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13/04/2025 17:00:00

"Marsala, la movida che non c'è più, i giovani e la droga..."

Egregio Direttore, Gentile Redazione, da cittadino marsalese sento il bisogno di esprimere un pensiero che credo accomuni molti di noi: cosa resta oggi della movida marsalese? Purtroppo, ben poco. E la domanda è inevitabile: perché?

Un tempo Marsala era un punto di riferimento per la vita notturna, non solo per noi residenti, ma anche per tanti giovani della provincia di Trapani. Oggi, invece, assistiamo a un progressivo svuotamento: i locali chiudono, i ragazzi scelgono di uscire altrove. La città perde pezzi, serata dopo serata.

Il problema principale è la sicurezza. O meglio, la sua assenza. Sempre più spesso, una serata tranquilla può trasformarsi in un incubo. Ci sono persone, spesso giovanissime, che sotto l'effetto di alcol o sostanze, reagiscono con violenza per un semplice sguardo o una parola di troppo. Scene che non dovrebbero appartenere a una comunità civile, e che invece diventano sempre più comuni.

Chi dovrebbe garantire l’ordine? Le forze dell’ordine ci sono, è vero, ma spesso assistiamo a una presenza passiva. Si conoscono certi volti, certi ambienti, ma si passa oltre, almeno finché non accade qualcosa di grave: una rissa, una coltellata, una sparatoria. Solo allora si interviene.

E la droga? È ovunque. Non è nascosta, è visibile. Ma purtroppo è come se non esistesse agli occhi di chi dovrebbe controllare, mentre l’intera comunità la vede ogni giorno. E tace. Si tace troppo. Si ha paura a parlare, o peggio ancora si è rassegnati.

Marsala è una città che ha tanto da offrire, ma così rischia di perdere la propria anima. E forse è già tardi. Ma se è vero che non è mai troppo tardi, allora è il momento di fare qualcosa. Non possiamo aspettare interventi sporadici ogni due o tre anni, quando intanto i giovani si perdono, uno alla volta, giorno dopo giorno.

Non vogliamo vedere i figli dei nostri amici, dei nostri vicini, dei nostri concittadini spegnersi così, lentamente. Non possiamo continuare a far finta di nulla. Chi denuncia non è un infame. Chi denuncia ha coraggio, ha dignità, ha senso civico. Denunciare significa salvare delle vite, anche quelle di ragazzi che ancora non si rendono conto di essere finiti in un tunnel pericoloso.

A chi legge, dico: pensa a tuo figlio, a tua figlia. Guarda cosa potrebbe diventare la loro vita se nessuno fa niente. Chi entra in certi giri, finisce per non riconoscere più nemmeno il volto dei propri genitori.

Liberiamoci la coscienza. Non domani. Ora.

Nino

 



Lettere & Opinioni | 2025-04-24 09:00:00
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