Marsala città infetta
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Dopo l'operazione della Procura di Marsala che ha emesso una serie di ordinanze per diversi politici locali accusati di aver messo in vendita il loro sostegno politico al movimento Via, mi ha colpito la reazione, pressoché generalizzata: il silenzio.
Come se tutto fosse atteso (già su Tp24, tempo fa, avevamo dato notizia delle indagini). Ma anche come se tutto questo (gli scandali, gli arresti più o meno eccellenti) fosse una quota, una tara, una sorta di tassa sul consumo, una specie di Iva, che noi paghiamo necessariamente per questa "cosa", questa condotta, questa idea della vita pubblica, che in Procura chiamano truffa o corruzione, perchè, codice alla mano, è questo, ma che per noi, che conosciamo le umane cose, anche le più misere, è uno stile di vita, un modo di fare profondamente incistato nelle coscienze di politici e loro clientes, il "socco c'è ppi mia" che è l'unica ideologia che ha superato il novecento, la fine della storia, e che resiste a tutto.
E torniamo sempre là, al punto dirimente: levato l'alibi della mafia, siamo nudi con le nostre vergogne, e non ci salvano le parate sulla legalità con i pennacchi o le intitolazioni, non basta stare seduti accanto al Prefetto, o fare le marcette, dedicare una rotonda a qualche servitore dello Stato.
Perchè qui non c'entra niente la legalità. Il fatto non è giudiziario, è politico, umano. I soggetti coinvolti in questa come in altre indagini non percepiscono il disvalore della loro condotta. Per loro è normale: che male c'è? Non si è fatto sempre così? E in effetti, senza l'elemento della consapevolezza, cosa parliamo a fare di reati? Tp24 negli anni ha raccontato come le alleanze e i cambi di casacca in diversi consigli comunali, e oltre, vengano fatte con le assunzioni, gli incarichi e le consulenze per figli, amici e parenti. Si prendano all'Ars i casi di Paolo Ruggirello e di Nino Oddo, che, da deputati "questori" distribuivano incarichi a tanti consiglieri comunali e loro affini. Non c'è reato, ma c'è un modo di intendere la politica, che non è neanche l'equazione: tu mi sostieni, io ti do il posto di lavoro. Perchè è anche sbagliato scrivere che sono stati offerti posti di lavoro in cambio di voti e appoggi politici, ma quando mai. Fosse così magari ci potrebbe essere l'illusione di una certa economia che gira... Invece, a guardare bene, questi "posti di lavoro" offerti in cambio del sostegno politico sono sempre incarichi provvisori, posti precari, robe che durano un mese o un anno, consulenze, cose campate in aria, claudicanti e senza futuro come la politica che rappresentano.
Questa amministrazione comunale di Marsala è un'amministrazione infetta. Bisogna dirlo chiaramente. Lo è per un semplice peccato originario: il movimento Via e Papania hanno contribuito in maniera determinante alla vittoria al primo turno del Sindaco Massimo Grillo con tre liste. Tre. E un mare di voti.
Ma anche noi siamo infetti. Noi che vogliamo la sicurezza in città, convinti che il problema siano i "niuri" a Porta Mazara o i ragazzi che girano nei motorini senza targa per andare a fare gli schiavi in campagna. Ma non lo capite che mentre ci dicono questo, mentre fanno le parate per la legalità, mentre fanno i tavoli tecnici, ci rubano i nostri soldi? Il valore dei beni sequestrati nell'operazione di Papania e soci ammonta ad 8 milioni di euro. Ed è solo uno spaccato, pure piccolo, di un sistema, quello della formazione, che in Sicilia è un cancro che ha alimentato da sempre la politica. 8 milioni di euro, solo questa operazione, di soldi nostri. Rubati. Quante cose ci potevamo fare, con quei soldi, per migliorare la qualità della vita in città?
Si, questa è un'amministrazione infetta, non solo perchè rappresenta una politica stupida, marcia, e uguale a se stessa, ma perchè declamare a gran voce la legalità è nulla senza responsabilità. Gli stessi consiglieri adesso sospesi oggi sono quelli della maggioranza del Sindaco Massimo Grillo che si sono spellati le mani per la cittadinanza onoraria a Giovanni Falcone.
Il Sindaco Massimo Grillo, dice parole vane e senza senso di chi difende un rito e una liturgia, il tirare a campare del quale è maestro. Stanno in silenzio gli alleati. Ma che l'opposizione taccia è davvero incredibile. In realtà qualcuno ha parlato, i Verdi, e la loro proposta è un rimedio peggio del male: "un protocollo di legalità", che stabilisca "requisiti di integrità". Prima delle prossime elezioni, i candidati, devono firmare, che cosa?, una dichiarazione dove dicono che non hanno figli senza lavoro, nipoti da sistemare, incarichi nella formazione? Ma davvero non si capisce che il vero dramma è che tutto questo non si può normare o definire, magari, ci vorrebbe un app tipo la sfortunata Immuni che ti dice dove sei contagiato e dove no. Troppo facile. Ci vuole la politica, quella vera, quella che ha a che fare con il bene comune, come sempre, lo stare nelle cose, la testa alta, il guardarsi negli occhi. Non lo fa più nessuno. Anche per questo siamo tutti infetti.
Giacomo Di Girolamo
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