Il profumo del barbecue si è mescolato all’entusiasmo dei gol sotto il cielo terso di primavera: così, a Custonaci, la fine del Ramadan si è trasformata in una giornata di sport, condivisione e autentica integrazione. L’Eid Mubarak, tradizionale festa islamica di chiusura del digiuno, è stato celebrato con un triangolare di calcio a 9 e un momento conviviale a base di carne grigliata nello stadio dell’A.C.D. Custonaci, nel cuore della provincia di Trapani.
Protagonisti dell’evento giovani migranti provenienti da Afghanistan, Guinea, Mali, Egitto, Burkina Faso, Gambia e Senegal, affiancati da coetanei locali, in una giornata che ha unito religione, sport e convivialità in un unico grande abbraccio. L’iniziativa, promossa dalla Cooperativa Sociale Badia Grande all’interno del Progetto SAI Marsala (Sistema di Accoglienza e Integrazione), ha coinvolto i centri di accoglienza di Paceco, Buseto Palizzolo e Custonaci, insieme alla squadra Allievi dell’A.C.D. Custonaci.
«Questo tipo di eventi hanno un valore che va oltre l’intrattenimento – ha dichiarato l’Assessore allo Sport, Turismo e Spettacolo di Custonaci, Nicola Santoro –. Sono lo specchio di una comunità accogliente. E oggi Custonaci ha dimostrato di esserlo davvero».
La partita, arbitrata dall’allenatore Baldo Coppola in una veste insolita, è stata il preludio a un secondo tempo ancora più coinvolgente: quello attorno alla griglia. Bistecche e salsicce di pollo arrostite a bordo campo hanno fatto da collante tra mondi diversi, trasformando il pasto in un linguaggio universale. A tavola, fianco a fianco, migranti, operatori, cittadini, ragazzi e volontari si sono scambiati sorrisi, storie e piatti, costruendo legami che vanno ben oltre una giornata di festa.
«Il cibo, come il calcio, favorisce la socializzazione – ha commentato Lorena Tortorici, Coordinatrice del Progetto SAI Marsala –. Questi momenti creano familiarità e sicurezza, fondamentali per chi sta cercando di sentirsi a casa in una nuova comunità».
Dietro l’organizzazione, un’équipe multidisciplinare di professionisti e volontari: psicologhe, assistenti sociali, mediatori culturali e operatori dell’accoglienza. Una rete umana che lavora ogni giorno per costruire percorsi di integrazione veri, tangibili, come sottolineato dalla psicologa Marzia Alba: «Questi momenti permettono ai ragazzi di sentirsi parte attiva della comunità. Rompono l’isolamento, rafforzano l’autostima e favoriscono relazioni di fiducia».
Una giornata di sport e sorrisi, di corse sul campo e dialoghi attorno al fuoco, che si è conclusa con il tradizionale saluto “Eid Mubarak” e con la consapevolezza che l’inclusione può – e deve – essere anche gioia, festa, normalità. Un modello da replicare, perché come dimostra l’esperienza di Custonaci, l’integrazione passa anche da una palla che rotola e da una griglia accesa.