Si è tenuto lunedì pomeriggio a Mazara il consiglio comunale aperto sulla questione Sanità, che più che c’entrare il tema delle responsabilità è un modo come un altro per far uscire qualche comunicato da parte dei politici con le stesse dichiarazioni di sempre: no alla lottizzazione politica, no alle nomine in sanità. Il danno è stato fatto, indietro non si torna. La questione Trapani è molto delicata, non può essere trattata a suon di spot e luoghi comuni.
A chiamare al rispetto alto della vita e al diritto alla salute è stata Sua Eccellenza il Vescovo Angelo Giurdanella, la seduta si sarebbe potuta chiudere lì. Tutto il resto si ripete da una piazza all’altra, da un consiglio all’altro. Tutto è ridondante, che mira a non cercare responsabilità sanitarie, che ci sono, ma unicamente politiche.
Si ripetono da oltre un mese e mezzo le stesse cose senza mai spostare l’occhio, ad esempio, sulla rete ospedaliera che ancora non è stata approvata, sui farmaci nuovi, approvati dall’AIFA, che ancora fanno fatica ad arrivare e i malati sono costretti a migrare in Lombardia. Chissà se queste cose sono già all’attenzione della politica, troppo impegnata a far parlare di sé senza fornire, o quasi, le soluzioni. Lo ha pure ribadito Ismaele La Vardera: la politica eviti di strumentalizzare la questione. E poi c’è una difesa strenua delle posizioni di partito, quello di Fratelli d’Italia, che fa più male al Direttore generale sospeso Ferdinando Croce.
Filippo Mangiapane: cause dell’evento per trovare il problema
Il presidente dell’ordine dei medici di Trapani è stato chiaro: colpevolizzare solamente l’individuo non risolve e non trova la radice del problema, per quello ci penserà la Magistratura. Non possiamo che sostenere la necessità di rimuovere tutte cause di questo dannosissimo evento che ha portato i pazienti a scoprire di avere un cancro con tanti mesi di ritardo”.
Dario Safina: l’ASP come una segreteria politica
Il deputato regionale del Partito Democratico Dario Safina non ha nascosto il malumore non solo per la gestione scriteriata della refertazione ASP con alcune falle e pure omissioni. Con onestà però riconosce che è impossibile che la politica stia fuori dalla sanità: “Dire che non sarà la politica a nominare i manager è dire che la primavera non sarà più il 21 di marzo ma il 21 di aprile. Il problema è che al di là della nomina ci sono una serie di presidi che garantiscono autonomia ai manager, così da scegliere non quelli fedeli ma quelli bravi”. Safina ha denunciato quello che tutti sanno da mesi: “Gli uffici dell’ASP erano abbondantemente frequentati dal ceto politico che oggi fa capo a chi governa questa Regione”. Ha poi sollevato la questione della qualità del lavoro a fronte delle numerose dimissioni di medici che vanno altrove.
Ciminnisi e La Vardera: sistema malato fino al cancro
Cristina Ciminnisi, deputata del M5S, lo ha ribadito con forza più volte e in diverse sedi: Ferdinando Croce non è l’unico responsabile ma bisogna appurare la catena delle responsabilità. Solidarietà alla professoressa Maria Cristina Gallo: “A lei e a tutte vittime di questo sistema sanitario inefficiente, e alle loro famiglie che oggi stanno portando il peso di diagnosi arrivate in ritardo a costo della vita, va il mio abbraccio e la mia più rispettosa vicinanza”. La Ciminnisi e il M5S hanno chiesto al Presidente Schifani di riferire in Parlamento sulla vicenda: “Continueremo a chiederlo a gran voce: ci sia un’assunzione di responsabilità del governo Regionale davanti ai siciliani che in quel Parlamento sono rappresentati. Le malattie e il diritto alla salute non hanno un colore politico, le politiche sanitarie e le responsabilità sì”.
La Vardera è chiaro: “Croce paga pure colpe che non sono solo le sue però non dobbiamo mettere la testa sotto la sabbia. Vorrei capire da Croce qual è il motivo per finanziare un festival alle Eolie e non finanziaria la strumentazione esterna per evadere i ritardi? Questa è una scelta politica su cui si deve assumere la responsabilità. Noi viviamo in una Regione in cui per spostare un infermiere da un reparto all’altro c’è bisogno dell'intervento di un onorevole. Il caso Trapani è il sistema siciliano, che è malato fino al cancro”.
Miceli, Bica e l’ASP sfortunata
Presente all’adunanza pubblica Maurizio Miceli, presidente provinciale di Fratelli d’Italia e consigliere comunale a Trapani. Per Miceli l’ASP di Trapani è sfortunata con un arresto del Direttore generale in pandemia, poi l’arresto del direttore sanitario, una serie poi di commissariamenti di 6/7 mesi. E’ difficile, ha detto, costruire una continuità amministrativa: “Lo sapete a quanto ammonta la movimentazione dell’ASP di Trapani? E’ pari a 835 milioni di euro con 4300 dipendenti, e voi pensate che chi arriva in tre mesi ha il completo controllo elle cose? Cerchiamoli i responsabili però non facciamo i processi sommari, significa negare il principio di responsabilità”.
Le proposte dell’onorevole Giuseppe Bica sono rivolte a una “implementazione della nuova rete sanitaria provinciale, basata su un modello di alta specializzazione differenziata tra i vari ospedali del territorio". Nell'immediato per impedire il ripetersi di episodi come i ritardi negli esami istologici, ho sottolineato la necessità di esternalizzare temporaneamente alcuni servizi critici per garantire risposte tempestive ai cittadini”.
Faraone e Oddo
Il segretario regionale di Italia Viva ha attaccato il presidente della Regione, Renato Schifani, non presente: “Ha perso l'ennesima occasione per chiedere scusa ai cittadini di Trapani e Mazara del Vallo. Noi di Italia Viva siamo stati davanti alla Asp di Trapani, in piazza con gli studenti, a questo consiglio comunale aperto e saremo giovedì in piazza a Trapani con i sindacati e saremo presenti a ogni altra iniziativa utile a ribadire che serve una sanità pulita, una sanità in cui la politica non metta le zampe”.
Mentre per Nino Oddo, segretario regionale del PSI, chiede alla politica di assumere delle scelte: “Altri ritardi rischiano di accumularsi in altri settori, altri scandali in incubazione. Perché? Altri responsabili sono gli alti burocrati del ministero, che non hanno previsto per tempo che scelte scellerate nelle università ci avrebbero ridotti senza medici. Cosa fare? Occorre razionalizzare al meglio le risorse disponibili. Eliminando i doppioni di reparti analoghi a pochi km l’uno dall’altro”.
Giorgio Randazzo vs Faraone
Il consigliere comunale non assolve e non condanna ma entra nella piaga della malasanità. I medici, non tutti per fortuna, dice, restano a comando di settori strategici anche quando non hanno i titoli necessari.
“C’è una verità che nessuno ha voluto dire in quest’Aula, al di là delle maggioranze e dei singoli partiti, dentro l’ASP c’è una cappa di soggetti, di medici, di dirigenti che gestisce le politiche sanitarie di questa ASP. Nessuno dice la verità però”. Il consigliere poi continua senza filtri e contro Faraone: “Se noi vogliamo fare il gioco del lupo, che scende da Roma, e che dice che quando lui era sottosegretario andava tutto bene, o di chi dice che non ha governato è vergognoso. Bisognava dire che tutti hanno responsabilità e fare mea culpa”.