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21/04/2025 16:44:00

Le ultime ore di Papa Francesco: la sofferenza, la forza, l’addio

Il gesto lento, quasi strappato al dolore. Il respiro affannoso, come un ultimo sforzo per esserci ancora. La voce tremante nella benedizione pasquale che, a guardarla ora, è diventata un commovente testamento pubblico. Così il mondo ha salutato Papa Francesco, nel suo ultimo bagno di folla, domenica 20 aprile. Gli occhi lucidi, i sorrisi ai bambini, i saluti stanchi ma presenti. Un addio che era già, in parte, consapevole.

Poi, il giorno dopo. La Pasquetta che si è trasformata nel giorno del lutto. Fonti vaticane confermano che Papa Francesco si era svegliato alle sei del mattino, e stava "discretamente", come hanno riferito con pudore. Alle 7, un malore improvviso. Alle 7.35, il decesso. Un ictus fulminante, legato a un quadro cardiocircolatorio già gravemente compromesso.

Il fisico di Jorge Mario Bergoglio era segnato. Le infezioni respiratorie che lo avevano colpito nelle ultime settimane lo avevano portato più volte al ricovero al Policlinico Gemelli. Tre crisi importanti avevano fatto temere il peggio. E già allora si parlava, con cautela e rispetto, della possibilità che il Papa non si riprendesse. Nonostante questo, Francesco era tornato in Vaticano, deciso a non isolarsi, a non sottrarsi. I medici avevano suggerito ventilazione assistita e riposo. Lui ha preferito gli incontri, i gesti, la presenza.

Fino all’ultimo giorno ha ricevuto leader e pellegrini. Domenica aveva incontrato il vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance. E appena qualche giorno prima, re Carlo d’Inghilterra. Il suo braccio sembrava più rigido, il respiro più corto, ma nulla aveva fermato il suo desiderio di essere tra la gente. A San Pietro, qualcuno aveva notato un assistente che lo massaggiava dietro le spalle. Eppure Francesco era lì, fino alla fine. A dare, più che a ricevere.

A mezzogiorno del 21 aprile, le campane di San Pietro hanno suonato a morto per venti lunghi minuti. In tutta Roma, le chiese hanno risposto al lutto. In piazza, la coda dei fedeli è già infinita. Gente che vuole salutare, ringraziare, piangere.

Tra le voci commosse, quella della cugina, Carla Rabezzana: «Addio Giorgio, un dolore troppo grande. Mi restano i ricordi più belli della mia vita». Il nome di battesimo, Giorgio, ha risuonato con affetto e struggimento.

Il cardinale vicario per la diocesi di Roma, Baldassare Reina, ha ricordato Francesco così: «Piangiamo il testimone del Vangelo, il pastore misericordioso, il profeta di Pace».

Non resterà l’immagine di un uomo sofferente, ma quella di un Papa che, anche nella fragilità estrema, ha voluto testimoniare fino all’ultimo un messaggio di umanità e pace.

 



Religioni | 2025-05-07 06:00:00
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