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Teatro

A Castelvetrano lo spettacolo "Paolo Borsellino"

Piazza Giovanni Paolo II 91022 Castelvetrano
28/08/2014 - 29/08/2014

Continuano gli appuntamenti nell'estate di Castelvetrano, giovedì 28 agosto alle 21.30, in piazza Giovanni Paolo II, a Triscina di Selinunte, si terrà lo Spettacolo teatrale dal titolo "Paolo Borsellino", una drammaturgia tratta dal libro omonimo del giornalista Umberto Lucentini e allestito nell'ambito del progetto "Legalitàlia". Un opera particolare che racconta una inedita versione del giudice Borsellino, partendo dalla sua infanzia fino alla sua prematura scomparsa per mano della mafia.

Si continua venerdì 29 agosto alle ore 21.30 nel Sistema delle Piazze a Castelvetrano, con Clandestini, liberamente tratto da “Notre Dame de Paris” di Victor Hugo, un progetto di integrazione culturale tra i giovani allievi della Scuola di Teatro AKKADEMIA “Ferruccio Centonze” e gli ospiti richiedenti asilo della cooperativa “Insieme” onlus, per la regia di Giacomo Bonagiuso.
Nella nota di regia Bonagiuso scrive: “La pretesa di creare un “abbraccio” tra giovani somali e giovani della Valle del Belice non poteva non passare dalla via del teatro: un mondo dove – “insieme” – si possono creare emozioni, raccontando una storia che nasce dalla penna di Victor Hugo, ma che, trascende il 1482, la periferia parigina, e si colloca oggi, nel cuore del mediterraneo, dove “il diritto d’asilo” invocato dai “clandestini” di “Notre Dame” riecheggia prepotente nell’esodo a cui, drammaticamente spesso, assistiamo.
Per una volta, dunque, Castelvetrano, si fa capitale dell’incontro, dell’accoglienza, dello scambio, della mutua voglia di stare insieme, sopra un palcoscenico, a condividere una narrazione. Questo spettacolo nasce come esito del laboratorio condotto nei mesi di luglio e agosto da Giacomo Bonagiuso per una platea mista: un felice incontro tra tradizioni, fedi, idee, vissuti diversi, ma accomunati dalla condivisa passione per l’arte.
Così, trentasei giovani, da 12 a 40 anni, si sono incontrati per affrontare con successo le difficoltà linguistiche, di comunicazione, e superare, insieme, il timore dell’altro. “Condividendo” momenti di lavoro e di costruzione drammaturgica, di canto e di danza, di interpretazione e di movimento scenico, infatti, questi giovani, sono riusciti a centrare il fine primario dell’arte: accomunare e raccontare. Verbi dei quali oggi abbiamo assoluto bisogno, in un tempo in cui la situazione geopolitica del mondo richiama prepotentemente tutti noi non solo ad una generica e teoretica riflessione, ma a concreti gesti di solidarietà, accoglienza e intercultura.”
 

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