ìLa desertificazione commerciale continua a rappresentare una criticità per i centri urbani siciliani, incidendo negativamente sull'economia e sul tessuto sociale. Tuttavia, segnali positivi emergono dal settore dell'alloggio e della ristorazione, che negli ultimi anni ha registrato una crescita significativa, modificando il paradigma dello sviluppo economico regionale.
Secondo lo studio condotto dall'ufficio studi di Confcommercio nazionale, basato su dati del centro studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, la situazione del commercio al dettaglio nelle undici città siciliane analizzate è preoccupante. Nel periodo 2012-2024, il numero di esercizi nel centro storico è sceso da 5.862 a 4.357, con la chiusura di 1.505 attività. Nelle aree non centrali, il calo è stato ancora più marcato, passando da 15.488 a 12.667 attività, con una perdita di 2.821 esercizi.
Di contro, il settore della ristorazione e dell'ospitalità mostra una crescita significativa. Nel centro storico, gli alberghi, bar e ristoranti sono passati da 1.951 nel 2012 a 2.656 nel 2024, registrando un incremento di 705 unità. Anche nelle zone periferiche si evidenzia un trend positivo, con un aumento da 4.781 a 5.612 attività (+831 unità).
Gianluca Manenti, presidente di Confcommercio Sicilia, sottolinea come questo settore non solo stia resistendo alla crisi, ma stia attirando anche investitori esteri, aprendo nuove prospettive di sviluppo. Tuttavia, per contrastare il declino del commercio tradizionale e preservare l'attrattività delle città, è necessario avviare progetti di riqualificazione urbana.
In questa direzione si muove il progetto "Cities" di Confcommercio, mirato a migliorare la vivibilità, la sicurezza e i servizi urbani per garantire un futuro sostenibile ai centri storici siciliani.