Museo della preistoria
Finalmente vede la luce il museo della preistoria, l’esposizione permanente dei reperti preistorici, protostorici e paleontologici del territorio di Santa Ninfa ospitati nelle sale al primo piano del castello di Rampinzeri, l’antico baglio secentesco di proprietà del Comune e sede della Riserva naturale «Grotta di Santa Ninfa».
Reperti e collezioni. Tra i numerosi reperti (circa 150 quelli esposti), quelli tutt’ora oggetto di studio e di ricerca da parte dell’équipe dell’Università di Ferrara guidata dal professor Carlo Peretto: nello specifico la copiosa industria litica vecchia di centinaia di migliaia di anni, la cui importanza risiede nel fatto che per la prima volta è stata ipotizzata una correlazione con la fauna endemica siciliana (Paleoloxodon manidriensis). I manufatti litici sarebbero attribuibili ad un ominide del tipo Homo heidelbergensis che popolò l’Europa tra i 600 e i 200mila anni fa.
Il museo accoglie anche collezioni sul Paleolitico superiore (Epigravettiano finale) di Mondura e Monte Castellaccio nel territorio di Santa Ninfa, oltre a vari reperti paleolitici provenienti da varie località della provincia. Di indubbio valore la collezione protostorica che raccoglie i materiali pervenuti grazie al Gruppo archeologico di Santa Ninfa che operò nel territorio belicino negli anni ’70 del secolo scorso. Tra i reperti esposti si potrà ammirare lo splendido cratere frammentato a ceramica geometrica incisa della facies proto-elima ben presente sui Monti di Gibellina (Monte Castellaccio e Monte Finestrelle di Santa Ninfa). Notevole poi l’attingitorio dell’Eneolitico (età del rame) rinvenuto all’interno della grotta di Santa Ninfa e sicuramente strumentale ai riti religiosi legati al culto delle acque.
L’allestimento. La sistemazione del museo è stata realizzata nell’ambito del progetto di allestimento del Museo naturalistico e Centro di educazione ambientale della Riserva naturale «Grotta di Santa Ninfa», redatto congiuntamente dal Comune e da Legambiente Sicilia (ente gestore della riserva) e finanziato dall’Assessorato regionale al Territorio e Ambiente con i fondi del Programma operativo «Fesr 2007-2013». Nell’ambito dello stesso progetto si è provveduto alla fornitura delle vetrine espositive ed alla realizzazione di exibit e calchi a fini didattici, anche con la collaborazione del Museo «Gaetano Giorgio Gemmellaro» dell’Università di Palermo. Una volta definita la parte strutturale, il Comune di Santa Ninfa ha attivato, di concerto con la Soprintendenza per i Beni culturali di Trapani, con il professor Sebastiano Tusa e con il professor Peretto, con il coordinamento di Biagio Accardo, le attività di studio, analisi e catalogazione dei reperti nonché l’elaborazione e la realizzazione dei pannelli divulgativi, fino ad arrivare alla definizione finale della mostra permanente.
L’inaugurazione. Il museo sarà inaugurato sabato 13 ottobre, alle 16, con una cerimonia al castello di Rampinzeri. Saranno presenti il sindaco di Santa Ninfa, Giuseppe Lombardino, il soprintendente al Beni culturali di Trapani, Riccardo Guazzelli, il direttore del Parco archeologico di Segesta, Rossella Giglio. Interverranno anche Carlo Peretto, Marta Arzarello e Sandro Caracausi dell’Università di Ferrara, oltre all’archeologo Antonino Filippi. Modererà l’incontro Biagio Accardo. Chiuderà gli interventi l’assessore regionale ai Beni culturali Sebastiano Tusa.
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