Papa Francesco nelle sue encicliche ha pure parlato di salute come diritto e bene comune. Ha denunciato più volte la distrazione di un mondo che, per scelta, decide di essere non prossimo premuroso ma passante disattento. Invitava ad una sanità che non sia solo gestione di strutture e risorse, ma luogo di prossimità, accoglienza e giustizia. Una sanità capace di accogliere i fragili per curarli, senza mai trasformarsi in sistema escludente.
Nella enciclica “Laudato si” del 2015 il Santo Padre ha unito la salute umana con quella della Terra: inquinamento, degrado urbano, mancanza di accesso all’acqua e a cibo sano sono state definite ferite alla dignità e alla salute dell’uomo.
Grande rispetto per la professione sanitaria, considerata da Papa Francesco come una “missione di prossimità”.
Qualche mese fa, nella Dilexit nos, il Papa ha parlato della cura come espressione concreta dell’amore cristiano: “L’amore che guarisce è quello che si fa carne, che non fugge di fronte alla fragilità altrui.” La salute non è un privilegio, diceva, quindi nessuna logica di mercato può essere applicata al corpo umano. E poi il richiamo ai medici e a tutto il personale sanitario: meno legati agli adempimenti burocratici e più umani con i pazienti.
Non sono mancati gli appelli ai governanti del mondo: assistenza sanitaria pubblica e accessibile a tutti.
Le parole del mondo della sanità
Il Ministro Orazio Schillaci ha espresso dolore per la perdita di “Una guida spirituale carismatica, strenuo sostenitore della pace, sempre vicino agli ultimi, ai più fragili e agli ammalati. Le sue parole, la sua forza e la sua grande umanità resteranno sempre nei nostri cuori”.
Per Fabrizio d’Alba, presidente di Federsanita, “Papa Francesco è stato, e continuerà ad essere, una guida spirituale di immenso carisma e testimone di fede vissuta. Ha saputo incarnare i valori della misericordia e della solidarietà, avvicinando la Chiesa a tutti con la sua semplicità, il suo sorriso, il suo sguardo attento verso i più fragili”.
Nursind ha affidato l’ultimo saluto al Sommo Pontefice dalle pagine social: “Ci addolora profondamente la morte di Papa Francesco che, col suo alto magistero, ha saputo indicare a tutti la rotta dell'amore, della solidarietà, dell'inclusione, della misericordia e della pace. Gli infermieri, in particolare, lo ringraziano per avere sempre sottolineato l'importanza del diritto universale alla salute come elemento irrinunciabile della dignità umana e per aver incarnato il valore imprescindibile del prendersi cura degli altri, stella polare del nostro lavoro quotidiano”.
La Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (Fofi), con il presidente Andrea Mandelli, ha ricordato il Pontefice: ““A nome di tutti i farmacisti italiani esprimo profondo cordoglio per la scomparsa di Papa Francesco. Non dimenticheremo il suo pontificato al servizio della Chiesa, sempre accanto alle persone più fragili ed emarginate. Il Santo Padre ha riservato un’attenzione costante al tema della salute come diritto e bene comune, esprimendo parole profonde sul senso del prendersi cura dell’altro e sulla sanità intesa innanzitutto come luogo di prossimità, accoglienza e giustizia perché nessuno sia solo nel dolore. Un Papa che è sempre stato vicino ai professionisti della salute che amava definire ‘angeli di speranza’ e con i quali, di recente, ha condiviso gli eventi di preparazione al Giubileo degli Ammalati e del mondo della Sanità, invitando a ricambiare la generosità di chi lavora in ambito sanitario con rispetto, stima e aiuto. Resterà nel cuore di tutti noi il suo gesto di speranza sul sagrato di piazza San Pietro durante i momenti più drammatici della pandemia. La compassione per gli ultimi, la centralità della dignità umana, i numerosi appelli affinché siano garantite l’universalità e l’equità di accesso alle cure sono un insegnamento che noi farmacisti terremo sempre a mente e un’eredità preziosa per tutti”.
Il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Rocco Bellantone e il direttore generale Andrea Piccioli esprimendo dolore hanno ricordato “L’amore per i deboli ed i fragili. Questo insegnamento deve essere per noi un valore massimo da perseguire per costruire una sanità che non lasci indietro nessuno e garantisca equità e solidarietà per chi soffre”.
La Croce Rossa Italiana, con il suo presidente Rosario Valastro, ricorda Papa Francesco come “Esempio di solidarietà, di attenzione verso il prossimo, di vicinanza alle persone fragili, ad anziani e bambini, di aiuto incondizionato, di Dignità umana e di Pace”.
La Confederazione Italiana Medici Ospedalità Privata (Cimop) in una nota ne ha evidenziato le doti di grande sensibilità: "Mancherà soprattutto la sua capacità di essere pragmatico e vicino alle istanze della quotidianità, come quelle dei professionisti della sanita’”.
Unicef con la presidente Carmela Pace ne ricorda la grande umanità: “Ha sempre costruito ponti e mai muri, che si è battuto per la pace, sempre vicino ai più deboli, in particolare a tutti i bambini e le bambine che soffrono nel mondo; ha saputo dare luce, speranza e dignità ai più vulnerabili e invisibili”.