Gentile Direttore di Tp24,
mi chiamo Francesco, e da alcuni anni per lavoro mi sono trasferito a Marsala. Una città accogliente, ricca di storia e di contraddizioni. Tra le cose che più mi colpiscono, ce n’è una che trovo davvero singolare: il modo in cui viene gestito lo spazio pubblico, soprattutto quando si parla di installazioni artistiche e statue.
C’è come una frenesia nel voler “occupare” ogni angolo della città con qualcosa che somigli a un’opera d’arte, ma che spesso è semplicemente il frutto di un’iniziativa estemporanea, priva di un progetto culturale o urbanistico. Da altre parti, interventi del genere richiederebbero autorizzazioni della Soprintendenza, confronti con gli enti preposti, insomma, una visione d’insieme. A Marsala, invece, pare che basti una buona intenzione. Se è “a fin di bene”, tutto è concesso.
Per spiegarmi meglio, faccio tre esempi. Il primo è una piccola statua dedicata “alla donna”, collocata in una traversa di via Mazzini, su uno spartitraffico. Nulla di male, se non fosse per la targa: non uno, ma due sindaci nominati. Sembra più un monumento alla politica locale che un omaggio al valore femminile.
Secondo esempio: una statua spuntata di recente sul lungomare, all’altezza di viale Isonzo.
È dedicata allo “sportivo” ed è stata donata da un cittadino artista, se ho capito bene. Nulla da eccepire sul gesto, ma l’estetica lascia perplessi. Da lontano sembra un gallinaccio, uno struzzo. La bellezza sarà anche soggettiva, ma non tutto ciò che viene regalato va per forza accettato, soprattutto se destinato a uno spazio pubblico.
Ma poi perché chiamare quest'opera "l'atleta della pace"? Cosa significa?
Terzo e ultimo caso, il più grave, secondo me: l’installazione donata dal Rotary di Marsala in via Roma, dal nome terribile: "Stele per la pace". Si tratta, a tutti gli effetti, di una pubblicità. Il logo del club campeggia grande e chiaro, senza alcun pudore, proprio nel “salotto buono” della città. Non era meglio donare una scultura o un'installazione (come si fa nelle altre città), mettendo il logo del Rotary in posizione più discreta? Non solo è fuori contesto e banale, ma rischia di aprire un precedente pericoloso.
Domani anche altri club service o associazioni potrebbero sentirsi legittimati a fare lo stesso: un’installazione in cambio di visibilità permanente. È questo il modo per “donare” qualcosa alla collettività? Cosa c'è di utile in questa scultura? E di originale?
Il problema, però, non è solo nelle statue. È in un’amministrazione che non sa (o non vuole) dire di no. Una debolezza che si maschera da gentilezza, ma che in realtà lascia che lo spazio pubblico venga usato senza criterio, svuotato di significato, occupato da simboli privi di senso e spesso anche di gusto.
Grazie per l’attenzione e lo spazio.
Francesco