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Teatro

Segesta Teatro Festival

Teatro Antico Segesta 91013 Calatafimi Segesta
17/08/2023 - 22/08/2023

  Il 17 agosto alle 19.30 il Teatro Antico di Segesta accoglie la danza contemporanea di Nothing, rilettura dello shakespeariano Re Lear, fra le ultime creazioni di Michela Lucenti e Balletto Civile, formazione che da anni si distingue nel panorama nazionale e internazionale per la forte dimensione etica. L’opera di Shakespeare nelle mani del collettivo si trasforma in una drammaturgia spigolosa, capace di inserirsi come un cuneo nelle pieghe della realtà, un duello fisico fra corpo e parola, movimento e spazio scenico. Il titolo evoca il “Niente” pronunciato da Cordelia, la parola che dà inizio alla distruzione del conosciuto e che apre le porte al nuovo, al sovversivo, ad un ordine che non era prestabilito.

In scena Attilio Caffarena, Maurizio Camilli, Loris De Luna, Maurizio Lucenti, Michela Lucenti, Alessandro Pallecchi, Matteo Principi, Emanuela Serra e Giulia Spattini. Il sound design è affidato a Guido Affini, le luci sono di Stefano Mazzanti con Chiara Calfa, mentre le scene e i costumi sono di Alessandro Ratti insieme a Balletto Civile che firma anche la drammaturgia. Regia e coreografia, naturalmente, di Michela Lucenti. Produzione Balletto Civile- Estate Teatrale Veronese in collaborazione con Teatro degli Impavidi (Sarzana) - Dialoghi/Residenze delle Arti Performative Villa Manin. Lo spettacolo ha una durata di 70 minuti.

Sempre il 17 agosto, alle 21.00 al Tempio di Afrodite Urania, andrà in scena Nella lingua e nella spada della pluripremiata regista, drammaturga e attrice Elena Bucci, protagonista unica sulla scena.

Lo spettacolo è un melologo ispirato alla storia d’amore e di politica fra il poeta e rivoluzionario greco Alekos Panagulis, principale oppositore del regime dei Colonnelli, e la giornalista e scrittrice Oriana Fallaci che lo intervistò il giorno della sua liberazione, realizzata grazie a un forte movimento internazionale. Da lì, una relazione che si sviluppa nel corso di qualche anno, dal 1973 al 1976, anno della misteriosa morte di Panagulis. Un legame sentimentale ma soprattutto politico e letterario fra due intellettuali che trovarono nella lingua e nella carta la loro “spada”, uno strumento di resistenza contro la dittatura e ogni forma di pensiero autoritario. “Sullo sfondo è la musica greca, che ha saputo accogliere la musica latina, araba e balcanica fino a farne una sintesi che ci identifica tutti in un unico linguaggio” commenta la stessa autrice. Lo spettacolo è prodotto da Le Belle Bandiere, con la drammaturgia musicale di Luigi Ceccarelli che si apre alle incursioni musicali del batterista e percussionista jazz Michele Rabbia e del clarinettista Paolo Ravaglia; la rielaborazione site specific è di Max Mugnai, il light design di Loredana Oddone che interviene anche sulla realizzazione delle scene, la regia del suono di Raffaele Bassetti e le scene disegnate da Nomadea che insieme a Marta Benini e Manuela Monti cura anche i costumi. Produzione Le belle bandiere, Teatro Piemonte Europa, Ravenna Festival, Campania Teatro festival con il sostegno di Regione Emilia Romagna, Comune di Russi. Durata 75 minuti.

La compagnia Le Belle Bandiere di Elena Bucci e Marco Sgrosso, fra i protagonisti del nucleo storico del teatro di Leo de Berardinis, grande “eversore” del linguaggio teatrale, presenta in Prima Nazionale al Segesta Teatro Festival anche la nuova edizione di La canzone di Giasone e Medea, in programma il 18 e 19 agosto alle 19.30 al Teatro Antico.

