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08/11/2024 12:18:00

"Per una sanità migliore: più posti letto e ospedali specializzati nella nostra provincia"

 Egregio direttore, tutti conosciamo la grave situazione in cui versa la nostra sanità, nonostante l’impegno di medici e infermieri, ultimamente spesso bistrattati e anche sottoposti ad aggressioni sia verbali che fisiche. Dalla lettura dei giornali non sembra che la regione abbia ancora varato il nuovo piano sanitario ospedaliero, strumento necessario per una migliore programmazione e andare incontro ai nuovi, vecchi, bisogni dei cittadini. Spero che nella stesura, i vari attori che se ne stanno occupando tengano conto delle richieste che come ordine dei medici, ai primi di luglio, abbiamo consegnato in un documento pubblico al direttore generale dott. Croce e ai deputati regionali.

Sintetizzo le richieste: nella nostra provincia in funzione degli abitanti, circa 430 mila, per poterci curare senza essere costretti a emigrare anche per patologie ormai diventate comuni, c’e’ bisogno di avere: più posti letto, complessivamente non dovrebbero essere meno di 1200/1400, in atto ce ne sono intorno alla metà, quindi si dovrebbero creare fra 600/700 nuovi posti letto. Questi si possono realizzare utilizzando subito al meglio gli spazi ancora esistenti nei vari ospedali. Faccio l’esempio dell’ospedale di Marsala che era stato costruito per circa 250 posti letto, in atto attivi ce ne saranno un centinaio, e se fosse portato a termine il padiglione per malattie infettive, si potrebbero creare almeno altri duecento nuovi posti letto, attivabili in poco tempo. Non so quanti nuovi posti si potrebbero creare negli altri ospedali. Inoltre si dovrebbe programmare la costruzione di uno/ due nuovi ospedali, da realizzare in luoghi facilmente accessibili e non contigui ad altri delle provincie confinanti, ( Partinico/Palermo, Sciacca/ Agrigento). Oltre all’aumento dei posti letto, da anni come ordine dei medici insistiamo sulla necessità di riorganizzare, differenziando i nostri ospedali. Scientificamente non c’è alcun motivo, perché ancora oggi i 5 ospedali, tralasciando quello di Salemi e di Pantelleria, trattino spesso le stesse patologie, con alcune eccezioni.

Nel documento ribadiamo che l’ospedale di Erice/Trapani, per l’esperienza acquisita da decenni da alcuni reparti, dovrebbe essere soprattutto a orientamento cardiovascolare, potenziando ancor di più la cardiologia, la neurologia con la Stroke unit e attivando la chirurgia vascolare già presente nei documenti dei piani sanitari regionali precedenti. Perché non viene attivata? Chi ne impedisce l’attivazione?Per quanto riguarda l’ospedale Paolo Borsellino di Marsala dovrebbe essere potenziato e trasformato a orientamento oncologico, visto la necessità della provincia, le tante sale operatorie e reparti chirurgici esistenti, oltre l’esperienza di diversi medici. Malattia diventata abbastanza frequente e con molta probabilità di guarigione se trattata in centri di eccellenza. Tutte le linee guide nazionali e europee, concordano che se un ospedale relativamente piccolo come i nostri, ha un orientamento ben preciso, le diagnosi vengono fatte più precocemente, con meno errori e la terapia applicata è più adeguata e innovativa.

Tutto questo oggi è molto più necessario di alcuni decenni fa. Da quando è nata la cardiologia al San Antonio Abate di Erice/Trapani e si è sviluppata oltre che con la terapia intensiva, con l’impiantistica di pace-makers, defibrillatori, e con l’emodinamica, facendo rete con le altre cardiologie, la mortalità per le malattie cardiache nella nostra provincia si è ridotta notevolmente ed è sovrapponibile a quella dei migliori centri italiani. Perché non migliorarla ancora? Perché non fare lo stesso con l’oncologia ? Anche in questa provincia si può fare buona sanità pubblica. Molto dipende dalla volontà politica. Mi auguro che il direttore generale dell’Asp e i nostri deputati regionali facciano rete e riescano a ottenere dal governo regionale quello di cui i cittadini hanno bisogno, per non essere costretti a continuare ad andare fuori provincia o fuori regione, anche per curare le patologie ormai diventate comuni e frequenti. Questo dovrebbe avvenire solo per le patologie molto complesse, per interventi di cardiochirurgia, neurochirurgia, trapianti d’organo e malattie rare.

Dott. Alberto Di Girolamo



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