Re Carlo III cita Marsala e Garibaldi. Ma si aspetta ancora un monumento degno dell’epopea dei Mille.
Mentre la città si prepara a celebrare il 165° anniversario dello Sbarco dei Mille, il simbolo che dovrebbe raccontare quell’impresa storica è ancora incompiuto, chiuso, danneggiato e in stato di abbandono. In più ci sono ancora una volta lavori in corso e nuovi annunci. Mentre le parole del sovrano britannico fanno battere la mano sul petto al sindaco Massimo Grillo, la realtà del Monumento ai Mille racconta una storia di promesse mai mantenute, annunci ricorrenti e lavori senza fine.
Re Carlo cita Marsala
Durante il suo intervento a Montecitorio, il sovrano britannico ha ricordato il ruolo dell’Inghilterra nell’unificazione italiana, facendo riferimento diretto a Marsala: «Quando Garibaldi sbarcò a Marsala nel 1860 – ha detto Re Carlo – erano di vedetta due navi da guerra della Royal Navy. Garibaldi godeva di enorme ammirazione in Gran Bretagna. Quando visitò il Paese nel 1864 per ringraziarlo del sostegno, si scatenò una vera “Garibaldi-mania”: circa mezzo milione di persone lo accolsero a Londra».
Una citazione piaciuta al sindaco di Marsala, Massimo Grillo: «Dopo l’intitolazione del Museo del Vino a John Woodhouse, proseguiremo con convinzione il nostro impegno per rafforzare i rapporti con il mondo britannico. A giugno presenteremo il progetto del “Quartiere Inglese” per valorizzare la nostra storia comune».
Il monumeno al degrado
Eppure, Marsala – città simbolo dell’Unità d’Italia – non ha ancora un monumento degno del suo ruolo nella storia risorgimentale. Il Monumento ai Mille, sul lungomare, è chiuso da tempo, interessato da infiltrazioni d’acqua, problemi strutturali e atti vandalici. Le intercapedini tra le lastre commemorative si riempiono di rifiuti, le terrazze sono spesso invase da sporcizia e incuria. L'area è nel degrado. Nonostante la sua importanza storica e simbolica, la struttura è stata abbandonata alla sua sorte. E mentre si avvicina l’11 maggio – giorno dello sbarco –quello che dovrebbe essere luogo di memoria nazionale è ridotto a spazio marginale, chiuso e degradato.

La storia infinita del Monumento
Il progetto originale del monumento, firmato dall’architetto Emanuele Mongiovì, prevedeva una grande installazione con due navi in travertino, alte vele in marmo e una maestosa figura di Garibaldi a prua. Un'opera imponente, lunga 70 metri, con un albero maestro alto 47. Ma la costruzione si è fermata al solo basamento.
Tra burocrazia, rimpalli di competenze e vincoli del demanio marittimo, i lavori si sono bloccati. L’area è stata formalmente “sanata”, ma l’opera rimasta è solo una parte del progetto originario, mai completato. Negli anni, si sono susseguiti tentativi di recupero, bandi, concorsi di idee. Poco meno di dieci anni fa è stato completato il “surrogato” del monumento. Ma è rimasto aperto pochi anni, è servito a poco (qui la storia completa del monumento).

Lavori in corso, ancora una volta
Oggi, ancora una volta, l’area è oggetto di nuovi lavori di riqualificazione finanziati con circa 500 mila euro dal Ministero della Transizione Ecologica. È prevista la sostituzione della pavimentazione con materiali drenanti, la creazione di aiuole, pergolati e una Rosa dei Venti in marmo, oltre a un collegamento visivo con Piazza Mameli. Anche qui ci sono lavori in corso. Le due piazze non si sa se verranno completate in tempo per le celebrazioni garibaldine e per il raduno nazionale dei Bersaglieri.
Il sindaco Grillo ha annunciato un ulteriore intervento: una nuova fontana a sfioro, nuovi arredi, cartellonistica e uno spazio “accogliente e sostenibile” per cittadini e turisti, grazie a un finanziamento regionale da 100 mila euro.
Annunci e attese infinite
Sono tanti, troppi, gli annunci sul completamento del Monumento ai Mille. Ogni amministrazione ha promesso di restituire dignità a quell’area, ma la realtà resta sotto gli occhi di tutti: un monumento simbolico dimenticato, e una piazza che, a poche settimane dal 165° anniversario dello sbarco, è ancora un cantiere aperto.
Chissà, magari ci vorranno gli inglesi per cambiare la storia del Monumento.