"La cala. Centro giorni nelle prigioni libiche"
Nel primo anniversario del sequestro dei 18 pescatori di Mazara del Vallo a opera delle milizie del generale Haftar, un libro ricostruisce quelle drammatiche vicende e la vita della comunità mazarese. A Mazara del Vallo la prima presentazione nazionale del reportage, con gli autori Giuseppe Ciulla e Catia Catania e il giornalista Luca Telese.
Domenica 5 settembre, ore 21.00, Mazara del Vallo, al Collegio dei Gesuiti, Giuseppe Ciulla e Catia Catania presentano il loro reportage edito da Bompiani "La cala. Centro giorni nelle prigioni libiche".
Scheda del libro: Il I settembre 2021 ricorre il primo anniversario del sequestro dei 18 pescatori di Mazara del Vallo, incarcerati dalle milizie del generale Khalifa Haftar, leader della Libia Cirenaica, con l’accusa di aver sconfinato in acque libiche. Dopo 108 giorni di carcerazione segnati da umiliazioni, maltrattamenti, forti pressioni psicologiche venivano liberati il 17 novembre, con una scia di polemiche per il viaggio a Bengasi del premier Conte e del ministro degli Esteri Di Maio, di fatto una legittimazione del generale Haftar nel grande gioco delle influenze tra Europa e Nordafrica.
Durante il sequestro, mentre le autorità italiane ostentavano sicurezza e ottimismo, la comunità mazarese si strinse attorno alle famiglie e un drappello di donne dalla tempra formidabile si batté per la liberazione degli ostaggi incatenandosi sotto il Parlamento per intere settimane. Erano tutte mogli tranne una: Rosetta Ingargiola Marrone, di settantatré anni. La madre del capitano del motopeschereccio “Medinea” Pietro Marrone – picchiato e messo in isolamento dopo aver contestato l’accusa di essere anche un trafficante di droga – aveva già perso un figlio in mare. Non voleva perderne un altro.
Il rapporto tra madre e figlio è il filo rosso che lega tutte le storie di questa vicenda, specchio di un popolo che vive di pesca e che ha sempre più paura di uscire in mare in cerca dell’”oro rosso”, il prezioso Gambero Rosso che si pesca calando le reti (la cala cui fa riferimento il titolo) solo nel Golfo della Sirte e nella zona del “Mammellone” antistante la Tunisia.
La cronaca puntuale del sequestro ricostruita grazie alle testimonianze dei protagonisti e la storia di Mazara ripercorsa attraverso le vicende della famiglia Marrone, svelano il dramma di una comunità che da 50 anni fatica a difendere il suo diritto alla pesca e quindi alla vita. Nell’incandescente scacchiere del Mediterraneo i pescatori di Mazara sono pochi e poco rilevanti, destinati quindi a subire le decisioni unilaterali di Libia e Tunisia nella determinazione delle acque territoriali, gli attacchi, i sequestri del pescato, senza che a Roma e a Bruxelles ci si impegni per una soluzione equa e definitiva.
Questo libro vuole sia illuminare una vicenda sulla quale troppo presto i riflettori si sono spenti, sia dare un aiuto concreto alle famiglie dei sequestrati, che sono rimaste senza introiti per mesi.
- Tp24 Tv
- RMC101
- Podcast
- Inchieste