Non è passata, e non è passata per politica. Nessuna ambiguità o motivazione tecnica: il Consiglio comunale di Trapani ha bocciato la proposta di cittadinanza onoraria agli equipaggi delle Ong Jugend Rettet, Save The Children e Medici Senza Frontiere, impegnati nel salvataggio dei migranti nel Mediterraneo. Un no arrivato tra tensioni, assenze strategiche, accuse incrociate e uno striscione provocatorio – prontamente sequestrato dalla polizia municipale – srotolato fuori dall’aula da Fratelli d’Italia. Un clima surreale, in cui la politica ha fatto naufragare un riconoscimento simbolico.
Dodici sì, uno in meno del necessario. Ma il naufragio è politico
La delibera, approvata dalla giunta Tranchida il 24 giugno scorso, si è fermata a 12 voti favorevoli, uno sotto la soglia minima dei 13. Ma il dato più eloquente non è nel numero, è nei nomi. A mancare è stato il sostegno del gruppo Trapani Tua, che fa capo all’assessore regionale leghista Mimmo Turano, ufficialmente in maggioranza. Ufficiosamente – ormai – no. I consiglieri della lista hanno lasciato l’aula poco prima del voto, con un gesto che il sindaco ha definito “pilatesco” e che altri, fuori dai microfoni, hanno bollato come “opportunistico”.
Ma il colpo di teatro è arrivato dai banchi di Fratelli d’Italia, che durante l’intervento del sindaco hanno tentato di srotolare uno striscione con la scritta: "No a chi specula, sì a chi merita". La polizia municipale è intervenuta immediatamente per impedirne l’esposizione. E mentre dentro si consumava la frattura, fuori dall’aula il confronto tra consiglieri di maggioranza e opposizione si accendeva. “Ma dove siamo arrivati”, ha sbottato il vice presidente del Consiglio Andrea Genco, visibilmente infastidito dallo spettacolo.
Il sindaco: “Trapani ha perso un’occasione”
Per Giacomo Tranchida, sindaco di Trapani, si è trattato di una sconfitta non personale, ma della città tutta: “Trapani ha perso l’occasione di dare, dal cuore del Mediterraneo, un messaggio di umanità e gratitudine a chi salva vite in mare”. Un messaggio che, secondo il sindaco, non avrebbe dovuto avere né colore politico né appartenenza ideologica. E invece.
Tranchida ha ricordato che le Ong destinatarie del riconoscimento sono le stesse che per anni sono state indagate, senza che sia emerso alcun reato. Il processo alla nave Juventa, tenutosi proprio a Trapani, si è chiuso dopo sette anni con l’assoluzione piena degli equipaggi. Nessuna collusione con trafficanti, nessun "taxi del mare", come qualcuno aveva strumentalmente raccontato. Solo volontari coordinati dalla Capitaneria di Porto, che hanno salvato migliaia di vite – oltre 20.000 solo con la Juventa.
“Salvare un uomo in mare – ha detto il sindaco – è la legge del popolo del mare, è la legge dei trapanesi”. Eppure, la maggioranza che lo sostiene non ha voluto confermare quella legge. A sostegno del sindaco, subito dopo il rimando della seduta, è accorso Emanulele Barbara con un video commento.
Una seduta surreale, tra conti interni e simboli sprecati
Nel clima incandescente della seduta, tutto è apparso tranne che un dibattito sul valore del gesto. La proposta di cittadinanza onoraria è servita da detonatore per uno scontro interno alla maggioranza che covava da mesi. A confermarlo è anche il voto successivo – tecnicamente scollegato, ma politicamente rivelatore – sulla composizione delle commissioni consiliari, in cui la maggioranza è andata ancora sotto.
Tore Fileccia, consigliere indipendente, non ha risparmiato parole: “Una pantomima utile a regolare conti interni, emarginare i turaniani e liberare spazi per nuove nomine in Giunta”. Più chiaro di così.
E non manca la memoria corta, come ha ricordato lo stesso Fileccia: “Questo sindaco tanto aperto ai migranti è lo stesso che nel 2020 chiuse il porto alla nave Aurelia con 250 persone a bordo”. Una contraddizione che pesa, anche se Tranchida oggi rivendica coerenza nell’appoggio ai volontari umanitari.
Umanità vs numeri: chi salva e chi calcola
A nulla è servito il peso simbolico della delibera, che avrebbe potuto riparare – almeno sul piano morale – l'ingiustizia durata sette anni contro uomini e donne che salvavano vite. La politica ha scelto invece di non esporsi, di calcolare, di trattenersi. Il risultato è una città spaccata, una maggioranza indebolita e una figuraccia, ben oltre i confini dell’aula di Palazzo Cavarretta.
Il sindaco ha già annunciato che accoglierà personalmente gli equipaggi delle Ong a Trapani, con la fascia tricolore e con tutti gli onori. La cittadinanza onoraria, forse, potrà anche aspettare. Ma la credibilità, quella no.
Il voto contrario, mascherato da prudenza o da rispetto dei tempi giudiziari, è stato in realtà un no politico, un no per convenienza, un no per strategia. Ed è difficile non vedere in tutto ciò l’ennesima occasione persa per dimostrare che, a Trapani, l’umanità può ancora contare qualcosa. E invece, conta ancora solo la conta.
Polemiche in aula: spunta uno striscione e si accende lo scontro post-Consiglio
Ad infiammare gli animi, al termine della seduta del Consiglio comunale, è stato il gesto di alcuni consiglieri di opposizione che hanno esposto uno striscione all’interno dell’aula. Sul telo bianco si leggeva la scritta in stampatello nero: “Mentre si negano i diritti ai trapanesi si regalano onorificenze ai milionari”.
Un gesto che ha sollevato un’ondata di polemiche, soprattutto tra i banchi della maggioranza. L'iniziativa ha acceso il dibattito anche sui social, dove in molti hanno commentato l’accaduto, schierandosi tra chi ha appoggiato il messaggio e chi ha condannato i toni e la modalità con cui è stato espresso.