"Si lavora stando sempre all’erta". Non è uno slogan pubblicitario, ma il preoccupato grido d'allarme che si leva dai gestori delle attività del centro storico di Trapani. In particolare, i commercianti che operano nella zona di piazza generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, proprio di fronte a Palazzo Lucatelli, nel cuore della città antica, non nascondono la loro esasperazione e l'apprensione per ciò che potrebbe accadere durante le serate della Settimana Santa. Il timore è concreto: rivivere le scene di risse e vandalismo che, con troppa frequenza, trasformano un luogo deputato alla movida e all'accoglienza turistica in una sorta di zona franca per schiamazzi e violenze notturne.
Pasquale Citrolo, portavoce di diversi esercenti del centro, non usa mezzi termini: “Nei miei locali non somministriamo alcolici ai minorenni, chiediamo sempre i documenti di identità per accertarci dell’età. Ma molti ragazzi hanno paura, e con loro i genitori, che talvolta li accompagnano pur di garantirgli una serata tranquilla”. Una testimonianza che dipinge un quadro inquietante, dove anche il divertimento più semplice è vissuto con ansia.
A esacerbare il malcontento, l'ennesimo episodio di violenza: appena dieci giorni fa, la piazza si è trasformata in un ring improvvisato, con una rissa scoppiata sui gradini della chiesa di San Rocco. A far da cornice alla scena, musica assordante e l'indifferenza generale degli astanti, più intenti a riprendere con i cellulari che a intervenire. Quando finalmente sono arrivate le forze dell’ordine, i protagonisti della zuffa si erano già dileguati.
"Anche noi lavoratori siamo inermi e impotenti", spiega Citrolo. "Non possiamo intervenire direttamente perché rischieremmo di diventare complici delle risse. Collaboriamo pienamente con le forze dell’ordine, che sono più volte intervenute su nostra segnalazione anche con operazioni antidroga. Ma i problemi permangono: risse reiterate, ragazzi già noti alle autorità, ubriachi che danneggiano e disturbano la quiete pubblica". Una denuncia amara, che mette in luce i limiti di un sistema che sembra incapace di garantire sicurezza e vivibilità.
Nonostante la frustrazione, non manca un riconoscimento all'operato delle forze dell'ordine nell'ultimo fine settimana. Dopo l'incontro tra il prefetto Daniela Lupo e Alberto Catania, presidente del comitato Centro Storico, la sorveglianza è stata intensificata. "Dopo l’incontro in Prefettura, la sorveglianza è stata perfetta", ammette Citrolo, aggiungendo però un "ma" che pesa come un macigno: "serve continuità".
E a proposito di interventi, Citrolo ricorda che già il 30 gennaio scorso i commercianti avevano inviato una PEC a Prefetto e autorità di pubblica sicurezza, chiedendo con urgenza un potenziamento dei controlli e la riattivazione della telecamera di sorveglianza presente in piazza, ma da tempo fuori uso. Una richiesta rimasta, almeno finora, inascoltata.
La PEC, sintomo di un disagio profondo e condiviso, portava le firme dei gestori di nove locali del centro storico: Black Out, C&M, Sag, Almuretio, Muddler, Cleg, La Caprese, Wineat e altri. Nomi e cognomi di chi, ogni giorno, si trova a fare i conti con una movida che ha perso il suo lato sano e spensierato, lasciando spazio a paura e insicurezza