Ieri a Castelvetrano c’è stata la cerimonia di intitolazione della sala riunioni del Commissariato di Pubblica Sicurezza ad Antonio Manganelli.
Nel 2012 era stato proprio lui ad inaugurarne l’attuale sede, tagliando personalmente il nastro in una simbolica riappropriazione dello Stato di un bene posseduto dai mafiosi.
Si trattava, come ha raccontato il questore Giuseppe Felice Peritore, di un uliveto di 6500 metri quadri confiscato ed appartenente al boss Totò Riina, “che l’aveva acquistato tramite un prestanome poi collaboratore di giustizia, su richiesta specifica di Matteo Messina Denaro, certamente per affermare il potere della mafia in questo territorio”.
Sui risultati raggiunti nella lotta alla mafia, il questore di Trapani Giuseppe Felice Peritore è intervenuto riportando la “metafora del rocciatore” usata da Manganelli “per farci capire come guardando indietro la strada che abbiamo fatto è molta e, anche se il traguardo finale della sconfitta completa della mafia non è stato ancora raggiunto, non dobbiamo farci prendere dallo sconforto e guardare con ottimismo al futuro”.
Il questore ha poi rinnovato l’importanza dell’arresto dei latitanti, rimarcando con forza che incessante deve essere l’azione dello Stato per la loro ricerca, non abbassando mai la guardia.
“Da questo territorio Antonio Manganelli ribadiva l’impegno delle forze di polizia, proferendo l’inequivocabile frase ‘Li prenderemo tutti’. E dava nuovo impulso all’arresto dell’ultimo grande latitante Messina Denaro, avvenuto con grandi sacrifici anni dopo grazie alla brillante operazione dei colleghi dell’arma dei carabinieri coordinati dal procuratore De Lucia. Ma grazie ad un’incessante attività investigativa che nel tempo aveva ridotto al minimo la rete dei fiancheggiatori, dei sodali e compartecipi nelle sue condotte criminali”.
Il prefetto Daniela Lupo ha parlato di “un territorio connotato e gravato dalla presenza della criminalità organizzata, su cui tanto è stato fatto dagli uomini delle forze dell’ordine e della polizia di stato in particolare”. Ha sottolineato come l’iniziativa “si inserisce nei cento passi”, ribadendo “la vicinanza del nostro ministero al territorio di Trapani e a Castelvetrano in particolare. E soprattutto agli uomini e alle donne che su questo territorio lavorano, credendo fermamente in quello che fanno”.
Il capo della Polizia, Vittorio Pisani, ha ribadito il concetto di sicurezza partecipata che aveva introdotto Manganelli, “parlando di colleghi magistrati, di colleghi giornalisti, di colleghi cittadini. Credo sia il più grande insegnamento che lui ci abbia lasciato – ha affermato Pisani - solo tutti quanti insieme possiamo cercare di offrire ai cittadini una sicurezza che è il nostro compito e la nostra missione quotidiana”.
Presente anche la vedova di Manganelli Adriana Piancastelli: “Essere poliziotto non significa, retoricamente, far parte di una famiglia. Ma soprattutto far parte di una squadra. Per me oggi è un’emozione bellissima passare dove è passato mio marito, con la voce rotta dal tumore ai polmoni, la voce sofferente, ma con tanta forza. E’ stata la stessa forza che ci ha fatto andare avanti tutta la vita insieme. Anni bellissimi, dedicati alla professione, ma senza mai dimenticare che alla base di tutto c’è un profondo senso religioso, morale ed etico della vita. Tanto che quando è nata mia figlia, il nostro grido quotidiano di forza è diventato ‘noi’. Perché eravamo una squadra, siamo una squadra, perché la polizia è una squadra. Una squadra che gioca per l’Italia”.
Il sindaco Giovanni Lentini si è invece detto “convinto che la collaborazione fra istituzioni pubbliche insieme al sistema associativo che vede l’impegno dei cittadini nel sociale e nell’attività di sviluppo morale e culturale di promozione della popolazione, sia un elemento essenziale perché si possano realizzare l’attività concreta dell’amministrare quei principi di libertà e solidarietà che ci sono stati indicati dalla nostra Costituzione. Tale realizzazione – ha detto, concludendo il suo intervento - costituisce il primo grande baluardo contro la criminalità organizzata”.
Tra i presenti in sala c’erano il presidente del consiglio comunale di Castelvetrano, Mimmo Celia ed altri sindaci del territorio, come Giuseppe Castiglione di Campobello di Mazara e Francesco Li Vigni di Partanna. Presenti don Ciotti, i vescovi di Trapani e Mazara del Vallo, oltre al procuratore di Palermo Maurizio De Lucia e i colleghi Gabriele Paci di Trapani e Ferdinando Asaro di Marsala. Ma anche il Direttore Centrale Anticrimine Alessandro Giuliano, il Direttore Centrale per la Polizia Stradale, Ferroviaria e per i Reparti Speciali Renato Cortese.
La scopertura della targa posta dinanzi alla sala, è stata preceduta dalla proiezione di un video dell’inaugurazione del 2012, con alcuni passaggi significativi dell’intervento di Manganelli in quell’occasione.
L’iniziativa si è poi conclusa nel pomeriggio, con un concerto organizzato al Teatro “Selinus” e la partecipazione degli alunni del Conservatorio di Musica “Antonio Scontrino” di Trapani.