Sull'identificazione di pericolosi antifascisti il 25 aprile
 

di Katia Regina

Sono pronta a fornire le mie generalità alle Forze dell'ordine. Mi costituisco, prima ancora che vengano a cercarmi loro; ammetto di aver commesso un gesto destabilizzante per la sicurezza pubblica. Anche io ho steso il mio lenzuolo virtuale sulla mia bacheca facebook con su scritto:

Volevo dire sommessamente
e con la giusta sobrietà che
il fascismo è una montagna di merda.

Lo so, ci sono andata pesante, non mi sono limitata a dire che il pane è buono come l'antifascismo, perché su certe questioni non riesco a essere moderata.
Immagino di essere già stata profilata anche per questo, oltre che per strategie commerciali, mi avranno inserita in qualche database di individui ideologicamente pericolosi, da tenere sotto controllo. Ebbene, fatelo, controllate tutto ciò che scrivo e posto, avrete conferma del fatto che sono schierata palesemente da una certa parte, la stessa che ha combattuto e vinto il regime fascista e ispirato l'attuale Costituzione italiana.
Ciò detto vorrei esprimere tutta la mia solidarietà agli agenti delle Forze dell'ordine che hanno dovuto eseguire delle direttive/circolari (?) che indicavano loro di identificare quanti, nel giorno della sobrietà commemorativa della Festa della Liberazione, avessero messo in atto comportamenti troppo allineati contro la lotta antifascista.

Uomini e donne addestrati duramente per combattere la criminalità mettendo a rischio la propria vita per uno stipendio medio di 1400 euro al mese. Agenti pronti a fare turni massacranti per la carenza di organico mai risolta; agenti di scorta che si vedono costretti a sorteggiare chi potrà indossare il giubbotto antiproiettili perché insufficienti per tutti... ecco, a loro va la mia solidarietà, sapendo che devono affrontare situazioni così imbarazzanti: chiedere i documenti a una persona che espone un lenzuolo sul muro della propria casa che celebra la bontà dell'essere antifascista accostandola al pane che produce. A proposito, alla signora non va solo la mia solidarietà, ma la mia sorellanza ideologica.

Si è trattato di un normale controllo amministrativo, non è stata elevata nessuna sanzione né è stato chiesto di rimuovere lo striscione, questa la risposta della dirigente Patrizia Celani. Ma allora perché questo accertamento d'ufficio?

Evidentemente c'è bisogno di sapere chi siamo e quanti siamo, anche se non stiamo commettendo alcun reato. Sarà un codicillo inserito nel nuovo Decreto sicurezza che si insinua tra le righe del diritto alla libertà di pensiero? O più banalmente un'aria che si respira senza lasciare traccia impugnabile.
Immagino che le autorità sappiano altrettanto bene chi e quanti siano gli altri, quelli che ancora fanno il saluto romano e inneggiano al fascismo durante le periodiche adunate celebrative, li avranno schedati, si spera, da qualche parte, anche perché loro sì commettono un reato indicato nella Costituzione dalla legge Scelba come apologia di fascismo.

Mi chiedo quali altri indizi ci servano per capire da che parte stiamo andando, dal micro al macro è ormai evidente che questa è la deriva verso cui ci stanno conducendo. La prossima mossa potrebbe essere quella dell'elezione del nuovo Papa, anche in questo caso sarà determinante capire se conservatore o progressista. Nel frattempo non si contano le fumate nere che si levano dalle segreterie di quanti dovrebbero fare squadra; compattarsi per costruire una possibilità di coesione sociale capace di intercettare quel 36% di italiani che non vanno più a votare.
Ps. un allerta a quanti hanno messo un like al mio post su fb, finirete anche voi profilati ideologicamente, sappiatelo.
Consigli per la lettura: Il processo di Kafka, arrestato un giorno e condannato. non ha mai saputo quale fosse la sua colpa.
Consigli per la visione: un ripassino per tutti, perché ormai solo la satira racconta come stanno veramente le cose.