L’incontinenza verbale è un tratto caratteristico di Gianfranco Miccichè, ex presidente dell’ARS, fondatore di Grande Sicilia, insieme a Raffaele Lombardo e Roberto Lagalla. Si è raccontato in una intervista a Blog Sicilia e non ha risparmiato quasi nessuno nella sua analisi della politica regionale attuale.
E’ partito dalle mance, cioè dai contribuiti che non ci sono in manovra bis, quella che dovrà essere discussa e approvata a breve dall’ARS, per Miccichè il danno non sono le mance “Nel momento in cui non ci sono altri tipi di lavori e non si crea nulla, quantomeno fai da volano di danaro che si spende. Quello che c’è di brutto nel sistema è che sparisce l’opposizione”.
Contrario a questa modalità di elezioni di secondo livello, va a ruota libera in una intervista rilasciata a Blog Sicilia, affermazioni anche pensanti a tratti gravi. Adesso è leader di un nuovo contenitore politico, ha riappianato i rapporti tesi con il presidente Renato Schifani. Loro che hanno convissuto in Forza Italia per anni interi, poi rapporti rotti per una serie di incomprensioni, ora la ripresa del dialogo ma Miccicchè non è in maggioranza e nemmeno in opposizione, anche Grande Sicilia, ha detto, deve capire cosa fare: “E’ una Regione che finora ha fatto solo le leggi finanziere. Non c’è una riforma”.
Ed è vero, è una Assemblea regionale che ha lavorato poco in termini di legislazione. La settimana scorsa è stato bocciato l’aumento delle indennità per gli amministratori delle società partecipate della Regione, maggioranza battuta, grazie al voto segreto chiesto dalle opposizioni.
Per Antonio De Luca, capogruppo del Movimento 5 Stelle “Non è un problema su dove prendere i fondi, per noi è il tema – dice che di lì a poco presenterà l’emendamento soppressivo dell’articolo. Con la situazione che stanno affrontando tante famiglie siciliane, noi ci mettiamo a discutere dei compensi dei consiglieri di amministrazione delle società partecipate, che quasi sempre sono dei trombati della politica, gente che porta voti, con risultati peraltro pessimi alla guida delle nostre partecipate. Per questo siamo contrari”.
E lo stesso Miccichè non è stato dolce con il provvedimento: “Non sono e non mi iscriverò mai al partito di quelli che puntano a guadagnare meno, perché mi sembra una stupidità, ma ci sono delle regole che vanno rispettate. Guadagnare di più ha senso se si lavora di più, se si lavora meglio, se si portano risultati migliori rispetto a quelli che venivano portati prima. Ora, il perché bisogna aumentare gli stipendi degli amministratori delle partecipate è possibile saperlo? L’assessore al Bilancio ha un’idea di quello che gli costa questa sciocchezza? E tutti quelli che parlano sempre di moralità, hanno idea di quello che succede in un posto quando aumenta lo stipendio non per merito ma per raccomandazione? Chiederei a questo governo una motivazione, sarò il primo a votare a favore di quegli amministratori che hanno fatto meglio dei precedenti”.
Sulla ricandidatura di Schifani l’ex presidente dell’ARS va dritto: "tutti dicono che lo ricandidano e tutti lavorano per il contrario". Sulla ipotesi Gaetano Galvagno è duro: “Discutiamo se è una idea positiva mettere la Regione nelle mani di La Russa & company. Sono le cose striscianti che ci portano allo stato di confusione”.
Poi l’attacco fortissimo, seppure le parole pronunciate non si capiscano molto bene: “Oggi il Parlamento non c’è. Galvagno sta facendo bene, il ruolo che gli è stato affidato lo sta svolgendo, che è stato quello di comprare (pare che dica “un pugno di deputati”). Non mi piace, non fa parte del mio modo di fare la politica. Non fa parte del mio modo di pensare”.