Quest’anno l’Associazione Peppino Impastato di Salemi spegne dieci candeline. Dieci anni di esistenza, di sogni, di battaglie sociali, politiche e culturali, di idee nate tra amici e amiche che hanno scelto di fare tanta strada insieme, con lo sguardo rivolto al futuro, ma radicati profondamente nel cuore del proprio territorio.
Per celebrare il suo decennale di attivita’, il prossimo 26 aprile, presso la sede dell’Associazione che, come e’ noto, si trova all’interno della struttura del Circolo Culturale
“Giuseppe & Pietro Pedone - Caruso” di via Lo Presti, si svolgerà un evento, che definire solo musicale e’ senza dubbio limitativo.
Si tratta in realtà, oltre che di un grande momento di gioia condivisa, anche l’occasione di una riflessione comune al fine di tracciare altri percorsi innovativi, sempre attingendo all’energia creativa che ha fin dalla sua nascita ha caratterizzato e animato il Collettivo
Una line-up, farà vibrare l'edificio di Via Lo Presti, con una eccezionale formazione: dal napoletano arriverà Aldolà Chivalà, all’iconica e travolgente artista alessandrina ELASI, mentre l’apertura e la chiusura della serata saranno affidate allo slancio dei locals (artisti del territorio) EF-EDEN e RVNDJ,
“Sarà una festa di musica e di visioni, ma soprattutto di amicizia, solidarietà e appartenenza”, dice Alessandra Di Stefano, responsabile della comunicazione, “Quello del Circolo è stato un percorso intriso di passione, entusiasmo e legami profondi. Basta guardare negli occhi le socie e i soci del CPI per cogliere lo spirito vero che anima questa realtà: l’unione e il desiderio di costruire qualcosa di bello e significativo, per sé e per la comunità.”
Non a caso “CIÒ CHE C’È NON È TUTTO” e’ il motto che accompagna l’Associazione fin dalle sue origini: un inno alla speranza, alla continua ricerca di nuove possibilità:
Una frase che racchiude l'animo sognatore e instancabile di chi non si accontenta, di chi va oltre, di chi sa che anche nei piccoli centri si può respirare cultura, si può fare arte, si può immaginare un mondo diverso, più giusto, più inclusivo, il tutto con i colori della bellezza.
Un pezzo importante di questa storia , occorre sempre averne consapevolezza, affonda le sue radici lontano nel tempo, quando un gruppo di giovani e meno giovani sognatori misero le basi, ideali prima, di calcestruzzo e mattoni, dopo, alla struttura del Circolo Culturale “Giuseppe & Pietro Pedone - Caruso”", che ha accolto l’ “Associazione P.Impastato” , aprendo le porte della propria sede, non solo offrendo uno spazio fisico, ma tramandando anche storie, esperienze, militanza.
In quel luogo – carico di memoria, impegno e affetto – , dicono in un comunicato, il Circolo Peppino Impastato ha trovato una vera casa.
Le socie e i soci del CPI hanno colto il valore simbolico e pratico di quello spazio e hanno contribuito a rigenerarlo, completando alcuni lavori che oggi lo rendono un centro culturale vivo e animato da numerosi eventi.
Tutto nasce da una storia di amicizia vera, nutrita negli anni da valori politici condivisi di antifascismo, antimafia e antirazzismo, dalla voglia di fare insieme.
In questo cammino, l’adesione all’ARCI ha rappresentato un punto di forza: far parte di una grande famiglia nazionale ha permesso di intrecciare relazioni, scambi, contaminazioni con altri circoli e realtà culturali di tutta Italia.
Il CPI, pur spendendosi tanto nella dimensione locale radicata nel territorio di Salemi, è riuscito ad aprire finestre sul mondo, portando idee e fermento anche in contesti più piccoli e circoscritti.
In questi dieci anni, il Circolo Peppino Impastato è stato un laboratorio di crescita e bellezza. Riprendendo il solco tracciato negli anni 70/80 dell’antico Circolo Arci di via dei Mille, sono ritornate a rivivere mostre d'arte e fotografia, la street art, i concerti, le presentazioni di libri, le proiezioni cinematografiche, grazie alla collaborazione con UCCA, i workshops con i giovani, i momenti di dialogo e confronto, sono solo alcune delle attività che hanno reso questo spazio un punto di riferimento culturale per Salemi e non solo.

Tra le esperienze più significative, va sicuramente ricordata la riqualificazione del Teatro del Carmine, assurto a simbolo di rinascita dopo le ferite fisiche e morali inferte dal terremoto, prima, e da scelte scellerate operate da amministratori incolti e incapaci, dopo.
Questo manufatto abbandonato per anni all’incuria, alle erbacce e persino alla devastazione da parte di spregiudicati ladri, e’ stato riportato alla funzione per la quale era stato progettato da valenti architetti, e in questo modo ridato alla fruizione della cittadinanza grazie al costante interessamento e amore profuso dall’Associazione con iniziative di notevole spessore culturale come lo e’senza dubbio la rassegna estiva “Carminalia”, che da alcuni anni ha portato sul palco numerose e prestigiose rappresentazioni teatrali. Diventando un appuntamento culturale imperdibile non solo per la comunità cittadina ma anche per l’intera provincia.
Quella del CPI non è solo la storia di un’associazione. È la storia di un’amicizia che si è fatta progetto, visione, futuro.
È una storia che appartiene a tutte e tutti, che nasce a Salemi ma si irradia in tutta la Sicilia e oltre, diventando un esempio concreto di come l’arte, la cultura e l'attivismo giovanile possano essere strumenti di crescita collettiva.
E’ la storia, quella del Circolo Impastato, di un gruppo di giovani donne e uomini consapevoli di essere gli eredi ideali di donne e uomini che giovani lo furono in un tempo lontano e che, mossi dagli stessi ideali di democrazia e bellezza, tanto fecero per consegnare loro uno spazio fisico di democrazia e bellezza.
Evento non facilmente riscontrabile in altre realtà isolane e specialmente di questi tempi. Sarà molto difficile riscontrare in tutta l’isola l’esistenza di edificio tanto di questa consistenza messo a disposizione di associazioni democratiche e civile, com’e’ appunto gestito dal Circolo Pedone.
Un motivo in piu’per celebrare insieme i 10 anni di vita del Circolo Impastato e per augurare altri cento anni di attivismo, passione e cultura, per continuare a immaginare e realizzare coraggiosamente un futuro migliore e una società più a dimensione umana e più giusta.
Il grande sociologo triestino Danilo Dolci, che tanto di sé stesso diede alla società siciliana, non diceva forse che: "Se l'uomo non immagina, si spegne"?
La fiaccola della liberta’, della democrazia e della speranza, accesa dalle socie e soci del “Circolo Pedone”, ne siamo certi, non solo non si spegnerà, ma verra’ alimentata da nuova e rinnovata immaginazione di cui sono tanto ricchi le socie e i soci del Circolo “Peppino Impastato”.
Franco Ciro Lo Re