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Cultura

La città si racconta. Giovanni Alagna conversa sulla storia di Marsala

Marsala - Convento del Carmine 91025 Marsala
06/08/2020 - 06/08/2020
Costo evento: Gratuito

 Domani, alle 19 al Convento del Carmine di Marsala, Giovanni Alagna racconta la storia della città a partire dal suo ultimo libro "Storia di Marsala" (Torri del Vento). Intervengono Massimo Jevolella e Marco Marino.

L’estremità occidentale della Sicilia è stata frequentata dall’uomo fin dal Paleolitico inferiore, ma è soltanto con l’arrivo dei Fenici in quell’isola dello Stagnone, a cui essi danno il nome di Mozia, che nella loro lingua significa luogo dove si legano le barche, che sorge il primo centro urbano. Dalle rovine di Mozia, distrutta nel 397 a. C. da Dionisio di Siracusa, nasce Lilibeo, piazzaforte cartaginese inespugnabile, che passa nelle mani romane dopo la battaglia delle Egadi del 241 a. C. Sotto il governo di Roma, la splendidissima civitas Lilybitana, come la definì Cicerone, fiorisce e si sviluppa ulteriormente. Sede di uno dei più antichi vescovati siciliani, saccheggiata dai vandali di Genserico all’inizio del quinto secolo, Lilibeo passa poi in potere dei Bizantini, sotto il cui governo cessa di esistere in un momento storico imprecisato. Marsala, porto grande, nasce al tempo della dominazione araba, ma si sviluppa grazie all’opera delC onte Ruggero che la cinge di mura. Importante centro agricolo e pastorale e attivo porto commerciale, Marsala partecipa alle agitate vicende della guerra del Vespro che ne distruggono l’economia e ne decimano la popolazione. Si riprende sotto il governo dei Martini, ma dopo l’installazione della potenza otto-m ana nel nord Africa, Marsala, sguarnita di adeguate strutture difensive, viene sottoposta ad una continua guerra di logoramento, che costringe i cittadini a ripiegare sulla pastorizia e sull’agricoltura come uniche fonti di sostentamento. Nello scontro tra allevatori, fautori dei campi aperti, e gli agricoltori, sostenitori della privatizzazione delle terre comuni, hanno la meglio questi ultimi e grazie all’enfiteusi si crea un vasto ceto di piccoli e medi proprietari terrieri che avviano la trasformazione dei pascoli in vigneti.

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