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28/04/2025 06:00:00

Il far west di Monreale: è stata una strage. Fermato un 19enne. Ecco chi è

14,00 - È stato fermato con l’accusa di strage Salvatore Calvaruso, 19 anni, del quartiere Zen di Palermo, in relazione alla sparatoria di Monreale che ha causato la morte di tre giovani e il ferimento di altri due. I carabinieri, coordinati dalla Procura di Palermo, sono ora alla ricerca di almeno altri quattro complici che, insieme a Calvaruso, avrebbero partecipato alla brutale aggressione scoppiata nella notte tra sabato e domenica nei pressi del "Bar 365", in via Benedetto D’Acquisto.
Secondo gli investigatori, il gruppo di ragazzi palermitani, arrivato da Palermo per futili motivi, ha dato il via a una violenta rissa culminata con l’esplosione di oltre 20 colpi di pistola sulla folla presente, composta da circa cento persone. I proiettili hanno ucciso Massimo Pirozzo (26 anni), Salvatore Turdo (23 anni) e Andrea Miceli (26 anni). Feriti anche un 33enne di Partinico e un sedicenne di Palermo, entrambi non in pericolo di vita.

Gli elementi a carico di Calvaruso
Le indagini, condotte dai carabinieri e coordinate dal procuratore Maurizio de Lucia e dal pm Felice De Benedittis, hanno portato al fermo di Calvaruso grazie a una serie di elementi raccolti sul luogo della strage. Tra questi, il ritrovamento di un paio di occhiali con montatura nera, identici a quelli indossati dal 19enne nelle foto pubblicate sui social, abbandonati sul selciato sporco di sangue.

Calvaruso avrebbe inizialmente ammesso le proprie responsabilità durante un colloquio informale con gli investigatori, per poi avvalersi della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio formale davanti al pm. Le sue dichiarazioni spontanee risultano comunque "pienamente riscontrate" dalle immagini di videosorveglianza acquisite dagli inquirenti.

Due testimoni, sottoposti a individuazione fotografica, hanno riconosciuto Calvaruso come uno dei giovani che hanno sparato quella notte. A supportare il quadro accusatorio ci sono anche screenshot di conversazioni private in cui viene indicato come uno dei responsabili e testimonianze di conoscenti che raccontano di come il giovane avesse tentato di far denunciare falsamente il furto di una moto per coprire le proprie tracce.

Un'azione brutale e premeditata
Gli inquirenti ritengono che Calvaruso, assieme ad almeno un altro complice, abbia aperto il fuoco ad altezza uomo contro la folla, in una dinamica definita "da strage". Sono stati rinvenuti oltre 20 bossoli; alcuni proiettili hanno colpito fioriere alte circa un metro e infranto il parabrezza di un’auto parcheggiata, segno della violenza della sparatoria.

Per la Procura, è stato "un caso" se il bilancio non è stato ancora più drammatico.

La caccia ai complici
Le indagini ora puntano a individuare gli altri quattro giovani palermitani che hanno preso parte alla spedizione punitiva. Gli investigatori hanno già una rosa di sospettati e stanno procedendo con interrogatori, analisi delle telecamere e intercet

9,30 -  Prima ha confessato, poi ha fatto scena muta davanti al pm, Salvatore Calvaruso (nella foto), il 19enne fermato nella notte dai carabinieri con l'accusa di aver ucciso i tre giovani di Monreale nella sparatoria di sabato sera.

Il ragazzo è sospettato di aver ucciso a colpi di pistola Andrea Miceli, Massimo Pirozzo e Salvo Turdo durante una rissa scoppiata a Monreale sabato notte.
Salvatore Calvaruso ha piccoli precedenti penali ed è un ex pugile.

Dopo ore di interrogatorio prima ha confessato con dichiarazioni spontanee, poi si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il ragazzo ha ammesso di avere sparato, ma davanti al pm, successivamente, si è rifiutato di rispondere. Le sue dichiarazioni, dunque, al momento non sono utilizzabili.

Ad incastrare l'ex pugile sono stati, però, i video delle telecamere di sorveglianza della zona della sparatoria e le dichiarazioni di una serie di testimoni. Sul luogo della rissa che ha preceduto gli omicidi sono poi stati trovati gli occhiali che Calvaruso, in sede di dichiarazioni spontanee, aveva detto di aver perso. Inoltre un amico del ragazzo, sentito dai magistrati, ha sostenuto di aver prestato il motorino all’indagato la notte della sparatoria e che poche ore dopo questi si sarebbe presentato a lui chiedendogli di denunciare il furto del mezzo perchè aveva «combinato un macello sparando ed uccidendo due persone» (in un primo momento i morti erano due ndr).

 

6.00 - Tre morti,  per un banale rimprovero: "Andate piano". 

C'è un sospettato per la strage di Monreale. Si tratta di un diciannovenne del quartiere Zen di Palermo, interrogato da ore dai carabinieri su disposizione della Procura di Palermo. 

