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14/03/2025 06:00:00

 Caso Ustica: la ferita ancora aperta. La Procura di Roma chiede l'archiviazione dell'ultima inchiesta

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Il mistero della strage di Ustica sembra destinato a restare senza colpevoli. La Procura di Roma ha chiesto al Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) l'archiviazione dell'ultima inchiesta avviata nel 2008, dopo le dichiarazioni dell'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Una richiesta che lascia un senso di amarezza e delusione tra i familiari delle vittime e nell'opinione pubblica, che da oltre quarant'anni attende risposte definitive su una delle pagine più oscure della storia italiana.

Una tragedia senza giustizia

Era la sera del 27 giugno 1980 quando il volo DC-9 Itavia, partito da Bologna e diretto a Palermo, scomparve improvvisamente dai radar e precipitò nel Mar Tirreno, tra le isole di Ponza e Ustica. A bordo vi erano 81 persone, tra cui 11 bambini, che persero la vita in quella che divenne una delle più grandi sciagure aeree della storia d'Italia. Le cause della tragedia rimasero avvolte nel mistero per decenni, tra ipotesi di cedimento strutturale, bomba a bordo, collisione e, infine, l'ipotesi più accreditata: un missile sparato nel contesto di una battaglia aerea tra caccia militari. Quest'ultima teoria è stata confermata da diverse sentenze civili che hanno stabilito la responsabilità dello Stato italiano per non aver garantito la sicurezza dei cieli.

L'ultima inchiesta e la richiesta di archiviazione

Nel 2008, nuove dichiarazioni dell'ex presidente Cossiga riaccesero l'attenzione sul caso, portando all'apertura di un'indagine giudiziaria per fare luce sulla presenza di aerei militari stranieri nei cieli di Ustica quella notte. L'inchiesta ha visto la Procura di Roma impegnata in decine di rogatorie internazionali, soprattutto verso Francia e Stati Uniti, e nell'acquisizione di nuove testimonianze. Tuttavia, la mancata collaborazione di questi paesi ha reso impossibile individuare con certezza la nazionalità dei caccia coinvolti e, di conseguenza, attribuire responsabilità precise. La recente richiesta di archiviazione della Procura romana sancisce, dunque, l'ennesima battuta d'arresto per le indagini. Sebbene lo scenario della battaglia aerea rimanga l'ipotesi più probabile, non è stato possibile identificare gli autori materiali dell'abbattimento dell'aereo.

Il dolore e delusione dei familiari

La notizia della richiesta di archiviazione ha suscitato un'ondata di amarezza tra i familiari delle vittime. Daria Bonfietti, presidente dell'Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica, ha espresso il suo dolore e la sua delusione: "Per i nostri morti che non hanno ancora avuto completa giustizia e per i tanti anni di indagini e sforzi che non hanno portato alla verità." Le sue parole riflettono il sentimento di chi, dopo oltre quarant'anni di battaglie legali e richieste di trasparenza, si trova ancora di fronte a un muro di omertà e reticenza da parte delle istituzioni internazionali.

Le ipotesi e i misteri irrisolti

Le teorie su cosa sia accaduto quella notte si sono susseguite nel corso degli anni. Se inizialmente si pensò a un problema tecnico o a un attentato terroristico con una bomba a bordo, le indagini successive e le analisi peritali esclusero queste ipotesi. Nel 1999, il giudice Rosario Priore, nella sua istruttoria, concluse che l'aereo era stato coinvolto in uno scenario di guerra aerea e abbattuto da un missile. Tuttavia, non si riuscì a identificare l'autore dell'attacco. Un altro elemento che alimenta il mistero è il ritrovamento, pochi giorni dopo la strage, di un caccia libico MIG-23 precipitato sulle montagne della Sila, in Calabria. Secondo alcune teorie, il jet libico sarebbe stato abbattuto la stessa sera del DC-9 Itavia, rafforzando l'ipotesi di una battaglia aerea tra forze militari occidentali e libiche nei cieli italiani.

Un caso ancora aperto nella memoria collettiva

Nonostante le sentenze civili abbiano riconosciuto le responsabilità dello Stato italiano nel mancato controllo dello spazio aereo, la giustizia penale non è riuscita a individuare colpevoli. L'archiviazione dell'ultima inchiesta rappresenta, per molti, l'ennesima sconfitta nella ricerca della verità su Ustica. Resta il dolore dei familiari delle vittime e il monito che questa tragedia non venga dimenticata. La memoria di Ustica continua a vivere attraverso il Museo della Memoria a Bologna e le battaglie legali che, seppur senza colpevoli, tengono viva la richiesta di giustizia.

 



EA2G | 2025-03-02 08:55:00
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