“È sotto gli occhi di tutti. Chi frequenta Trapani sa che gli uffici dell’Asp erano diventati una segreteria politica. A qualsiasi ora del giorno era possibile vedere esponenti della maggioranza, in particolare di Fratelli d’Italia, salire e scendere dalle stanze del direttore generale. Adesso questo non accade con la stessa frequenza, perché il manager – che ha il diritto di difendersi – è sospeso nell’ambito di un procedimento di revoca. Il problema è che si offre un’immagine della Sanità e dell’esercizio del potere che è deleteria per i cittadini.”
Così al Volatore di RMC 101 il deputato regionale del Partito Democratico Dario Safina.
“Qualsiasi cittadino deve avere accesso agli uffici pubblici per chiedere spiegazioni. Le corsie preferenziali non vanno bene: la Sanità è dei cittadini, non della politica .- continua Safina - . Io sono uno di quelli che dice che la politica non può stare fuori dalla Sanità, perché esercita un’attività di indirizzo.
È la politica che decide dove portare la Sanità, ma questo non significa che le istituzioni debbano subire un processo di immedesimazione con chi riveste quelle cariche.
Purtroppo, a Trapani – ma non solo – si è creato proprio questo: un processo di immedesimazione. Ma così non può funzionare. L’Asp è l’Asp, a prescindere da chi la governa, e deve svolgere servizi tecnici con autonomia e indipendenza.”
Proposta riforma delle nomine - “Una delle cose che ho detto, e ringrazio il PD siciliano che condivide, è che bisogna lavorare su una riforma delle nomine. Occorrono limiti e presidi, affinché il manager non si ritrovi con la giacchetta tirata dal politico di turno.”
Sul caso Croce, "Ha mentito" - “La responsabilità di Croce c’è, ed è rilevante: è lui il manager. Ma in questa vicenda le vere vittime sono i malati oncologici, ai quali vanno le nostre scuse. Mi dispiace che queste scuse siano arrivate solo ora, solo dopo la sua uscita. Un altro punto gravissimo è che Croce ha mentito: ha scritto al Ministero della Salute dicendo che la questione era risolta. Ha quindi mentito a un ministro della Repubblica. Ha mentito anche al presidente della Regione, sostenendo che c’erano 240/250 refertazioni in ritardo. Ma il giorno dopo abbiamo scoperto che erano 3400. Questo è un fatto di una gravità assoluta: una responsabilità del 110%, che già da sola sarebbe bastata per arrivare alle dimissioni.”
Qui la video-intervista completa al deputato regionale del PD, Dario Safina.