"A TIA TALIO". Laboratorio teatrale gratuito per cittadini attivi
Dall' 8 al 10 aprile 2016 si terrà presso il Centro Sociale Sappusi il laboratorio intensivo di Teatro dell'Oppresso “A Tia Talio” che mira ad affrontare i temi delle trivellazioni nel Mediterraneo ed il ruolo fondamentale della cittadinanza attiva. Il laboratorio, organizzato dall'Associazione Culturale OTIUM con il sostegno della Parrocchia di Sappusi e delle associazioni già attive presso il Centro Sociale, verrà tenuto da Sara Manzo, già operatrice TdO. La partecipazione è completamente gratuita e non prevede alcuna selezione ne necessità di pre esperienze in ambito teatrale.
Il Referendum 2016 che si oppone alle trivellazioni nel mar Mediterraneo si avvicina e come spesso accade nei casi in cui il volere popolare si contrappone a programmi di governo che ben poco profumano di salute, bene comune e salvaguardia del territorio, non si provvede a fare la dovuta informazione, arrivando a censurare il dibattito pubblico al fine di innalzare il tasso di astensionismo.
“A Tia Talio” è un workshop teatrale che mira alla “coscientizzazione” popolare stimolando la cittadinanza attiva e utilizzando la tecnica del Teatro dell'Oppresso per poter cercare e proporre insieme nuove strategie sul tema delle trivellazioni e di tutti i problemi ad esso connessi.
La partecipazione, gratuita, è aperta a TUTTI coloro i quali, attivisti e non, sentano la necessità di esprimere la loro posizione e vogliano mettersi in gioco sperimentandosi con un nuovo modo di fare teatro e comunicazione sociale. Non è necessario avere esperienza pregressa in campo teatrale – tutti possono fare TdO anche gli attori - unico requisito richiesto è il tempo e voglia di giocare al teatro.
Il laboratorio verrà tenuto in formula intensiva e si svolgerà a Marsala presso il Centro Sociale Sappusi da venerdì 8 a domenica 10 aprile secondo il seguente orario:
venerdì 8 dalle ore 17,30 alle 20,30;
sabato dalle ore 9,00 alle 20,30;
domenica dalle 9,00 alle 17,30
Al termine dei lavori, sempre domenica 10 dalle ore 19,00, si terrà una performance cittadina in cui verranno rappresentati i lavori dei partecipanti.
Attraverso il metodo del Teatro dell'Oppresso il gruppo di partecipanti si cimenterà nel cercare di sviluppare alcuni brevi sketch che verranno presentati pubblicamente in forma di “teatro forum”, al fine di stimolare gli “spett-attori” alla riflessione sugli aspetti problematici delle trivellazioni nel mediterraneo e dell'ormai obsoleta forma di energia che sono gli idrocarburi oltre che sulla necessità del cittadino di riprendere in mano il controllo del territorio.
Cos'è e come funziona il Teatro dell'Oppresso? Il metodo del Teatro dell'Oppresso (TdO), nato in contrapposizione all’intellettualizzazione dei problemi, si fonda sulla fiducia nella naturale teatralità umana e sulla tendenza artistica di cui ogni individuo è portatore. Partecipare ad un evento di TdO. significa mettersi in gioco, prendere posizione, misurarsi con il rischio e con le proprie oppressioni; significa altresì sentirsi partecipi e contribuire alla ricerca di cambiamento. Messa in gioco, cambiamento, apertura alla possibilità ed al rischio: sono le parole d’ordine di questo metodo. Padre del Teatro dell'Oppresso è Augusto Boal (16 marzo 1931 – 2 maggio 2009), uomo di teatro brasiliano che, negli anni ’50, comincia un percorso di ricerca esistenziale (attraverso i paesi del Sud America fino in Europa) e metodologico (partendo dal metodo StanislavskijStanislavskij e dal teatro di Brecht, fino a forme analoghe allo Psicodramma moreniano), che approderà ad una forma di teatro politico e sociale nuovo, nutrito, dal punto di vista pedagogico, dell’opera di Paolo Freire: Pedagogia degli Oppressi. Tra gli anni ’60 e ‘70, Boal si misura e sperimenta le limitazioni della libertà imposte dai regimi dittatoriali in Brasile e Argentina; successivamente si trasferisce in Europa dove incontra una differente forma di oppressione, quella psicologica tipica delle moderne società occidentali.
Il TdO si presenta come forma di teatro non convenzionale, con una forte valenza politica (anche se rifiuta la tentazione ideologica) ed educativa. Nel TdO si sperimentano direttamente le “meccanizzazioni” corporee e comunicative che ognuno di noi sedimenta nella vita quotidiana e, attraverso l’incontro con l’altro, il soggetto intraprende un percorso di “coscientizzazione”, passo primo e necessario verso il cambiamento.
Il TdO non pretende di fornire alcuna verità, si propone piuttosto come pratica maieutica che spinge gli individui verso il dialogo e il confronto, verso la ricerca di risposte nuove e non stereotipate. Esso propone un insieme di tecniche con l’esplicita finalità di attivare processi di conoscenza e di trasformazione delle realtà oppressive.
Che cos'è il Teatro Forum? Il Teatro Forum prevede una performance che tende a realizzarsi in situazioni il più delle volte informali (teatro, strada, piazza, aula scolastica, centro sociale…), finalizzata al coinvolgimento attivo degli spettatori, ossia al loro intervento diretto sulla scena. Con l’aiuto di un conduttore (Jolly), il pubblico viene stimolato a “dire la propria” su un tema, o un nodo problematico, che viene rappresentato in scena. Non sono contemplati però dibattiti e discussioni: il pubblico, qualora voglia intervenire, deve coinvolgersi in prima persona, entrando in scena al posto degli attori e proponendo, nella piena libertà di agire, una soluzione possibile. Si tratta di un’occasione per sperimentare sia la capacità razionale di comprendere meglio le situazioni agendole direttamente sia di esercitare la capacità empatica che si realizza sul piano emotivo.
Nella prima fase si presenta lo spettacolo con il finale deciso dal gruppo degli attori; in seguito viene chiesto al pubblico se è d’accordo con le soluzioni proposte o se ritiene di poter aiutare i protagonisti a trovare altre vie di uscita. Il meccanismo di attivazione del pubblico agisce in virtù del potenziale di interesse esplicitato dal tema messo in scena: gli spettatori, identificandosi con il protagonista o sentendosi coinvolti dalla situazione rappresentata, interverranno per mostrare altre ottiche, altre possibilità di risoluzione e di cambiamento. La ricerca di soluzioni possibili avverrà tramite lo scambio tra attori e spettatori: ogni nuova idea diventa una sostituzione e viene provata in scena per verificarne i limiti, le potenzialità e gli effetti sul contesto.
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