Riapre il MAC Ludovico Corrao
Ridare un volto umano alle strade troppo grandi per il semplice borgo contadino del Belìce prima del sisma del 1968; restituire bellezza dove ora esisteva solo cemento, ricomporre la memoria cercandola tra le macerie. Perché Gibellina non esisteva più, la ricostruzione l'aveva scrostata da vanedde, vicoli, piazzette di poche case, chiacchiere assolate; e resa una cittadina senza anima, senza giovani e senza vecchi. Giunsero in tanti a Gibellina, per restituire la memoria: dopo essere stato allontanato dalla gestione degli appalti, Ludovico Corrao è di nuovo sindaco e vuole rispondere a chi gli chiede di guardare avanti, ma senza dimenticare. Con l'appoggio - che mai gli mancò - di Pietro Consagra, Corrao chiama gli artisti che accorrono e punteggiano Gibellina di installazioni, architetture azzardate, virgole di contemporaneità. Nel marzo 1980 giunse anche Nino Soldano, collezionista e mecenate che, affascinato dal sogno del sindaco – esteta, decise di donare a Gibellina la sua enorme collezione di grafica. Era la prima cellula del Museo d’arte contemporanea di Gibellina, nel tratto di Enrico Baj, Corrado Cagli, Pietro Consagra, Mimmo Rotella, Mario Schifano. Non esisteva una sede, le 83 opere della collezione Soldano furono momentaneamente conservate nella scuola elementare e da lì trasferite, un anno dopo, in un’ala dell’Istituto comprensivo Papa Giovanni XXIII. A distanza di trent'anni, il MAC – Museo d’arte contemporanea Ludovico Corrao viene riconsegnato alla comunità.
L'inaugurazione del MAC è fissata per mercoledì 21 luglio alle 18,30, alla presenza del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci; del presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gianfranco Miccichè; del direttore generale alla Creatività contemporanea del Ministero della Cultura, Onofrio Cutaia; del vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero, degli assessori regionali al Turismo, Manlio Messina, e ai Beni culturali, Alberto Samonà; del sindaco di Gibellina Salvatore Sutera e dell’assessore alla Cultura Tanino Bonifacio.
L'attore Alessandro Preziosi leggerà frammenti de “La notte di Gibellina” di Massimo Recalcati. Previsto un omaggio a Franco Battiato del suo storico tastierista e grande amico Angelo Privitera che eseguirà al pianoforte alcuni brani del cantautore, scomparso a Milo a metà maggio.
Dal 22 luglio, il MAC aprirà definitivamente le porte al pubblico. Nei due weekend a seguire (24 e 25 luglio – 31 luglio e 1 agosto), ingresso gratuito per i residenti di Gibellina.
Dopo trent’anni e vicende diverse, dopo l'ultima chiusura per ristrutturazione con fondi comunitari durata sei anni, il Museo d’arte Contemporanea di Gibellina riapre le porte, forte di un nuovo allestimento espositivo e museografico che raddoppia le opere in mostra. E mette in risalto il racconto di una comunità che è rinata nel segno dell'arte. Il MAC è straordinario: un racconto di circa 400 opere, il doppio di quante erano esposte prima della chiusura, ma solo una piccola parte delle oltre duemila che compongono l'intera collezione, la più ampia del Sud Italia. Pittura, sculture, grafica, fotografie e maquette delle grandi opere di Gibellina Nuova e del Cretto di Burri; suddivise in otto sezioni che segnano il percorso espositivo storico-cronologico, dal primo ‘900 alle ultime Avanguardie. E raccontano una storia contemporanea della rinascita nel segno dell'arte. Otto sezioni per un museo contemporaneo, che dialoga con il territorio, completo di servizi aggiuntivi di moderna concezione, un bookshop specializzato in editoria d’arte e una caffetteria che sta nascendo all’interno dello spazio consultazione e della biblioteca. E’ stata ridisegnata l’ampia corte che conduce all’ingresso, pronta a trasformarsi in una sezione en plein air, solo un assaggio dell’enorme museo a cielo aperto che è l'intera Gibellina. Si potranno finalmente rivedere opere straordinarie come il “Ciclo della natura”, le dieci grandi tele dedicate ai bambini di Gibellina, realizzate sul posto da Mario Schifano nella primavera del 1984; “La notte di Gibellina” di Renato Guttuso, dipinta in memoria della notte tra il 14 e il 15 gennaio del 1970. Sono presenti Fausto Pirandello, Beniamino Joppolo, Antonio Corpora, Carla Accardi, Piero Dorazio, Pietro Consagra, Achille Perilli, Tano Festa, Toti Scialoja, Franco Angeli, Giulio Turcato, Mimmo Rotella, Mimmo Paladino, Enzo Cucchi, Turi Simeti, Mimmo Jodice, Renata Boero, Christo, Pino Pinelli, Emilio Isgrò, Luca Patella, Nino Mustica, Claudio Verna. Senza contare i fotografi che accorsero nel Belice la notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968. E i “Prisenti”, i drappi cerimoniali ricamati dalle donne di Gibellina su disegno di Carla Accardi a Renata Boero, Nja Mahdaoui, Carlo Ciussi e Giuseppe Santomaso. Simboli della religiosità contadina, sono diventati opere d’arte cariche di significato.
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