Si chiama Salvatore Calvaruso il giovane arrestato dai carabinieri con l’accusa di strage per avere ucciso tre ragazzi durante una rissa scoppiata nel centro di Monreale. Contestati anche il porto e la detenzione illegale di arma da fuoco. Ha dei piccoli precedenti penali. 

Sarebbe lui uno dei ragazzi che, nella notte tra sabato 26 e domenica 27 aprile, ha sparato contro un gruppo di coetanei, uccidendo tre giovani e ferendone altri due. È al vaglio anche la posizione di un secondo giovane palermitano. Le indagini, coordinate dalla Procura guidata da Maurizio de Lucia, sono in corso, con l'acquisizione delle immagini delle telecamere di videosorveglianza e l'ascolto di decine di testimoni.


La dinamica della strage
Le vittime sono Salvatore Turdo, 23 anni, Massimo Pirozzo, 26 anni, e Andrea Miceli, 25 anni, tutti giovani incensurati di Monreale. Turdo e Pirozzo sono morti poco dopo il trasporto agli ospedali Ingrassia e Civico di Palermo. Miceli, invece, è deceduto nella mattinata di domenica al Civico per le gravi ferite riportate.
Tutto sarebbe nato per una critica sulla guida spericolata dei palermitani che nel centro di Monreale scorrazzavano con gli scooter. Una discussione, un alterco nei pressi del locale "365" in via Benedetto d’Acquisto, poi una violenta rissa. Ma oltre ai calci e pugni si è passati a scene da far west. Dal gruppo dei palermitani sono partiti almeno 18-20 colpi di pistola, causando una tragedia sotto gli occhi di un centinaio di testimoni.
Dopo la sparatoria, i responsabili si sono dati alla fuga in scooter lungo via Vescovado. Alcuni di loro sono stati già identificati grazie alle telecamere di videosorveglianza installate nella zona e alle testimonianze raccolte. I carabinieri stanno ascoltando diversi giovani appartenenti ai quartieri Zen e Borgo Nuovo di Palermo.
Le armi usate, almeno due vere e una finta, sono state recuperate. Le analisi balistiche aiuteranno a chiarire ulteriormente il quadro della tragedia.


Le indagini
Secondo quanto emerso, il gruppo proveniente dallo Zen era composto da circa dieci persone. Dopo la rissa e la sparatoria, gli aggressori si sono dati alla fuga, ma le indagini dei carabinieri – supportate dalle immagini di videosorveglianza e dalle testimonianze – hanno portato già ai primi risultati.
Si continua a lavorare per identificare tutti i responsabili e chiarire nel dettaglio il ruolo di ogni partecipante alla tragica notte di Monreale.


Andrea Miceli: il sacrificio per proteggere la fidanzata
Secondo quanto raccontato da alcuni testimoni, Andrea Miceli è stato colpito mentre cercava di raggiungere il cugino Salvatore Turdo, già coinvolto nella rissa. Prima di intervenire, Andrea aveva messo in salvo la fidanzata, chiudendola in macchina e raccomandandole di non uscire. La giovane, ancora sotto shock, è stata ascoltata dagli investigatori.
Andrea, calciatore nella Real Pioppo, è stato ricordato con grande commozione: la partita prevista contro il Trappeto è stata rinviata e tutta la comunità sportiva si è stretta attorno alla famiglia.

 

 

I feriti e le condizioni
Nella notte di follia ci sono due  feriti: un ragazzo di 16 anni, ora fuori pericolo e ricoverato al Policlinico di Palermo, e Nicolò Cangemi, 33 anni, ancora sotto osservazione in ospedale. Alcuni dei feriti non avrebbero partecipato direttamente alla rissa, ma si trovavano sul posto per trascorrere una serata con gli amici.

Il dolore della comunità
La notizia della tragedia ha scosso profondamente Monreale. Davanti agli ospedali si sono registrate scene di disperazione, con amici e familiari delle vittime accorsi numerosi. Il sindaco di Monreale, Alberto Arcidiacono, ha espresso il proprio cordoglio e annunciato il lutto cittadino nei giorni dei funerali: "Siamo dinanzi a una tragedia senza precedenti – ha detto – vite spezzate di giovani che avrebbero dovuto vivere il proprio futuro. La città piange questi giovani".
La giunta comunale ha annullato tutte le celebrazioni per la 399esima edizione della festa del Santissimo Crocifisso e ha deciso di farsi carico delle spese dei funerali.

L'appello dell'arcivescovo
Anche l’arcivescovo di Monreale, Gualtiero Isacchi, ha lanciato un appello alla comunità, parlando di “una tragedia dolorosa e inaccettabile”. Tornato da Roma dopo i funerali di papa Francesco, Isacchi ha contattato personalmente i familiari delle vittime: "Questo nostro dolore deve ispirare un desiderio profondo di costruire un mondo nuovo, basato sulla non violenza e sulla responsabilità comune".



STUDIO VIRA | 2025-04-09 10:50:00
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