Festival Orestiadi. In scena Otradnoie 1 e Richard III
Per il festival "Orestiadi, nel segno del contemporaneo", promosso dalla Fondazione Orestiadi con la direzione artistica di Claudio Collovà, mercoledì 25 giugno alle 20,30 nel Sistema delle piazze di Gibellina (Trapani) è in programma Otradnoie 1 del Proyecto Otradnoie (Barcellona/Tolosa). Performers: Ingrid Esperanza, Maurici Pascual, Germán Caro Larsen. Ingresso libero.
Otradnoie allude ad un mondo di oblio, un mondo pieno di cose che hanno perso la loro funzione, di persone che hanno rinunciato a vivere. Qui, lontano da Otradnoie, c’è troppo rumore, tutto è soffocato dalla stupidità umana. Bombardati da flussi di informazione, esortati ad un consumo bestiale che promette una vita “ ideale”, troviamo solo spreco e insoddisfazione. Il set dello spettacolo è formato da oggetti di recupero che trovano un nuovo significato e una nuova vita in scena. Questi oggetti, che hanno perso la loro funzione, coesistono con macchinari e strumenti elettronici che generano rumori; questi costruiscono la musica dello spettacolo , creando una particolare sonorità dimenticata, uno stordimento pieno di polvere. La performance ha luogo in un cerchio simbolico, sotto una tenda metallica triangolare. Il linguaggio scenico è basato sulla musica dal vivo (creazioni sonore e manipolazioni), tecniche circensi (hair-hanging, tessuti aerei, manipolazione di oggetti) e sulla danza. La musica è live, composta con strumenti digitali e strumenti costruiti appositamente per questa creazione che , come la voce, producono suoni analogici per creare l’atmosfera sonora del pezzo.
Sempre mercoledì 25 giugno alle 21,30, a Palazzo Di Lorenzo, va in scena “Richard III” di William Shakespeare: “Straggi” e “Luttu”. Regia, adattamento e traduzione in siciliano sono di Giuseppe Massa. Con Giovanni Calcagno e Simona Malato. Scene e costumi di Simone Mannino e Philippe Berson. Luci di Rudy Laurinavicius. Suono di Carletto Faccioni. Assistente alla regia, Maria Grazia Maltese.
"Richard III" è una co-produzione Associazione Bogotà/A.C. Sutta Scupa, in collaborazione con Teatro Mediterraneo Occupato, Nostra Signora c.c.d, ‘a Strùmmula. L’ingresso è libero.
L’approfondita analisi sui comportamenti dell’uomo quando entra in relazione col potere, o più semplicemente la sfacciata rappresentazione di quella sete di potere che cova in ognuno di noi, che altro non è se non l’ostacolo principale per una società equa e libera, è alla base di una personale rivisitazione della famosa opera di Shakespeare, attraverso anche radicale traduzione in siciliano. Durante l’analisi della totalità della tragedia si sono palesati tre ambienti drammaturgici e poetici: Straggi, Luttu, guerra. Qui vengono presentati i primi due. Di conseguenza, pur seguendo la cronologia degli eventi e rispettando fedelmente la struttura dialogica dell’opera, la ricerca ha virato verso una forma più frammentaria, dinamica e visionaria.
Straggi con Giovanni Calcagno - In questo episodio ci si concentra sulla solitudine del futuro re. Sul sentimento di estraneità che prova verso la società in cui vive, sulla sua spasmodica voglia di potere e la sua consequenziale vertiginosa discesa negli inferi dell’orrore. In particolare verranno affrontate le scene in cui l’affascinante carnefice progetta e decreta come mandante la morte di suo fratello Clarence e dei suoi nipotini. Innocenti vittime di famiglia che vengono trattate dall’arrivista mostruoso dittatore come semplici intralci nel cammino verso l’ambita corona. Una cruda e allucinata riflessione sulla mercificazione e relativa svendita degli affetti umani, siano essi anche quelli più carnali e profondi. Nella scena prevarrà il bianco. Il bianco dell’innocenza perduta.
Luttu con Simona Malato. Questo secondo episodio è un focus sulla quarta scena del quarto atto e in particolare sull’universo femminile che subisce indirettamente la tragedia. L’ex regina margherita, la duchessa di York (madre di Riccardo) e l’ex regina Elisabetta (madre dei due principini uccisi) saranno interpretate dalla stessa attrice che in questo modo incarnerà il ciclico percorso fatto di dolore, tradimento e lutto a cui sono destinate tutte le donne che fanno parte di questo mondo saturo di morte. Quasi il riflesso triplicato di una stessa regina ripetutamente e all’infinito spodestata e abbandonata. All’interno di una sorta di cimitero del potere perduto in cui si contestualizza la vicenda, il nostro Riccardo non poteva che essere un’ulteriore emanazione di quell’universo femminile che è stato capace di generarlo. Il nero è il colore predominante. Il nero del lutto e della macabra notte in cui è precipitata questa umanità ubriaca di sangue.
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