
Lega, se ne va Francesca Donato, la deputata "no vax"
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Il suo amore per la causa era tale che si era candidata pure al consiglio comunale di Marsala, l'anno scorso, racimolando solo pochi voti. Se ne va dalla Lega Francesca Donato, l'eurodeputata ormai su rigide posizioni no - vax, che più di una volta ha messo in imbarazzo la stessa Lega. Tra le sue ultime uscite abbiamo raccontato ad esempio su Tp24 quella contro la famiglia del medico di Castelvetrano, Ditta, morto per Covid.
Nei giorni scorsi, infatti, era stata al centro di roventi polemiche per una frase con cui, in un tweet, aveva definito «una barzelletta» le affermazioni pro-vax della figlia di Leonardo Ditta. Donato si era poi scusata, definendo la polemica nata dalle sue parole «pretestuosa»: «Non intendevo affatto offendere né la figlia del medico morto, né la sua famiglia», aveva detto, chiarendo che, a suo parere, «siamo immersi in un clima di odio e propaganda a senso unico».
Dopo aver annunciato uno stop dell’attività su Twitter, dopo aver criticato con toni sempre più pesanti la stessa Lega, ha fatto sapere ai vicini che la sua strada con il partito è finita. Diversamente da alcune previsioni leghiste, non pare che approderà al gruppo di FdI. Ma bisognerà attendere l’annuncio ufficiale.
In una intervista con «La Repubblica», Donato definisce la sua scelta di lasciare il partito «lunga e sofferta. Ho parlato puntualmente con Salvini del mio disagio, ma il segretario si trova in una posizione delicata. Rappresenta un partito con diverse anime, ma c’è una prevalenza della linea dei presidenti di Regione e dei ministri, capeggiati da Giorgetti, a favore delle scelte del governo Draghi. Il segretario ha cercato di dare forza a quanti, come me, giudicano che le decisioni sul green pass siano sproporzionate e inadeguate. Se è finito in minoranza? All’interno della segreteria del partito pare che sia così». «Non pensate che le voci contrarie alla linea pro-governo, fra gli eletti, siano sono quelle di Borghi, Bagnai o Siri. C’è un forte dissenso interno che, laddove non sarà composto, non potrà che emergere: potrà verificarsi pure una scissione».
«Non mi trovo più a mio agio e tolgo tutti dall’imbarazzo», ha aggiunto Donato, «io credo nella libertà individuale e nel principio di autodeterminazione delle scelte sulla salute. Principi inderogabili che questo governo sta violando. Non posso più stare in un partito che sostiene l’esecutivo Draghi». Secondo l’europarlamentare, pertanto, per la Lega entrare nel governo Draghi «poteva anche essere una scelta sostenibile, se fossero state poste delle condizioni chiare per la nostra permanenza nell’esecutivo» ma «non sono state poste. E molte scelte del governo e del suo presidente non sono state condivise dalla base elettorale», conclude Donato, secondo la quale «una componente della nostra base si fida del partito senza se e senza ma, c’è magari chi ritiene pure corretto il percorso intrapreso, ma una grossa fetta di persone non apprezza affatto questa Lega di lotta che si adegua al governo».

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