Non si conoscono ancora le motivazioni, ma la Corte di Cassazione, accogliendo la richiesta dell’avvocato Luigi Pipitone, ha annullato, senza rinvio, l’ordinanza e il decreto di sequestro probatorio eseguito, lo scorso novembre, dalla Guardia di finanza di Marsala per una notevole quantità di merce (oltre 1700 articoli, soprattutto attrezzi sportivi, giocattoli e profumi) con marchi di noti brand secondo l’accusa “contraffatti”.
Il Tribunale del riesame di Trapani aveva confermato il decreto di sequestro disposto dalla Procura sulla base dell’indagine svolta dalle Fiamme Gialle. Adesso, però, la quinta sezione della Suprema Corte l’ha annullato, ordinando la restituzione all’avente diritto, il 44enne commerciante marsalese Giacomo Bua. L’indagine vede coinvolti sia il commerciante che la moglie. Le motivazioni del dissequestro verranno rese note dalla Suprema Corte successivamente. Solo allora, sarà possibile sapere gli ermellini sono entrati nel merito dell’accusa, e quindi dell’eventuale insussistenza reato contestato, o se si tratta di questioni formali, come vizi procedurali. O nel decreto della Procura, o nell’ordinanza del Tribunale del Riesame. L’indagine era nata esplorando i siti web di e-commerce. Qui, la Gdf notò l’attività di una coppia marsalese che vendeva prodotti di vario genere in apparenza di note marche, ma in realtà, secondo gli investigatori, “falsificati”.
L’azione, venne spiegato in novembre, si inquadrava nell’ambito della ricognizione che il Comando provinciale delle Fiamme Gialle aveva avviato in vista delle festività natalizie per contrastare il fenomeno dei falsi spacciati per prodotti di marca. E in questo contesto, i militari della Compagnia di Marsala, sequestrarono oltre 1700 articoli con marchi di noti brand, ma secondo l’accusa “contraffatti”. Nel dettaglio, le Fiamme Gialle marsalesi rivolsero l’attenzione a piattaforme di e-commerce individuando due coniugi dediti alla vendita online di giocattoli (tra cui palloni di calcio di famose squadre italiane) e profumi recanti marchi di noti brand nazionali ed esteri. La successiva attività investigativa ha fatto emergere come i due coniugi fossero anche attivi nel commercio ambulante, soprattutto presso i locali mercatini settimanali. Per questo, venne effettuata la perquisizione degli immobili e dei veicoli riconducibili ai due commercianti. E ciò ha permesso di individuare un vero e proprio deposito di articoli contraffatti. I prodotti, naturalmente, furono posti sotto sequestro e i due coniugi deferiti all’Autorità giudiziaria. Se immessi sul mercato, spiegarono gli investigatori, i prodotti adesso dissequestrati “avrebbero fruttato circa 30.000 euro”. L’operazione delle Fiamme Gialle, si proseguiva nel comunicato diffuso in novembre, “si inserisce nell’ambito delle attività di controllo economico del territorio e a contrasto dei traffici illeciti e mira a tutelare sia i cittadini, in particolare nel periodo dell’anno precedente le festività natalizie in cui si registra un deciso aumento dei consumi, sia gli imprenditori onesti che operano nel rispetto delle regole”.