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16/04/2025 06:00:00

Messina Denaro: la giornata e il pranzo a Petrosino con la Calcagno. E la raccomandazione a Grigoli

 Non era un incontro casuale. Né una conoscenza superficiale. L’arresto della professoressa di matematica Floriana Calcagno, avvenuto domenica 13 aprile, apre un ulteriore squarcio sulla rete di complicità che ha protetto Matteo Messina Denaro per anni.

Tra le tante giornate che gli inquirenti mettono assieme e che smascherano la rete di bugie costruita da Floriana Calcagno per coprire il boss Matteo Messina Denaro c'è  quella del 16 novembre 2022: passeggiata e pranzo a Petrosino. I dettagli forniti dall'ordinanza di arresto tracciano minuto per minuto, di quella che non fu una semplice "occasione fortuita", come la professoressa aveva tentato di sostenere, ma un incontro pianificato, coordinato e ripetuto.

Alle ore 7:58 del mattino, le telecamere stradali registrano il passaggio della Fiat 500X intestata alla Calcagno in via Salemi a Mazara del Vallo, diretta verso l’istituto scolastico Ru dove la donna prestava servizio. La sua presenza in aula viene confermata dal registro scolastico: in servizio dalle 8:15 alle 11:15.

Alle 11:16, appena un minuto dopo la fine delle lezioni, l'Alfa Romeo Giulietta intestata a Matteo Messina Denaro attraversa la stessa via Salemi, diretta nella medesima direzione presa poco prima dalla Calcagno. Il boss, con perfetto tempismo, si dirige all'uscita della scuola per prelevare l’insegnante. Alle 11:36, la stessa vettura viene ripresa mentre torna indietro lungo la SP50: sul sedile passeggero c’è una donna che gli investigatori identificano senza ombra di dubbio come Floriana Calcagno.

Alle 11:41 l'auto imbocca la SS115 in direzione Marsala, con destinazione finale Petrosino. La polizia giudiziaria, grazie a sofisticate tecniche di analisi elettronica applicate al sistema di navigazione della Giulietta (in particolare mediante tecnica "chip off"), ricava un dettaglio cruciale: sul GPS era stata memorizzata la destinazione di un ristorante sul mare a Petrosino, contattato già il giorno prima da Messina Denaro per una probabile prenotazione.

Le immagini successive confermano il ritorno della coppia a Mazara del Vallo alle ore 14:17. Calcagno è ancora a bordo, seduta accanto a lui. Alle 14:30 l'auto passa nuovamente per via Salemi, segno che il boss stava riaccompagnando la professoressa nella zona in cui l’aveva prelevata poche ore prima.

Infine, alle 15:36, la stessa Alfa Romeo viene nuovamente immortalata mentre si allontana da Mazara del Vallo. Alla guida c’è sempre lui, riconoscibile con un foulard rosso, camicia bianca e occhiali. Un outfit identico a quello indossato al momento del prelievo della Calcagno.

La ricostruzione dell’intera giornata, attraverso i tabulati telefonici, le telecamere di sorveglianza e il dispositivo di navigazione, smentisce in modo inequivocabile la versione fornita dalla professoressa, che aveva dichiarato di aver conosciuto “Francesco Salsi, ex medico in pensione” in modo fortuito e sporadico. Non solo la donna sapeva chi era, ma facilitava attivamente i suoi spostamenti e la sua copertura, trascorrendo insieme intere giornate, persino condividendo pranzi in luoghi appartati.

La raccomandazione per un lavoro: le parole dell'ex re dei supernercati Grigoli smascherano la verità
Altro elemento chiave a sostegno dell’accusa riguarda la prima occupazione della Calcagno, ben prima del suo ingresso nella scuola. A svelarlo è una testimonianza resa al PM da Giuseppe Grigoli, noto come “il re dei supermercati”, già condannato per legami con la mafia e indicato come il principale referente economico di Messina Denaro. Durante l’interrogatorio reso il 10 dicembre 2015, Grigoli dichiara:

P.M. MARZELLA: L’ha riferito a CATALDO Lea, che è andata a dirlo a MESSINA DENARO Matteo: questo lei ritiene?
GRIGOLI: La collego, perché?
P.M. MARZELLA: Ho capito.
GRIGOLI: Gli spiego perché: perché GUTTADAURO Filippo mi ha mandato a me una ragazza che, a quanto pare, è parente della CATALDO e lavorava all’ufficio del ragioniere STALLONE.
P.M. PRINCIPATO: Cioè per farla lavorare?
GRIGOLI: Per farla lavorare; e lavorava lì, questa ragazza, che era laureata.
P.M. MARZELLA: E quindi?
GRIGOLI: Perché il ragioniere, cosa, LOMBARDO, mi scusi… quindi ho collegato un po’ tutto il discorso, perché questa di qua, di quello che ho saputo, la mamma dovrebbe essere o LUPPINO, o CATALDO, la mamma di questa ragazza.
P.M. MARZELLA: Va bene.
GRIGOLI: LUPPINO, forse, avete capito? LUPPINO.
P.M. MARZELLA: Ho capito.
P.M. PRINCIPATO: E come mai Matteo si interessa a questa cosa: perché aveva avuto un rapporto con questo?
GRIGOLI: No, ma l’ha detto come per dire, dice: “Chiidu si fa viriri con quella?”, come per dire, “Che fa queste cose?”, nel senso…

Durante un’ulteriore audizione del 27 aprile 2016, Grigoli conferma:

A.D.R.: Ho ricevuto altri messaggi provenienti da MESSINA DENARO con i quali mi veniva indicato di assumere determinate persone. In una circostanza, mi venne chiesto di assumere il fratello di STALLONE, nel 1999 circa; poi attraverso GUTTADAURO, il MESSINA DENARO mi chiese di assumere una ragazza di Campobello di Mazara che non assunsi direttamente, ma iniziò a lavorare presso lo studio del consulente LOMBARDO.

L’interesse, la conoscenza tra Messina Denaro e Floriana Calcagno si manifesta dunque ben prima della loro frequentazione più recente. La donna, come emerso dagli accertamenti, lavorò dal 18 gennaio 2006 al 30 aprile 2014 presso la “D & G Servizi alle Imprese” di Castelvetrano, studio di consulenza aziendale legato a Domenico Lombardo e Giovanni Quarrato.

Non si tratta, quindi, di semplici sospetti: le dichiarazioni incrociate, le testimonianze e i documenti contrattuali dimostrano che la relazione tra Calcagno e il capo di Cosa Nostra risaliva ad anni prima e che il boss si era personalmente adoperato per agevolarne il percorso lavorativo, prima ancora che diventasse un’insegnante.

La figura di Floriana Calcagno emerge dalle indagini come molto più di una conoscente occasionale. I tabulati, le telecamere e le dichiarazioni storiche raccontano la storia di un rapporto solido, consapevole e costruito su una rete di favori e coperture. Dalla raccomandazione per ottenere un lavoro all’accompagnamento in auto per trascorrere ore di libertà fuori dal covo, fino al pranzo condiviso in un ristorante affacciato sul mare di Petrosino. Il ruolo della professoressa appare come quello di una favoreggiatrice attiva, inserita pienamente nelle dinamiche relazionali e logistiche che garantivano al boss la possibilità di condurre, nonostante la latitanza, una vita "normale". 

 



STUDIO VIRA | 2025-04-09 10:50:00
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