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Teatro

Orestiadi. "La borto" di La Ruina e la grande musica con il "Requiem for a dying planet"

91024 Gibellina
26/06/2014 - 26/06/2014

Per il festival "Orestiadi, nel segno del contemporaneo", promosso dalla Fondazione Orestiadi con la direzione artistica di Claudio Collovà giovedì 26 giugno alle 21 a Palazzo Di Lorenzo, va in scena «La borto» a cura di «Scena Verticale». Di e con Saverio La Ruina. Musiche composte ed eseguite dal vivo da Gianfranco De Franco. Ingresso libero.

Non è solo la storia di un aborto. È la storia di una donna in una società dominata dall’atteggiamento e dallo sguardo maschili: uno sguardo predatorio che si avvinghia, violenta e offende; un atteggiamento che provoca gli eventi ma fugge le responsabilità. L’aborto ne è solo una delle tante conseguenze. Ma ne è la conseguenza più estrema. La protagonista racconta l’universo femminile di un paese del meridione. Schiacciata da una società costruita da uomini con regole che non le concedono appigli, e che ancora oggi nel suo profondo stenta a cambiare, vittoria racconta il suo calvario in un sud arretrato e opprimente.

 

Sempre giovedì 26 giugno alle 22 al Baglio Di Stefano Gennaio è in programma il “Requiem for a dying planet”. Musiche di Ernst Reijseger per il cinema di Werner Herzog. Con Ernst Reijseger (cello), Mola Sylla (voce, xalam, m'bira), Harmen Fraanje (pianoforte) e Cuncordu e tenore de Orosei (coro sardo). Ingresso 5 euro.

Reijseger, Fraanje and Sylla si sono conosciuti bene negli ultimi anni, condividendo molte avventure, sia come trio che in altri progetti, come la colonna sonora del film di Werner Herzog’s My Son My Son What Have Ye Done e Cave of Forgotten Dreams. Danno vita ad un sound unico, una musica unica, originale e personalissima.

Ernst Reijseger è una degli artisti più innovativi degli ultimi 20 anni sulla scena internazionale del jazz, world music e nell'improvvisazione. Costantemente spinto alla ricerca di nuovi linguaggi ed espressioni.

Nato a Dakar, in Senegal, Mola Sylla è cresciuto nella tradizione dei Griot, poeti-cantori erranti, che tramandavano la tradizione musical-teatrale dell'Africa Occidentale assolvendo ad un'importantissima funzione culturale.

Il gruppo Cuncordu e tenore de Orosei è tra i migliori interpreti nel vasto panorama delle musiche vocali sarde. Oltre che la loro eccezionale bravura, anche per la peculiarità del loro repertorio, che abbraccia entrambe le forme della tradizione vocale di Orosei: quella del canto sacro, tipica delle confraternite religiose, e quella profana del canto a tenore.

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