Trapani Shark: squadra in piena salute. L'unico pericolo adesso è la sosta ...
Nello scontro tra due matricole terribili prevale il Trapani (98 a 93 il punteggio). Una vittoria meritatissima nonostante l’esiguità dello scarto finale. L’inerzia della partita, infatti, è stata quasi sempre nelle mani degli Shark che è riuscita anche a raggiungere uno scarto di 12 punti. Ma l’impressione di un incontro mai deciso, nonostante lo strappo, era fin troppo evidente.
La reazione degli alabardati era tale che, anziché dilatarsi, gli strappi si riducevano fino all’aggancio o addirittura al sorpasso. Ed in queste rare occasioni l’orgoglio ed il carattere supplivano a qualche amnesia tecnica ed i campioni, di cui è largamente infarcito il team granata, tiravano fuori il meglio del loro repertorio e riportavano il punteggio sui giusti binari.
I match winner possiamo facilmente identificarli in Notae e Robinson che, con un finale pirotecnico deciso a suon di triple, hanno rintuzzato le ultime velleità di vittoria della squadra giuliana.
In definitiva, si è trattato di un match che sta consacrando, senza quei riti solenni che accompagnano le vittorie, le legittime aspirazioni di una compagine che fin dalla vigilia aveva espresso i suoi propositi di volersi insediare stabilmente sui quartieri alti della classifica e puntare sull’Europa che conta. I presupposti per un campionato di vertice non sono scritti in un libro dei sogni o nei peana di vittoria di un presidente che ha preconizzato un futuro esaltante per i suoi colori. Tutto rientra invece nell’ordine naturale delle cose, non solo da un punto di vista tecnico ma, fatto non trascurabile, dal generale coinvolgimento di tutta una città che, delusa dalle vicende calcistiche, si è abbarbicata decisamente sul pallone a spicchi elevandolo a vessillifero di ambizioni che, per tanti detrattori, risultavano smodate.
Al PalaTrieste si sono visti i volti dei soliti noti: ad infoltire gli spalti non c’erano solo i cultori cestistici dei Trapanesi Granata, che non vogliono essere etichettati come ultra, ma tutti i cittadini che vivono o studiano nei dintorni. Un tifo, caldo e appassionato, che non si è fatto mai sopraffare dalle moltitudini numeriche avversarie ma che invece ha fatto sentire la accorata presenza nei momenti difficili del match. Non manca occasione che un burbero ed imperturbabile Repesa non metta in rilievo questo particolare effetto ed evidenzi che mai, nella sua lunghissima carriera, si sia trovato a dover gestire emozioni così intense e vibranti. Ma aldilà della retorica e dei sentimenti, difficilmente sopprimibili, occorre sottolineare che l’intero complesso ha raggiunto un invidiabile equilibrio che lo rende impenetrabile anche di fronte ad eventi non sempre favorevoli. Chi mancava all’appello iniziale come Galloway ora si presenta in tutta la sua smagliante versione tecnica e temperamentale. A Trieste ha messo a segno il suo massimo score (20 punti), ma soprattutto quella leadership sciorinata negli anni di Reggio Emilia. Di Notae e Robinson abbiamo già riferito: nei momenti difficili esibiscono la loro immensa classe e si alternano in cabina di regia con caratteristiche diverse, Più arrembante Justin e più riflessivo il timing di DJ. Alibegovic pur non brillando negli ultimi score, scende giù rimbalzi preziosi, supplendo anche a qualche defezione di carattere fisico e tecnico di Pleiss. Non voglio ulteriormente sottolineare l’equivoco tecnico in cui è incorso chi lo ha ingaggiato. Il background europeo ad Istanbul deve aver inciso enormemente. Si è anche trattato dell’ultimo acquisto in ordine di tempo e Jasmin Repesa, pur contattato, non aveva ancora ufficializzato la sua posizione. Comunque, sta risultando un giocatore utile quando si affrontano pivot di una certa altezza e soprattutto inizialmente serve a preservare il preziosissimo Horton da fatiche iniziali. Ma la vera sorpresa si sta dimostrando la guardia Rossato, fresco di convocazione in nazionale. Il fatto di giocare in una formazione di vertice indubbiamente ha inciso sulle scelte di coach Pozzecco, ma soprattutto il suo eccellente rendimento e la sua duttilità. Yeboah è uno che avanza sempre a fari spenti: non spreca mai un pallone ed una sua tripla, nel concitato finale di Trieste, è risultata fondamentale.
In ultima analisi rileviamo una squadra in piena salute, sperando che la sosta per le nazionali non arrugginisca un meccanismo quasi perfetto.
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