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07/10/2024 09:00:00

Il misterioso atterraggio del presidente americano a Castelvetrano

C'è un pezzo di storia poco conosciuto che emerge dagli eventi della Seconda Guerra Mondiale, e riguarda direttamente la Sicilia. Quando, l'8 dicembre 1943, il presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt atterrò all’aerodromo militare dismesso di Fontanelle, a Castelvetrano, nessuno avrebbe immaginato che quella visita nascondesse un incontro top-secret, destinato a cambiare la strategia della campagna militare alleata in Italia.

Uno dei pochi testimoni oculari di quell’evento fu il sergente Lars Eklund, tecnico dell’aviazione americana. Eklund assistette a un incontro riservato tra Roosevelt e i suoi generali, un briefing strategico cruciale per il corso della guerra. Negli ultimi anni, l'architetto e appassionato di storia militare Maurizio Tosco ha seguito le tracce di questo prezioso testimone, riuscendo infine a entrare in contatto con i suoi figli, Paul e John, negli Stati Uniti.

Grazie a questa scoperta, i cimeli appartenuti a Eklund hanno fatto il loro ritorno in Sicilia, donati al Museo Storico dello Sbarco in Sicilia 1943, situato nel complesso "Le Ciminiere" di Catania. Durante una cerimonia toccante, alla presenza del responsabile del museo Salvino Maltese e del consulente militare colonnello Corrado Rubino, sono stati presentati al pubblico questi preziosi oggetti. L’arrivo del pacco, spedito dalla Carolina del Nord, ha portato con sé uniformi, distintivi e decorazioni al merito dell'aeronautica statunitense, ma soprattutto, alcune fotografie inedite di Roosevelt scattate dal sergente Eklund, e una lista scritta di suo pugno con i nomi di tutti gli ufficiali e consiglieri presenti al meeting segreto.

Secondo Tosco, questi cimeli costituiscono una "prova storica documentale unica". Infatti, dopo oltre 80 anni, queste testimonianze permettono una lettura più accurata degli eventi legati allo sbarco in Sicilia, smentendo definitivamente una delle teorie più diffuse, ma mai supportate da documenti credibili: quella sul presunto coinvolgimento di Lucky Luciano e della mafia nell'organizzazione dell'operazione anfibia.

Ma cosa ci faceva Roosevelt in un piccolo aerodromo siciliano? Tosco ci offre una spiegazione intrigante: "Ufficialmente, il presidente atterrò per decorare alcuni suoi generali, ma in realtà fu un’operazione coperta. Le vere motivazioni dell’incontro erano di natura geopolitica". Roosevelt, infatti, stava discutendo con i suoi più stretti collaboratori il futuro del Mediterraneo e il ruolo che gli Stati Uniti avrebbero dovuto giocare in Italia. Questo meeting segreto si inseriva in un contesto internazionale complesso, in cui si incrociavano le ambizioni dei "tre grandi": Winston Churchill, che mirava al controllo del Mediterraneo per garantirsi il dominio commerciale e petrolifero; Stalin, che stava tessendo una rete di contatti con i comunisti italiani; e, ovviamente, Roosevelt, che fino a quel momento non aveva ancora preso una posizione chiara sul futuro politico della regione.

Secondo le ricerche di Tosco, l’evento chiave che spinse Roosevelt a rivedere i suoi piani fu un messaggio ricevuto appena quattro giorni prima, il 4 dicembre 1943. In quella data, Andrea Finocchiaro Aprile, capo del movimento indipendentista siciliano, aveva inviato una minaccia di insurrezione al segretario di Stato americano Cordell Hull. Questa mossa, pensata come un grido d'aiuto, si rivelò un boomerang, spingendo Roosevelt a intervenire direttamente, cambiando radicalmente i suoi piani.

I dettagli raccolti da Tosco nel corso di oltre un decennio di ricerche saranno inclusi in una nuova edizione del suo libro “L’Immacolata segreta del 1943”, che sarà presentata in anteprima alla prossima fiera del libro di Francoforte. Si tratta di un'occasione imperdibile per scoprire nuove rivelazioni su una delle pagine più affascinanti e meno conosciute della storia dello sbarco in Sicilia.



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