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25/03/2025 06:00:00

Marsala, paura a Porta Nuova: "Estorsioni e minacce nel parcheggio. La città non può più ignorare"

 Parcheggiare l’auto, a Porta Nuova, è diventato un rischio. Minacce, intimidazioni, richieste di denaro e persino tentativi di effrazione nelle auto. A raccontarlo è Antonio, un residente della zona che ha deciso di scrivere ancora una volta alla redazione di Tp24 per denunciare una situazione che – a suo dire – va avanti da mesi nel silenzio generale, e che sta generando paura e tensione tra i cittadini.

La lettera: “Circondati e minacciati, anche con i figli accanto”

Antonio non usa mezzi termini. Racconta di un parcheggio ormai fuori controllo, “gestito a turno da tossicodipendenti o bande di immigrati nordafricani”, con comportamenti che variano dall’insistenza verbale all’intimidazione fisica: “Oggi sono stato circondato da tre tunisini che pretendevano la ‘moneta’. Ero con mia figlia, ha avuto paura. Una mia amica è stata seguita fin sotto casa”.

I racconti si moltiplicano: auto circondate, minacce a gesti, insulti. E, in alcuni casi, anche tentativi di apertura delle auto in sosta.

Il parcheggio dimenticato: “Perché non darlo in gestione?”

Il parcheggio di Porta Nuova si trova in una zona nevralgica della città, vicino al parco archeologico, frequentata da residenti, turisti, lavoratori. Ma, secondo quanto segnalato dal lettore, manca una vera gestione dell’area: nessun controllo fisso, nessuna illuminazione, nessuna manutenzione del verde. “Le aiuole che circondano il parcheggio – scrive Antonio – sono diventate nascondigli perfetti per chi aspetta di sorprendere gli automobilisti. Perché il Comune non le taglia? Perché non illumina la zona? Perché non si affida ai privati, come in passato aveva proposto il Parco Archeologico, proprietario dell’area?”

L'appello: “Non possiamo farci giustizia da soli”

Il tono della lettera è preoccupato, ma anche deciso. Antonio lancia un monito: “La tensione è alta. C’è chi inizia a parlare di ronde. Il cittadino ha bisogno di sicurezza, non possiamo affidarci al caso. Il Comune, il Parco, chi ha responsabilità su quell’area, deve agire subito”.

E aggiunge: “Non voglio strumentalizzazioni politiche. La sicurezza non ha bandiere. Va garantita a tutti, subito. Non possiamo mortificare il lavoro di forze dell’ordine e vigili, che intervengono ogni giorno, senza che cambi nulla”.

Una situazione esplosiva

La denuncia pubblica riporta l’attenzione su un tema più volte sollevato in città: quello della gestione delle aree pubbliche lasciate all’abbandono, dove l’assenza di presidio genera illegalità, percezione d’insicurezza e rabbia. Una rabbia che rischia di degenerare in giustizia fai-da-te, se non viene intercettata da azioni concrete delle istituzioni.

Il parcheggio di Porta Nuova, simbolo di un disagio quotidiano, chiede risposte. E Marsala, ancora una volta, si ritrova a fare i conti con un problema antico: la distanza tra chi amministra e chi vive la città ogni giorno.

Cosa si può fare? Ecco cinque proposte concrete

  • Videosorveglianza attiva: installazione immediata di telecamere collegate con le centrali operative delle forze dell’ordine.
  • Illuminazione dell’intera area: un intervento basilare e urgente, per garantire visibilità e sicurezza nelle ore serali.
  • Pulizia e manutenzione del verde: il taglio delle aiuole, oggi rifugio per chi agisce nell’ombra, è un’azione semplice ma necessaria.
  • Presidio fisso delle forze dell’ordine: anche a rotazione, un punto di controllo può fare da deterrente agli abusi.
  • Affidamento dell’area a privati tramite bando pubblico: per garantire ordine, vigilanza e manutenzione, creando magari posti di lavoro regolari.
  • ***

    Ci troviamo davanti a uno di quei casi in cui l'inerzia delle istituzioni diventa corresponsabile del disagio vissuto dai cittadini. Porta Nuova non è una periferia dimenticata: è una delle aree più belle e frequentate di Marsala. E il fatto che oggi venga vissuta con paura, che si parli di ronde, che i residenti si sentano abbandonati, non è più tollerabileNon servono grandi piani, ma piccoli gesti concreti: luce, ordine, presenza. Se i cittadini sono lasciati soli, il rischio è che si sentano legittimati a difendersi da sé. E questo è il primo passo verso la disgregazione di una comunità (Tp24)