Lo spettacolo, ideato a partire dai testi di Euripide, Seneca, Apollonio Rodio, Franz Grillparzer e Jean Anouilh, fa esplodere tutta la contemporaneità insita nel mito greco, grazie ad alcune tematiche drammaticamente attuali: i diritti degli esuli in terra straniera, la violenza del potere nella polis e tra gli individui, la differenza tra amore e possesso, il valore della parola data, il sospetto verso le arti magiche e il timore della conoscenza. La vicenda della madre assassina e dell’eroe indegno di gloria diventa, secondo le parole di Elena Bucci e Marco Sgrosso, sono “una ballata popolare che narra dell’amore che si trasforma in morte”.

In scena, oltre a Bucci e Sgrosso, autori del progetto, anche Nicoletta Fabbri, Francesca Pica, Valerio Pietrovita. Il disegno luci è di Loredana Oddone, la rielaborazione site specific di Max Mugnai, la drammaturgia sonora di Raffaele Bassetti mentre i costumi sono di Elena Bucci e Marta Benini e le maschere di Stefano Perocco di Meduna. Produzione Le belle bandiere, CTB Centro Teatrale Bresciano; durata 90 minuti.

Alla seconda edizione del Segesta Teatro Festival, l’alba del 20 agosto alle 5.00, l’ultima in programma, sarà un vero e proprio rito musicale per celebrare la cultura Mediterranea nelle sue molteplici contaminazioni, derive e approdi. Al sorgere del sole il Teatro Antico ospiterà il concerto D’autres rivages del musicista e compositore maghrebino Jamel Chabbi che per oltre un’ora incanterà il pubblico del festival con la sua voce e con il suono di uno strumento affascinante come il mediorientale oud.

Il progetto musicale di Chabbi, frutto di una lunga ricerca condotta attraverso fonti storiche e musicali, è un viaggio che parte dalla sua Tunisia verso altre rotte mediterranee, in un orizzonte culturale che unisce il Sahel e il Mare Nostrum: le canzoni e le musiche in programma valorizzano il patrimonio condiviso tra la Tunisia, la Libia, l’Algeria e la Sicilia. A queste si affiancano le composizioni originali di Jamel Chabbi, intonate sulle parole del poeta Mario Scalesi, nato a Tunisi da famiglia siculo-maltese, e del poeta Flaviano Pisanelli, dedicate alla lentezza fascinosa e immutabile della Tunisia, nell’epoca coloniale di Scalesi come nella vita di oggi. Durata 65 minuti.

La sera del 20 agosto alle ore 19.30, con replica il 21 e 22, il Teatro Antico invece ospita Edipo a Colono di Sofocle adattato da Giuseppe Argirò.

Lo spettacolo, della durata di 80 minuti, “ha nel ruolo del protagonista Giuseppe Pambieri, un attore in grado di mettere al servizio del personaggio la grande tradizione da cui proviene per indagare le infinite profondità dell’archetipo teatrale che più ha attraversato la cultura dell’uomo. Ad accompagnarlo è la figlia Micol Pambieri nel ruolo di Antigone a testimoniare la perfetta coincidenza tra realtà e rappresentazione” come nota lo stesso Argirò.

Anche in questo caso, il mito offre una grande lezione di attualità perché l’ultima opera di Sofocle, rappresentata postuma, “non solo racconta la complessità imperfetta e meravigliosa dell’essere umano ma ribadisce il diritto all’accoglienza dello straniero e il rispetto delle sacre leggi dell’ospitalità, ricordandoci che il mondo è di chi lo abita e che la salvezza del genere umano non sta nell’esclusione ma nella catena sociale che produce solidarietà e annichilisce ogni egoismo, privilegiando il bene della collettività”.

Prodotto da Teatro della città/centro di produzione teatrale Artelè, Edipo a Colono vede in scena anche Micol Pambieri e Gianluigi Fogacci, con Luigi Mezzanotte, Roberto Baldassarri, Elisabetta Arosio, Melania Fiore, Vinicio Argirò.

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