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15/04/2025 18:30:00

Alcamo, Muschio Ribelle denuncia: "La Funtanazza un bene comune, non un affare a porte chiuse"

A pochi mesi dalla stagione degli incendi che ogni anno minaccia il Bosco d’Alcamo, torna a farsi sentire la voce del collettivo Muschio Ribelle, che denuncia con forza la mancanza di ascolto e trasparenza da parte delle istituzioni locali e provinciali. Il nodo della discordia è ancora una volta La Funtanazza, immobile strategico all’interno della Riserva Naturale Orientata Bosco d’Alcamo, chiuso e murato dal 9 ottobre scorso, e al centro di una negoziazione che gli attivisti definiscono "opaca" e "potenzialmente pericolosa".

Un confronto mai avvenuto
Il gruppo Muschio Ribelle accusa l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Domenico Surdi, di aver disatteso la promessa di un dialogo istituzionale sul futuro de La Funtanazza. Nonostante richieste formali inviate via email, WhatsApp e protocollo ufficiale tra novembre e dicembre 2024, l’assemblea non ha mai ricevuto risposta. "Una grave occasione persa per tutta la comunità", denunciano gli attivisti, che auspicavano un confronto per proporre un modello di gestione civica e partecipata del bene.

Trattative a porte chiuse...
Nel comunicato, Muschio Ribelle punta il dito contro l’ex Provincia (oggi Libero Consorzio Comunale di Trapani), che starebbe portando avanti una trattativa senza bando pubblico per la gestione de La Funtanazza. Il gruppo lamenta non solo l’esclusione da queste discussioni, ma anche il rifiuto di accesso agli atti, in violazione del principio di trasparenza amministrativa. A peggiorare il quadro, "voci mai smentite" parlano di un interessamento di famiglie mafiose locali per l’immobile.

La Funtanazza: da spazio abbandonato a presidio anti-incendi
Durante l’estate 2024, Muschio Ribelle aveva “liberato” La Funtanazza, trasformandola in un centro vitale per attività culturali, sociali e ambientali, aperto a tutti e gestito secondo i principi dell’autogoverno partecipativo. Tra le iniziative più significative, la creazione di una rete di volontari per la guardianìa anti-incendi, che ha contribuito a un risultato storico: per la prima volta dal 2019, nessun incendio ha colpito le aree della Riserva durante l’estate scorsa. Un modello riconosciuto anche a livello internazionale: l’esperienza è stata selezionata per la conferenza biennale dell’International Association for the Study of Commons, che si terrà a giugno 2025 negli Stati Uniti.

"Serve una scelta etica e costituzionale"
Gli attivisti sottolineano che la Costituzione italiana, modificata nel 2022, riconosce la tutela dell’ambiente come valore assoluto. "In un contesto in cui il degrado ambientale e il rischio incendi crescono di anno in anno", afferma il collettivo, "è doveroso affidare la gestione de La Funtanazza a chi ha dimostrato cura, efficacia e visione collettiva".

Le richieste al Comune
Muschio Ribelle chiede al Comune di Alcamo: di assumere direttamente la gestione de La Funtanazza, sottraendola all’ente provinciale ritenuto inadempiente; di dotarsi di un regolamento comunale sui Beni Comuni, come già fatto a Napoli e Palermo; di avviare immediatamente un percorso di confronto pubblico e partecipato sul futuro della Riserva.

Una storia di resistenza e partecipazione
 La Funtanazza si era trasformata in un laboratorio di partecipazione democratica, attrattore di energie locali, nazionali e internazionali. Un’esperienza che — come ricorda Muschio Ribelle — ha saputo coniugare visione, concretezza e cura del territorio, in un’Isola che troppo spesso vede spazi pubblici abbandonati o svenduti. E mentre la stagione degli incendi si avvicina, la domanda che gli attivisti rilanciano è semplice ma urgente: quale futuro per La Funtanazza? E, ancora di più: a chi appartengono davvero i beni comuni?



Cittadinanza | 2025-04-27 17:00:00
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