Ha ribadito la sua versione dei fatti Floriana Calcagno, l’insegnante arrestata il 14 aprile scorso con l’accusa di favoreggiamento e procurata inosservanza della pena aggravati per aver aiutato la latitanza di Matteo Messina Denaro. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, la donna – sospesa dal lavoro – ha confermato di aver avuto una breve relazione con il boss, tra maggio e novembre 2022, ma di non aver mai saputo chi fosse realmente.
“Credevo si chiamasse Francesco Salsi”
Secondo la sua versione, Messina Denaro si sarebbe presentato come Francesco Salsi, anestesista in pensione. I due si sarebbero conosciuti per caso in un supermercato, in un periodo in cui la donna viveva un momento difficile con il marito – che a sua volta ha precedenti per favoreggiamento alla mafia. Calcagno ha sostenuto di aver scoperto la vera identità dell’uomo solo dopo il suo arresto.
I pm non le credono: “Lo conosceva dal 2017”
Ma la Procura continua a non credere a questa ricostruzione. Secondo i magistrati, Floriana Calcagno conosceva il boss da molto prima. A confermarlo ci sarebbero numerosi video agli atti dell’inchiesta: la donna compare accanto a Messina Denaro in auto, o alla guida di un’altra macchina per controllare che non ci fossero posti di blocco.
In un messaggio scritto da Laura Bonafede, un’altra donna legata sentimentalmente al boss, si fa riferimento proprio a Calcagno, sostenendo che il legame con Messina Denaro risalga almeno al 2017. E non solo: il boss, durante la latitanza, annotava in rosso sul suo calendario i giorni degli incontri con Calcagno, che aveva soprannominato “Luce”.
In auto, nel covo, e per un’intera estate a Tre Fontane
Floriana Calcagno è stata ripresa mentre consegna pacchi al covo del latitante e, secondo i dati delle celle telefoniche, avrebbe ospitato Messina Denaro per un’intera estate nella sua casa a Tre Fontane. Elementi che, per gli inquirenti, rendono difficile credere alla sua presunta inconsapevolezza.
Al momento, l’indagata non ha presentato ricorso al Tribunale del Riesame per chiedere la revoca della misura cautelare.