Petrosino, I Guardiani del Territorio: "La viticoltura sia inclusa nei ristori regionali"
Volti tesi ma determinati, voci appassionate e un unico, forte messaggio: la viticoltura siciliana non può essere ignorata. È questo il tono che martedì scorso ha attraversato l'assemblea pubblica organizzata dall’associazione “I Guardiani del Territorio” presso il Centro Polivalente di Petrosino. Un incontro che ha visto la partecipazione di amministratori locali, rappresentanti istituzionali, produttori vinicoli e semplici cittadini, uniti nella protesta contro il recente provvedimento del governo regionale che esclude i viticoltori dai ristori per i danni causati dalla siccità.
Il Decreto n. 3316 e l'esclusione della viticoltura
Tutto parte dal Decreto Dirigenziale n. 3316 del 9 aprile 2025 del Dipartimento Agricoltura della Regione Siciliana, che ha stanziato 35 milioni di euro per compensare i danni da siccità. Ristori destinati ad agrumi, olive da olio, mandorle e pistacchi, ma non alla viticoltura, comparto strategico per l’economia agricola della Sicilia.
«Ormai appare chiaramente come un attacco frontale della Regione Siciliana al comparto vitivinicolo» – denunciano I Guardiani del Territorio. «Dall’incontro è emerso un grido collettivo di sdegno e richiesta di rispetto, dopo la pubblicazione del Decreto Dirigenziale n. 3316 del 9 aprile 2025 da parte del Dipartimento Agricoltura della Regione Siciliana, che ha assegnato 35 milioni di euro di ristori per i danni da siccità, escludendo inspiegabilmente la viticoltura. Un provvedimento che ha riconosciuto ristori solo per agrumi, olive da olio, mandorle e pistacchi, ignorando il comparto che, per estensione e valore economico, è il cuore pulsante dell’agricoltura siciliana».
Le voci dell’assemblea: istituzioni e produttori a confronto
Tra i partecipanti il sindaco di Petrosino Giacomo Anastasi, presente anche Salvatore Quinci, sindaco di Mazara del Vallo, e Salvatore Ingrasciotta, assessore di Castelvetrano in rappresentanza del sindaco Giovanni Lentini. Dal fronte produttivo sono intervenuti Dino Taschetta, presidente delle Cantine Colomba Bianca, e Gaspare Baiata, presidente delle Cantine Paolini. Entrambi hanno sottolineato le difficoltà crescenti che le aziende vitivinicole stanno affrontando, e quanto un’esclusione dai ristori rappresenti un colpo durissimo in un contesto già provato dai cambiamenti climatici e dalla concorrenza internazionale.
L'intervento politico: l'opposizione regionale prende posizione
Anche l’opposizione all’ARS ha fatto sentire la propria voce. I deputati regionali Cristina Ciminnisi (M5S) e Dario Safina (PD) hanno definito il decreto “ingiustificabile” e si sono impegnati a chiedere una modifica immediata della misura, come già accaduto per l’inserimento dell’olivicoltura da mensa nel successivo Decreto n. 3612 del 22 aprile 2025. La Ciminnisi: «I viticoltori trapanesi ancora una volta traditi e abbandonati dal Governo Schifani! A Petrosino è emerso in maniera inequivocabile: escludere il comparto vitivinicolo dalla Misura 23 del PSR è l’ennesimo tradimento per un settore trainante dell’agricoltura trapanese che, duramente colpita dalla siccità, ha pure subito la beffa dell’acqua della diga Trinità sversata in mare per settimane per l’inconcludenza di questo Governo». «La Regione – sintetizza la deputata trapanese – per i danni provocati dalla siccità ha stanziato 35 milioni di euro: 18 milioni agli agrumi, 11 all’olivo, 6 a mandorle e pistacchi. Zero interventi per il vino. Eppure, i danni in alcune aree, del trapanese in particolare, superano il 70%. Come si può ignorare un disastro del genere? Perché escludere il comparto del vino? È una scelta senza logica, una discriminazione inspiegabile che non ha basi tecniche e scientifiche. Se non dovesse essere modificato il Bando, ci aspettiamo che nella variazione di bilancio la Regione Siciliana rimedi all’errore, perché gli agricoltori del trapanese non possono rimanere esclusi. La nostra battaglia non si ferma». Alla manifestazione de I Guardiani era presente anche Andreana Patti, ex assessore al Comune di Trapani.
Le richieste dei Guardiani del Territorio: "Nessun viticoltore resti escluso"
Il presidente de “I Guardiani del Territorio” Gian Paolo De Vita, il neo guardiano Andrea De Simone e Antonio Parrinello hanno lanciato un appello chiaro: modificare il decreto, includere subito la viticoltura tra i beneficiari dei ristori. «Marsala, città simbolo del vino siciliano, è stata umiliata, ignorata, colpita nel profondo» - dicono i Gurdiani - . «L’ennesimo atto è arrivato il 22 aprile con il Decreto n. 3612, che ha modificato il precedente atto per includere anche l’olivicoltura da mensa. Salutiamo con sincera gioia e soddisfazione questo riconoscimento, che dà finalmente giustizia a una filiera agricola importante e radicata nel nostro territorio. Ma proprio per questo, non comprendiamo – e ancor più non accettiamo – la continua e ostinata esclusione della viticoltura. Se il decreto è modificabile, come dimostrato, perché non rimediare a una palese ingiustizia? Ci chiediamo con forza: perché includere l’olivicoltura da mensa e non la viticoltura? Dove si vuole arrivare? A chi giova questa discriminazione?»
Mobilitazione permanente: in arrivo nuove iniziative
L’assemblea si è chiusa con la proposta di una mobilitazione unitaria e permanente, che coinvolga sindacati, associazioni di categoria, consorzi vinicoli e rappresentanti politici, fino a ottenere una revisione del decreto regionale. I Guardiani hanno annunciato che non escludono azioni dimostrative e presidi nei pressi delle sedi istituzionali.
Una battaglia per la dignità agricola siciliana
L’esclusione della viticoltura dai ristori per la siccità rappresenta per molti non solo un’ingiustizia economica, ma anche un’offesa culturale. La Sicilia è terra di vino, di lavoro nei campi, di tradizioni agricole che non possono essere cancellate da una firma. I Guardiani del Territorio, insieme alle istituzioni locali e ai viticoltori, hanno lanciato un messaggio forte: la Sicilia agricola esiste, resiste e non starà in silenzio.
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