A San Vito Lo Capo sembra del tutto scampato il pericolo di una cementificazione del porto.
Il progetto della Marina Bay, che avrebbe trasformato il volto della piccola cittadina sul mare, meta di migliaia di turisti ogni anno, è tramontato. Non senza patemi, però, e senza rischi di una guerra a suon di carte bollate. Ma San Vito è davvero salva dalla speculazione edilizia? Ripercorriamo in due puntate la storia di un progetto tanto discusso e del suo tramonto.
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Piccole case bianche, centro storico raccolto che si affaccia sul mare. Una spiaggia a mezzaluna, con la sabbia bianca e finissima. Un promontorio a sinistra, la Riserva dello Zingaro a destra. Da poco meno di 5 mila abitanti, San Vito Lo Capo, in estate, si moltiplica, accogliendo migliaia di turisti ogni anno.
Una città che vive grazie al turismo, che la fa diventare tra le città con il pil pro capite più alto in provincia di Trapani.
San Vito lo Capo quest’anno è stata messa in ginocchio dal Coronavirus. Per gli operatori turistici della città, dal piccolo bar, alla trattoria, al b&b, all’hotel, agli stabilimenti balneari, al noleggio auto e barche, questo sarà l’anno nero del turismo, come abbiamo raccontato in un nostro reportage.
Di due cose non vogliono sentir parlare: di crediti d’imposta e di Marina Bay. Chiedono liquidità per riprendere il cammino. E gli viene l’orticaria se ripensano al progetto che avrebbe potuto stravolgere il piccolo borgo sul mare. Un progetto così maestoso da cambiare radicalmente la fisionomia di una cittadina apprezzata da migliaia di turisti proprio per il suo equilibrio paesaggistico.
Il progetto
Tutto comincia il 19 dicembre 2017. A minacciare l’equilibrio perfetto tra mare e piccola città è il progetto del porto turistico che di fatto privatizzerebbe la costa e il mare tra i due moli, facendo sparire la famosa mezzaluna di sabbia. Un progetto presentato alla Regione, sotto Natale, dalla Società Marina Bay di Trapani che vorrebbe trasformare il porto prendendolo in concessione per 48 anni. Il progetto si intitola "Valorizzazione, riqualificazione, ammodernamento e rigenerazione del porto di San Vito Lo Capo ed aree limitrofe.
Nella richiesta di concessione, la società ha chiesto la disponibilità di un totale di 114.986 metri quadrati, di cui 64.431 di specchio acqueo, 42.839 su area demaniale marittima, 8.761 su area demaniale comunale. Si parla di 17 mila metri quadrati per un hotel con centro benessere. E poi centro commerciale, campi sportivi, un supermercato. Il progetto tende a sfruttare i benefici della legge Burlando, la stessa utilizzata per avviare la procedura del porto di Marsala. E infatti tra i progettisti del porto di San Vito c’è Pietro Inferrera, lo stesso che era nella squadra per il Marina di Marsala. Un progetto enorme, come enormi sono i costi. Si parla di circa 40 milioni di euro, anche se la società che lo ha proposto possiede un capitale sociale di appena 50 mila euro.
Marina Bay, chi sono
Nasce qualche mese prima la presentazione del progetto, la società Marina Bay, il 22 maggio 2017, a Trapani. Tra i quattro soci, la quota maggioritaria del capitale è della Edil Project Srl, che detiene il 52% della società. La Edil Project è da anni attiva nel Trapanese nel campo dell’edilizia: un capitale sociale di 90 mila euro, ricavi per 2,8 milioni di euro nel bilancio 2018. Gli altri tre soci della Marina Bay sono persone fisiche, tutte trapanesi: Pietro Gianquinto, Emilio Giacalone e Massimo Ingoglia, che poi cederà le sue quote a Girolamo Vitta. La Edil Project, invece ha come soci due giovani professionisti di Trapani: Salvatore Ciaramita, geometra trapanese, e Mauro Giuseppe Cimino, di Custonaci, che è anche amministratore unico della società e della Marina Bay. Attraverso un pool di professionisti la Marina Bay presenta il progetto alla Regione. Non c’è soltanto Pietro Inferrera a lavorare sul progetto, ma anche l'architetto Giuseppe Pellitteri e l'ingegner Antonio Pio D'Arrigo.
I no di cittadini e amministrazione
Il progetto nel gennaio 2018 arriva sul tavolo dell’amministrazione comunale. In città si scatena la protesta. Leggono il progetto e vedono l’ennesimo attentato all’ecosistema di San Vito, quasi dopo quarant’anni quella marcia dello Zingaro che salvò dalla cementificazione una delle zone più belle della Sicilia.
Operatori turistici, amministratori, e cittadini soprattutto si schierano contro il progetto. Nasce il Comitato “NoMarineResort” con l’obiettivo di “preservare il nostro territorio da attacchi esterni e programmare una crescita economica ed ambientale sostenibili”. Ed è proprio la sostenibilità che manca al progetto di Marina Bay come evidenziato in passato dalla precedente e dall’attuale amministrazione comunale, ma anche dai cittadini e dagli operatori turistici. Un progetto che nulla ha a che fare con le caratteristiche del piccolo paese sul mare apprezzato da tutti i turisti.
Com’è finita, lo vediamo domani.