Dopo anni di attesa e una lunga battaglia legale, Fabio Bologna, imprenditore di Castelvetrano, ha deciso di dismettere l’impianto di carburanti realizzato nel porto di Marinella di Selinunte. Gli operai sono già al lavoro per rimuovere le cisterne sotterranee e smantellare le strutture installate nel 2003, con un investimento iniziale di circa 300 mila euro.
La decisione è arrivata dopo una lunga vicenda giudiziaria: nel 2018, una frana causata dai lavori per la rete fognaria del Comune e dalla movimentazione di mezzi pesanti per la rimozione della posidonia marina, appaltati dal Genio civile di Trapani, aveva danneggiato gravemente l’impianto, costringendolo alla chiusura.
Bologna ha citato in giudizio Comune e Regione. Il Tribunale di Palermo, in primo grado, ha riconosciuto la responsabilità delle due amministrazioni, condannandole a un risarcimento di 22.500 euro più interessi. Una somma che l’imprenditore considera assolutamente insufficiente rispetto ai danni subiti. La sentenza è stata impugnata dal Comune, e ora si attende il giudizio d’appello.
«Sono stanco», ha dichiarato Bologna, spiegando così la scelta di smantellare tutto a proprie spese. Per i pescatori di Marinella di Selinunte, già penalizzati dalle condizioni del porto, arriva ora un altro disagio: per il rifornimento di carburante saranno costretti a spostarsi fino a Sciacca o Mazara del Vallo.