La scuola italiana, l'integrazione ed il caso Pioltello
Autonomia ad uso e consumo. Si rivendica per tre regioni, tra cui la Lombardia, la libertà di decidere su innumerevoli materie e si vuole vietare all'Istituto Iqbal Masih di Pioltello, comune della città metropolitana di Milano, di esercitare per un giorno il 10 aprile la sua d'indipendenza. Il consiglio d'istituto, all'unanimità, ha deciso di tenere chiusa la scuola nel giorno di fine Ramadan.
Nella scuola il 43% dei 1.300 iscritti è straniero e non ha ancora la cittadinanza italiana, ma questa è un'altra storia, lo Ius soli per la nostra nazione è fantascienza. La sovranità è stabilita dal regolamento emanato dal decreto del Presidente della Repubblica n.275 del 1999 ai sensi dell'art.21 della legge 15 marzo n.59 dello stesso anno.
L'Ufficio scolastico regionale per la Lombardia, ex provveditorato, aveva calcolato un eccesso di autonomia: troppe le giornate sacrificate rispetto al limite di tre stabilito dall'ente, la delibera iniziale prevedeva la sospensione delle lezioni anche l'8 aprile presumibilmente ed era stata approvata il 19 maggio del 2023 all’unanimità dal consiglio di istituto. Accolta la contestazione, il consiglio d'istituto nuovamente tutto ,ha risolto accorciando le vacanze fra il 25 aprile e il 1° maggio. Si torna sui banchi il 29 e il 30 aprile, ma si resta a casa anche il 26. Fra i rilievi arrivati da Roma, anche quello di avere - di fatto - istituito una nuova festività, competenza di Stato e Regione. Così, per motivare l’assenza da scuola, tanto nel periodo di ponte quanto per la ricorrenza islamica, professori e genitori fanno riferimento "all’altissimo tasso di assenze" nelle due date "che vanificherebbe l’attività didattica". È impossibile, quindi, fare lezione con le classi semivuote. "Nessuna questione religiosa", ma solo "educativa", appunto derubricato. La terzo annotazione, quello di una carenza di motivazione nell'ordinanza di 10 mesi fa è stata rescissa. Riflettendo sulla correzione del provvedimento si è ribadito un diritto "l'uguaglianza", un giorno per ciascuna comunità. Se così facendo si sia chiusa la vicenda e risposto, norme alla mano, all'indignazione di Valditara, La Russa, Santanchè, Salvini e Gasparri, si saprà a breve. Poi che il ministro dell'istruzione e merito Valditara sia intervenuto sulla circostanza dopo le ultime dichiarazioni del suo segretario Salvini, sostenendo che la maggioranza degli alunni in classe deve essere italiana con questo post social: "Se si è d'accordo che gli stranieri si assimilino ai valori fondamentali iscritti nella Costituzione, ciò avverrà più facilmente se nelle classi la maggioranza sarà di italiani, se studieranno in modo potenziato l'italiano laddove già non lo conoscano bene, se nelle scuole si insegni approfonditamente la storia, la letteratura, l'arte, la musica italiana, se i genitori saranno coinvolti pure loro nell'apprendimento della lingua e della cultura italiana e se non vivranno in comunità separate. È in questa direzione che noi intendiamo muoverci", si è sbagliato nell'uso del congiuntivo, suscitando ilarità è un dettaglio, ma non per il titolare di viale Trastevere. Papeete man, negli auguri pasquali, ha detto: "[...] Non si può accogliere nessuno, non si può integrare nessuno se si cancellano le radici più profonde del nostro essere", quindi anche la grammatica. L'autonomia nel rispetto della legge è prerogativa di tutti, anche per favorire l'inclusione.
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