
Processo Hesperia, consulenti e periti sconfessano le intercettazioni d'accusa per un imputato
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Sono addirittura tre i periti/consulenti che hanno affermato di non aver affatto sentito, ascoltando le registrazioni delle intercettazioni che sono stati chiamati a trascrivere, la frase trascritta nei verbali da un investigatore che ha messo nei guai, con arresto nell’ambito
dell’operazione “Hesperia”, il 46enne marsalese Vito De Vita.
Dei tre periti/consulenti trascrittori, uno è stato nominato dal Tribunale di Marsala, gli altri due dall’avvocato difensore Giacomo
Frazzitta. E gli ultimi due, Michele Vitiello e Pietro Indorato, sono stati ascoltati, nell’aula “Borsellino” del Tribunale lilybetano, nel processo agli otto rinviati a giudizio dal gup di Palermo nell’ambito del procedimento scaturito da un’indagine dei carabinieri su mafia e traffico di droga, che il 6 settembre 2022 ha dato un altro colpo alle “famiglie” di Marsala, Mazara e Campobello di Mazara. Imputati sono i marsalesi Filippo Aiello, Lorenzo Catarinicchia, Vito De Vita, Stefano Putaggio, Riccardo Di Girolamo, e i mazaresi Nicolò e Bartolomeo Macaddino.
Le consulenze di Vitiello e Indorato scagionano, di fatto, De Vita Vita, attualmente ancora in carcere. Vitiello, ingegnere delle telecomunicazioni con specializzazione in informatica forense, e Indorato, consulente per le trascrizioni delle intercettazioni, hanno riferito che la frase che fa parte integrante dell'unico capo d'accusa nei confronti di De Vita, ovvero cessione di droga dietro pagamento di 1300 euro, non si sente neppure applicando filtri e ripulendo dai rumori di sottofondo con strumentazioni di alta qualità. Indorato ha, inoltre, precisato che anche il perito nominato dal tribunale (Caiozzo) non ha rilevato la frase “rimani contento con 1300 euro”, che erano, secondo l'accusa, il corrispettivo dato a De Vita per la cessione di un chilo di marijuana. “Unica contestazione – afferma l’avvocato Giacomo Frazzitta – che vede De Vita ancora in custodia cautelare in carcere”.

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