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21/04/2025 06:00:00

Trapani, i Misteri e quei personaggi in processione ... 

Gentile redazione di Tp24,

Scrivo questa mia con un misto di amarezza, sconcerto e, lo ammetto, una certa rabbia nel cuore.

Sono un trapanese che, come tanti, aspetta il Venerdì Santo con un’emozione che si rinnova ogni anno. La Processione dei Misteri non è solo una manifestazione religiosa: è memoria, tradizione, identità. È la nostra anima scolpita nel legno e nei volti di chi la vive con devozione sincera.

Eppure, quest’anno, qualcosa si è spezzato. Qualcosa mi ha disturbato profondamente.

Mentre seguivo la processione, ho visto in prima fila – tra croci, ceri e simboli sacri – alcuni volti noti, purtroppo non per meriti spirituali o associativi, ma per ben altri motivi: personaggi pubblici, famosi per rivestire o aver rivestito ruoli importanti, e tanto riveriti in città, che risaltano (e risultano) alle cronache locali per essere stati di recente o nel recente passato indagati nell’ambito di operazioni di polizia per reati di corruzione verso la pubblica amministrazione, fatti e vicende notori e che hanno generato tanto scalpore avendo avuto come teatro dei contestati misfatti l'Asp un po’ di tempo fa,  e in ultimo il Cimitero comunale, e che tutti in città hanno ben presente e ne conoscono i protagonisti.

E non parliamo di semplici figuranti. Parliamo di membri dei vertici dei vari Ceti, ovvero le associazioni che compongono quella unione delle maestranze che dovrebbe custodire con onore e rigore il senso profondo di questa sacra rappresentazione. E che hanno sfilato compunti e serafici, assieme ed accanto al sindaco della città e ad altri diversi primi cittadini , alcuni consiglieri regionali e addirittura un rappresentante del governo regionale, al vescovo e diversi presbiteri, ai rappresentanti delle forze dell’ordine, al prefetto!

Beninteso, è già successo altre volte nel passato, ma stavolta queste presenze sono state davvero manifestamente stridenti con la cronaca e sono convinto di non essere stato il solo ne’ l’unico a notarla immediatamente: in tanti ho visto davanti il portone della Chiesa del Purgatorio sottovoce, all’orecchio del vicino hanno sussurrato o hanno indicato con un fugace cenno del capo questi specialissimi processionanti.

Ora, benché certamente il principio costituzionale di presunzione di innocenza non può certo venire compresso nei riguardi di nessuno soprattutto se ancora i fatti devono essere indagati compiutamente e dibattuti in contraddittorio e con il dovuto rispetto delle regole processuali in un aula di tribunale fino all'ultimo grado di giudizio, non posso fare a meno di domandarmi, e domando a voi, com’è possibile che queste persone abbiano potuto partecipare in modo così visibile, così sfacciato, senza che nessuno – nessuno! – abbia avuto nulla da ridire? Né un sussurro dai vertici ecclesiastici, né un cenno di disagio dai consoli degli altri ceti, né tantomeno un segnale di presa di distanza da parte di chi dovrebbe tutelare il decoro della processione.

Il silenzio di tutti mi appare insopportabile, di più assordante.

Possibile che in questa città ci siamo abituati al disonore? Possibile che nessuno senta il dovere di dire: “No, così no”?

Non si tratta di emettere sentenze – quello spetta ai tribunali – ma di avere il buon senso, la sobrietà e il rispetto necessari a capire che, quando si porta in spalla un simbolo sacro, si rappresenta un’intera comunità. E quella comunità merita dignità, non ambiguità.

La Processione dei Misteri è di tutti, non proprietà privata di nessuno. E chi la guida, chi la mostra al mondo, dovrebbe farlo con mani pulite e cuore limpido.

Sappiamo tutti che per la sua buona riuscita riceve importanti contribuzioni pubbliche dal comune e dalla regione coi soldi di tutti contribuenti.

Possibile che questi enti non trovino un modo per regolamentare con doveroso rigore e severità nell’ambito del rapporto convenzionale intrattenuti con l’unione delle maestranze questa particolare fattispecie dalla partecipazione diretta e in prima persona alla processione di personaggi con delle momentanee pendenza con la giustizia? Ovvero che la stessa unione non trovi un modo di regolamentare ció nel suo statuto nell’ambito della sua natura associativa privatistica? Oppure che la Curia vescovile non possa pensare e fare un decreto che, come già in altre realtà è stato fatto, tenga lontani dalla processione e dai devoti personaggi opachi e discutibili ?

Altrimenti, finiremo per perdere l’unica cosa che conta davvero: la credibilità.

 

Con amarezza,

Un processionante trapanese diverso



Native | 2025-05-02 09:00:00
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