
Sanità, l'Asp di Trapani nella bufera: tra ritardi e giochi di potere

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Maria Cristina Gallo non è solo una malata oncologica, è una donna che a 56 anni si trova in bilico tra la vita e la morte. Iniziamo a chiamare le cose con il loro nome. Una per una. Una donna che ha atteso 8 lunghi ed esasperanti mesi prima del verdetto che l’ha consegnata ad un cancro al quarto stadio in metastasi, con chemioterapia presso il centro tumori di Milano. Preoccupazione e fatica si alternano nella vita di una insegnante, che non chiede nemmeno punizioni ma che la sanità in provincia di Trapani provi a non essere distratta. Una chiamata alle armi, che in sanità equivale ad alto senso del dovere, senza sosta e con costanza, sabato e domenica incluso. Perché è così che lavora chi deve risolvere delle emergenze.
Incontinenza politica
Oltre dieci sono stati i giorni in cui la batteria social e quella dei comunicati stampa si è tramutata, non in vera e aderente ricostruzione dei fatti, ma tiro contro l’altra parte politica. Riuscendo a fare quello che, sempre, riesce a fare meglio: non fare capire niente ai cittadini, non risolvere nulla e accusare l’altra metà del campo politico. Raffica di dimissioni richieste, ogni comunicato un linciaggio. Sono riusciti in quello che mai avrebbero dovuto fare: strumentalizzare un caso, delicato e vergognoso.
Lo hanno fatto a sinistra come a destra. Perché, oltre il caso Gallo, c’era e c’è un piano politico dello scontro, che riguarda pure l’equilibrio del centrodestra. Tant’è che in provincia di Trapani Forza Italia non ha speso una parola per i vertici dell’ASP, lasciano la guida dell’azione politica a Giorgio Mulè, vice presidente della Camera dei Deputati.
Sanità politicizzata
A sinistra urlano contro la sanità politicizzata, lo è da sempre e con qualunque governo di ogni colore e parte. Il problema non è nemmeno questo, ma quello che la politica non fa ogni qual volta piazza un nome. Mancano i medici, manca la programmazione, gli operatori, i concorsi vanno deserti. Negli uffici non c’è nessuno che controlla, perché se lo avessero fatto e in maniera tempestiva la signora Gallo non avrebbe atteso 8 mesi, oggi non si racconterebbe di questo scandalo e degli altri a seguire.
E se è vero, ed è vero, che le risorse ci sono come è possibile trovarsi con voragini così imbarazzanti da gestire?
Organizzazione
E’ mancata proprio la capacità di mettere a sistema gli uffici, di controllare passo passo l’operato di tutti. I cittadini che si confrontano con il CUP trovano spesso persone poco gentili, scarsamente attente e poco propense a trovare soluzioni. I cittadini non vanno per comprare un sacco di patate ma per prenotare visite che riguardano la salute. Di fronte a liste di attesa lunghe non fanno nemmeno lo sforzo di suggerire all’utente la strada della “prestazione garantita”. E’ un corto circuito permanente, che è solo all’inizio di denuncia su denuncia.
Non basta lo scandalo
Oltre il caso Gallo, che dovrebbe insegnare molto, c’è una crisi sistemica dentro l’ASP che si ripete ciclicamente. Ai cittadini non interessa nulla di tutto questo, del botta e risposta politico, delle faide del centrodestra, di chi rappresenta l’Azienda. Il cittadino ha bisogno di risposte certe ed efficaci, cure immediate, accesso rapido.
Le politiche aziendali hanno un impatto diretto sulla qualità delle prestazioni sanitarie, anche fronteggiando rischi. Se le strutture faticano a garantire un servizio tempestivo ed efficiente, come nel caso della refertazione, è dovere assumere decisioni forti e comunicarle tempestivamente all’organo regionale.
Cosa accadrà
Il Direttore generale dell’ASP, Ferdinando Croce, al momento non verrà sollevato dall’incarico, il presidente Renato Schifani non utilizza questi metodi ma induce alle dimissioni. A Palermo, nei vari vertici, con carte alla mano si è dimostrato che la gestione degli anni passati è stata poco attenta, ivi compreso l’operato dei medici(loro sì che sono la vera casta). Fratelli d’Italia ha fatto quadrato attorno al Direttore generale, ha congelato la postazione. A planare sulla questione pure Ruggero Razza, ex assessore alla Salute, che proprio in provincia di Trapani non gode nè di simpatia e nemmeno di fiducia.
L'attacco a Schifani
“Il presidente della Regione Renato Schifani attraverso le colonne del Giornale di Sicilia cerca di spostare l'attenzione dei cittadini dalla sanità, tema che evidentemente crea imbarazzo nel suo governo, agli inceneritori. Noi più concretamente aspettiamo che Ferdinando Croce dia le dimissioni. Il manager dell’ASP di Trapani risulterebbe essere anche assessore comunale a Giardini Naxos nel Messinese, almeno secondo quanto riporta lo stesso sito istituzionale del Comune. Se così fosse, Croce avrebbe una doppia carica politica. Anche su questo Schifani è muto?"
Lo scrive il coordinatore regionale e deputato ARS, Nuccio Di Paola, sui sui canali social, commentando la lettera del presidente della Regione Siciliana sulle pagine del Gds.
“La politica deve uscire fuori dalla sanità - aggiunge Di Paola -. Questa gestione politica della sanità è vergognosa, nel frattempo che i siciliani devono aspettare 8 mesi per avere l’esito di un esame istologico, nel frattempo all’ASP si continua a fare politica ed a spendere soldi in pubblicità”.

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