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15/04/2025 19:49:00

Trapani, Anna Garuccio assolta: "Accusata per un post , dopo quattro anni finisce l’incubo"

Dopo quattro anni di processo, Anna Garuccio è stata assolta con formula piena dall’accusa di diffamazione aggravata presentata dall’assessore comunale Emanuele Barbara. Lo ha stabilito il giudice Marroccoli del Tribunale di Trapani, che ha pronunciato il verdetto nel pomeriggio del 15 aprile.

"I fatti risalgono al 2021, quando ero Consigliere Comunale", dichiara Garuccio, che ha scelto finora il silenzio sulla vicenda giudiziaria. "Oggi posso finalmente dire che il fatto non sussiste. Ringrazio il mio avvocato Giuseppina Stampa per l’eccellente lavoro: ha sezionato parola per parola il post incriminato, dimostrando che non c’era alcuna diffamazione".

La vicenda nacque da un commento social pubblicato dalla stessa Garuccio il 4 settembre 2021, in seguito alla caduta di un albero — un’eritrina — in piazza Vittorio Veneto, a causa del forte vento. Nel suo post, Garuccio criticava la mancata manutenzione del verde urbano, sostenendo che una corretta potatura avrebbe evitato l’effetto vela che ha causato il crollo. La consigliera aveva utilizzato alcune immagini postate in precedenza da Barbara, all’epoca social media manager del Comune, ma – precisa oggi – "mi ero anche premurata di cancellare il suo nome dal post. Non mi riferivo a lui, anche perché lo consideravo un amico".

Nonostante ciò, Barbara decise di sporgere denuncia. "In barba alla nostra amicizia, non ha esitato a querelarmi, senza nemmeno tentare un chiarimento", aggiunge Garuccio. Il giudice ha però accolto la linea difensiva dell’ex consigliera, confermando che nel post non vi era alcuna accusa personale.

"Oggi mi sento sollevata – conclude Garuccio – ma anche amareggiata. Questa vicenda apre una riflessione amara sulla politica: troppo spesso si cerca di eliminare un avversario non sui contenuti, ma a colpi di querele. Ho affrontato tutto in silenzio, ma non senza sofferenze e umiliazioni".

Una sentenza che chiude un lungo percorso giudiziario, ma riapre il dibattito sul ruolo della libertà di espressione nella politica locale e sull’uso dello strumento giudiziario come arma di delegittimazione.