Il Sacco di Palermo e la morte di Giuseppe di Matteo, due autori raccontano da Otium
Mercoledì 20 luglio, alle ore 19.00, dialogo tra due autori: Vanessa Ambrosecchio e il libro "Cosa vedi" (il Palindromo Edizioni) e Martino lo Cascio con "Il giardino della memoria" (Mesogea Edizioni).
Due volumi che mostrano le due facce dello stesso male: la speculazione economica e la ferocia del crimine.
Ambrosecchio con il suo punto di vista sul sacco di Palermo. In una Palermo fantapolitica, sventrata dalle ruspe del Grande Cantiere che inneggiano alla Città Nuova, non piove e vige da vent’anni una sola stagione inalterabile. Nella decadente Galleria delle Vittorie sopravvive l’esercizio commerciale di Hagar, un ex fotografo disilluso al quale un misterioso cliente, Aureliano, chiede di sviluppare le foto di una donna che sembra morta. Hagar si lascia sedurre da quel mistero, fino a quando non incontra in carne e ossa Dana, la modella di Aureliano. In un’atmosfera di crescente minaccia, l’identità dei personaggi si sdoppia e si contraddice proprio quando ciascuno, lettore incluso, crede di avere afferrato la verità.
Martino Lo Cascio racconterà del rapimento del tredicenne Giuseppe di Matteo e del suo assassinio.
Il giardino della memoria affonda le radici nella cronaca di uno dei più efferati delitti mafiosi degli ultimi decenni: il rapimento del tredicenne Giuseppe Di Matteo e il suo assassinio, due anni dopo, l’11 gennaio 1996. Io narrante di questa drammatica storia è un regista teatrale che accetta l’incarico di scrivere una pièce su quell’omicidio e per farlo si concentra sui 779 giorni di prigionia del ragazzo.
Al suo racconto si alternano e si accompagnano come un coro da tragedia la ‘voce’ della vittima stessa, Giuseppe, e quelle fissate nella trascrizione di ampi stralci degli atti giudiziari del processo. Emerge così con crudezza l’assurdità di ciò che ci piacerebbe poter pensare solo frutto della fantasia mentre è realmente accaduto.
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