Non è vero che la pista ciclabile di Castelvetrano è stata smantellata. È ancora lì. Collega una zona periferica della città con la Diga Delia. Anzi, con la vista della Diga Delia.
Soltanto che prima era lunga 4 chilometri e mezzo e adesso è 3 chilometri e seicento metri. È stato dunque “smantellato” soltanto un breve tratto di 900 metri.
I giornali però hanno titolato che a Castelvetrano l’ex Provincia ha smantellato una pista ciclabile “abusiva”, costata 890mila euro.
Il motivo della dismissione è legato ad una richiesta di autorizzazione che il comune non avrebbe fatto al Libero Consorzio provinciale di Trapani. Una mancata richiesta risalente al periodo dell’amministrazione Alfano. Non è affatto vero però che sia stata cancellata l’intera pista, ma soltanto, come si è detto, quei 900 metri che ricadono sulla strada provinciale 25. Gli altri 3 chilometri e mezzo sono tutte strade comunali, sulle quali la ciclovia è rimasta esattamente com’era. Ecco perché non c’è nessun “addio alla pista ciclabile tra Castelvetrano e la diga Trinità”.
Inoltre la cifra di 890mila euro si riferisce al finanziamento europeo di fondi Po-Fesr Sicilia 2014/2020 e non ai costi effettivi dell’opera, che non arrivano a 700mila euro.
In ogni caso, che una parte di strada interessata dal percorso ciclabile appartenesse alla ex Provincia e non al Comune, sembra che per mesi non se ne sia accorto nessuno. Dal progettista esterno che ha vinto la gara d’appalto, agli uffici tecnici comunali che hanno autorizzato il progetto. Ma nemmeno tutte le altre autorità intermedie e superiori, fino alla Regione Siciliana.
Ma chi ha scelto le zone dove realizzare la pista? Di certo non l’avvocato Lentini, alla guida della città da giugno dello scorso anno. In realtà, nel progetto finale, approvato nel luglio 2020 dall’allora sindaco Enzo Alfano, le zone su cui realizzare la pista ciclabile erano già state individuate nel 2015, durante l’amministrazione di Felice Errante. Un’individuazione condivisa e portata avanti dall’amministrazione Alfano, “sulla base di quanto comunicato dagli uffici comunali – ha sottolineato lo stesso Alfano - ovvero che le aree fossero di proprietà del Comune”.
In ogni caso, la vicenda è tutta tecnica ed era già emersa durante il suo mandato, con tanto di incarico all’allora segretario generale di diffidare tutti coloro che potevano essere ritenuti responsabili della mancata richiesta al Libero Consorzio di Trapani.
E quanto è costato smantellare quel tratto?
23mila euro. Ecco, anche il costo di questo ripristino è indicativo. Per smantellare l’intera pista di 4,5 chilometri è ovvio che non sarebbero bastati.
Insomma, la vicenda di questa ciclabile di Castelvetrano è un esempio complesso di come un progetto, nato anni fa con intenti positivi, possa incappare in errori procedurali e tecnici non intercettati dai molteplici livelli di controllo istituzionale.
Come tutte le cose complesse, non si presterebbe a narrazioni imprecise o titoli ad effetto. Il rischio è che la strumentalizzazione politica possa inquinare l’informazione.
Egidio Morici