio, responsabile nutrizione di Villa Miralago, centro di eccellenza del sistema sanitario nazionale nella cura dei disturbi alimentari.
I dati del Bambin Gesù di Roma
Secondo i dati diffusi dal Bambin Gesù il 90% dei pazienti sono donne, ma il numero di uomini colpiti è in crescita. Nella fascia di età 12-17 anni, i maschi rappresentano il 20% dei casi.
Esordio sempre più precoce
Negli ultimi anni, l’età di insorgenza dei disturbi alimentari si è abbassata fino agli 8-9 anni. Il fenomeno potrebbe essere legato a:
l’anticipazione della pubertà, soprattutto nelle bambine;
l’uso crescente dei social network, che espongono i giovani a modelli di bellezza spesso irraggiungibili.
Intervento multidisciplinare
A causa della loro multifattorialità, i disturbi alimentari necessitano della collaborazione di specialisti provenienti da diverse aree mediche, tra cui:
psichiatri;
pediatri;
psicologi;
dietisti;
specialisti in medicina interna.
Riconoscere i sintomi del disturbo
-Anoressia nervosa: caratterizzato da una rilevante perdita di peso da parte della persona che ne soffre, accompagnata da un rifiuto di alimentarsi regolarmente e da una paura intensa di ingrassare
-Ortoressia nervosa: patologia caratterizzata dall’ossessione patologica riguardo al consumo di cibi sani e naturali, ritenuti dalla persona cibi “puri”.
-Vigoressia: patologia caratterizzata dalla eccessiva attenzione che il soggetto pone allo stato della muscolatura del proprio corpo. Il soggetto tende ad avere una percezione distorta del proprio corpo e, nonostante spesso presenti un fisico muscoloso, a percepisrsi eccessivamente gracile, debole o poco muscoloso.
-Sindrome da alimentazione notturna: è una patologia che al suo interno racchiude una particolare combinazione di tre disturbi psicologici; ovvero di un disturbo dell’alimentazione, di un disturbo del sonno e di un disturbo dell’umore.
-Bulimia nervosa: disturbo del comportamento alimentare caratterizzato da ricorrenti abbuffate (ingestione di grandi quantità di cibo) e da condotte di eliminazione/compenso (frequentemente il vomito autoindotto).
-Disturbo da alimentazione incontrollata: un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato da ricorrenti comportamenti di abbuffata.
-Vomiting: disturbo alimentare che si configura un’ossessione/compulsione basata sul piacere del mangiare e vomitare.
Nello specifico, il Vomiting consiste principalmente nell’utilizzo del rituale del vomito auto-indotto, dopo avere consumato il pasto.
DCA e rapporto con i social
Si tratta di strumenti che possono favorire la socialità ma possono anche fungere da fattori predisponenti, in cui emerge la magrezza come canone di bellezza e perfezione.
Non vanno colpevolizzati ma costituiscono un fattore di diffusione dei disturbi alimentari. I social hanno creato, attraverso molti utenti, una cultura sempre più idealizzata dei corpi perfetti, quelli magri.
Accanto a questi profili però ci sono i “profili Recovery”, amministrati da chi sta attraversando o ha attraversato un disturbo del comportamento alimentare e decide di condividere la propria vita attraverso i social.
Il numero verde
Si tratta di un servizio attivo dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 21.00, è totalmente gratuito e viene garantito all’utente l’anonimato. Il numero ha copertura nazionale.
Per chamare SOS Disturbi Alimentari basta digitare l’800180969. Dall’altra parte del telefono c’è personale formato dedicato.
La storia
L’associazione no profit Animenta, che si occupa di disturbi dell’alimentazione, racconta le storie di donne e uomini che hanno attraversato il tunnel dei DCA.
Benedetta è stata anoressica, ancora oggi lotta la sua battaglia col cibo: “Guardo gli altri mangiare un pezzo di panettone, una manciata di castagne dopo cena, sereni, senza pensarci. Li vedo prendere la pasta dalla pentola senza bilancia, senza contare, e mi chiedo: come fanno? Eppure, qualche passo avanti l’ho fatto. Ora riesco a uscire a cena, a sedermi a un tavolo con gli amici, a dire “sì” a un invito che prima avrei rifiutato. Ogni boccone è una sfida, ogni piatto che non posso controllare mi crea ansia”.
Benedetta racconta la sua ossessione per il peso: “Ricordo la bilancia. La gioia malata che provavo nel vedere quel numero scendere sempre di più. Ogni volta che la lancetta calava, mi sentivo forte, invincibile. Come se stessi vincendo una sfida contro me stessa, contro il mondo, contro la morte. Non mi rendevo conto che, in realtà, stavo perdendo. Perché vivere con i disturbi alimentari non è vivere. È morire, poco a poco, ogni giorno. I disturbi alimentari ti possono uccidere, lentamente…So che ci vorrà tempo. So che ci saranno ancora giorni difficili, momenti in cui la paura sarà più forte di me. Ma so anche che posso farcela. Ho già fatto tanto e ogni passo avanti conta, anche se a volte mi sembra invisibile. Un giorno, spero, il cibo tornerà a essere quello che era da bambina: vita, energia, piacere. E quel giorno, so che mi riconoscerò di nuovo. Non con paura, ma con orgoglio. Perché quel giorno non starò solo sopravvivendo: starò davvero vivendo. Perché oggi non voglio più sfidare la vita. Voglio viverla”.