A quasi due mesi dallo scandalo dei referti ASP di Trapani, consegnati con grande ritardo, mentre ci sono 356 persone che si stanno curando con la speranza di sconfiggere un tumore, mentre c’è un Direttore generale sospeso con un provvedimento di revoca in campo, con la relazione degli ispettori ministeriali ancora non arrivata, c’è un puzzle che si fatica a comporre. Tutti vogliono chiarezza, nessuno la mette in pratica. E intanto il rapporto tra utenza e ASP è completamente da ricostruire.
Linee guida e buone pratiche
E’ una sanità malata che non riesce, avendone i mezzi, a curarsi. Ad esempio le linee guida ministeriali del 2015, sulla “Tracciabilità, Raccolta, Trasporto, Conservazione e Archiviazione di cellule e tessuti per indagini diagnostiche di ANATOMIA PATOLOGICA”, non sono state mai riadattate, nonostante la legge Galli del 2017.
E che cosa si fa in questo caso?
I medici devono adottare le “buone pratiche clinico assistenziali”, quindi primari e i Direttori dei dipartimenti devono proporre procedure gestionali migliorative. Ed è evidente che nel caso referti non c’è stato nulla di tutto questo.
E i medici che non hanno proposto alcunché non hanno insospettito il direttore sanitario del tempo?
Le buone pratiche clinico assistenziali seguono un iter preciso: predisposte dai primari o dal Capo dipartimento, sottoposte al vaglio del direttore sanitario, che le approva e le sottopone a sua volta per l’approvazione al Direttore generale.
Fino al dicembre del 2024, cioè quando si è proceduto con la chiusura di Anatomia Patologica di Castelvetrano, queste operazioni non sono mai esistite.
Si tratta di iniziative rimesse alla valutazione del singolo direttore dell’Unità Operativa Complessa, che tra i compiti contrattuali ha pure quello di migliorare il proprio reparto.

Gestione 2023
Maria Grazia Furnari, Direttore sanitario dell’ASP, nel 2023, aveva già appurato le difficoltà nella refertazioni, troppe lentezze. Dava mandato al dottore Domenico Messina, direttore dell’Anatomia Patologica di Castelvetrano, di attivare tutte le procedure per centralizzare l’attività presso il reparto di Trapani: “ritenendola unico strumento atto a risolvere in via definitiva e strutturale le criticità sorte, avviando quale azione immediata la ricezione delle richieste di campionamento provenienti dai Presidi di Mazara, Alcamo, Salemi e Pantelleria, di Castelvetrano alla UOC dl Trapani”.
In quello stesso documento la Furnari evidenzia una criticità fortissima che riguarda i contenitori di formalina, che pare non fossero conformi “ai contenitori di
raccolta del campioni di cellule e tessuti con formalina che arrivano in Anatomia Patologica, per tale criticità, Il Direttore Sanitario Aziendale, in accordo con I'RSPP e sentito il Commissario Straordinario, dà mandato al dott. Messina di monitorare il processo, valutando o possibili fattori che possono aver determinato la fuoriuscita della formalina, così come dallo stesso direttore evidenziato, verificando un possibile malfunzionamento del dispositivo con la farmacia ospedaliera, senza trascurare eventuali errori da parte del personale dei reparti nella preparazione”.
Quindi si dava mandato al dottore Messina di redigere specifica procedura aziendale sulla "Tracciabilità, Raccolta e Trasporto del campioni di cellule e tessuti", in conformità alle linee guida alla normativa cogente in materia.
La domanda: Se queste criticità manifestate non fossero state solo trascritte, ma pure costantemente verificate nei singoli passaggi, oggi si parlerebbe di 356 casi di tumore conclamato?
L’assessorato commissaria i reparti
In mancanza delle buone pratiche clinico assistenziali, a danno irreparabile e a salute compromessa, con grave lesione alla aspettativa di vita, l’assessorato regionale alla Salute, Dipartimento per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico, consegna in data 12 marzo 2025, i requisiti dei laboratori di Anatomia Patologica, quindi i tempi di refertazione previsti per ciascun macro-gruppo di esami.

Nella direttiva si legge poi: ”Per l'attività estemporanea richiesta durante gli interventi chirurgici le buone prassi indicano nel tempo massimo di 30 minuti a campione, tempo che intercorre dall'accettazione del materiale biologico da analizzare, alla comunicazione della diagnosi intraoperatoria. Fa eccezione la valutazione intraoperatoria del linfonodo sentinella, che richiede 60 minuti per l'analisi di ciascun campione. Per la definizione di pezzo operatorio semplice e complesso, si fa riferimento ai gruppi SIAPEC: peso 1-3 per il pezzo operatorio semplice e peso 3-5 per il pezzo operatorio complesso.
I tempi riferiti a fattori prognostico-predittivi, valutazione di FISH per patologia tumorale e valutazione di mutazioni in biologia molecolare, si riferiscono ai casi ricevuti in "service" o a richieste successive all'esame istologico”.
In buona sostanza i dipartimenti vengono commissariati ed è la Regione a indicare loro come si lavora e in quale tempistica. La questione dello scandalo dei referti ASP è molto più complessa di quello che appare e il caso non si chiuderà a breve.