×
 
 
15/04/2025 06:00:00

Da "innocente amante inconsapevole" a pedina della rete di Messina Denaro: chi è la prof Floriana Calcagno

 Floriana Calcagno, insegnante di matematica presso l’istituto “Ruggiero D’Altavilla” di Mazara del Vallo, è stata arrestata con l’accusa di favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza della pena. Una svolta clamorosa, ma forse non inattesa, nel mosaico giudiziario che continua a disegnare la rete di protezione che ha garantito trent’anni di latitanza al boss di Castelvetrano, Matteo Messina Denaro.

Calcagno era salita alla ribalta già nel gennaio 2023, pochi giorni dopo l’arresto del capomafia, quando si era presentata spontaneamente alla Procura di Palermo raccontando di aver avuto una breve relazione con un uomo che si era presentato come “Francesco Salsi”, presunto medico anestesista in pensione. “Una persona garbata, piacevole. L’ho frequentato per poco tempo. Quando ho capito chi era davvero sono sbiancata”, raccontò all’epoca, dichiarando di essere venuta a conoscenza dell’identità dell’uomo da uno dei suoi studenti.

 

Una versione che oggi appare smentita punto per punto da telecamere, pizzini, appunti e intercettazioni. Secondo il gip Filippo Serio, la professoressa era tutt’altro che un’ignara frequentatrice: sarebbe stata invece “una figura cardine del sistema di protezione” del boss. Una delle donne di cui Messina Denaro si fidava ciecamente, al pari di Laura Bonafede, l’insegnante già condannata per averlo aiutato a nascondersi.

Secondo gli inquirenti, Calcagno non solo era a conoscenza della vera identità del boss, ma lo accompagnava negli spostamenti, lo ospitava nella propria casa a Tre Fontane, e in alcune occasioni – come documentano le immagini delle telecamere – fungeva da staffetta per eludere i controlli. Alcuni dei loro incontri sono stati annotati dallo stesso Messina Denaro in un’agenda trovata nel covo di Campobello di Mazara, usando soprannomi come “Luce”, “Sbrighisi”, “Handicappata” e “Acchina”. Appellativi impiegati per mascherarne l’identità, e che tornano nei pizzini di Bonafede, intrisi di gelosia e risentimento: “Alle 11.40 ho visto Handicap che usciva dalla zona chiave con una Louis Vuitton sicuramente regalata da te”.

Tra giugno e luglio 2022, tre incontri scandiscono con precisione il ruolo operativo di Floriana Calcagno nell'aver favorito la latitanza del boss Matteo Messina Denaro. Non semplici appuntamenti: quelli del 23 giugno, del 6 e dell’8 luglio, documentati da intercettazioni, tabulati telefonici e immagini di videosorveglianza, disegnano con chiarezza l’identikit di una donna che agiva come fidata staffetta del capomafia. Il 23 giugno, data indicata su un “pizzino” con la parola in codice “LUCE”, entrambi si trovavano a Mazara del Vallo, vicino a una scuola del quartiere Mazara Due: le telecamere li riprendono in movimento con le rispettive vetture, la Fiat 500X della Calcagno e l’Alfa Romeo Giulietta del boss. Lei davanti, lui dietro, protetto da una sorta di scudo mobile che controllava la strada e segnalava eventuali pericoli, pattuglie o ostacoli imprevisti.

Quel giorno trascorsero oltre tre ore insieme, dalle 7:30 alle 10:50, in totale libertà e lontani dal covo. Il 6 luglio si replica: prima un incontro nel bunker di via CB31 a Campobello, poi il trasferimento – a distanza di pochi minuti l’uno dall’altra – nella residenza estiva della donna a Tre Fontane. Un rituale che si sarebbe ripetuto per tutta l’estate. Le immagini del sistema di videosorveglianza di un negozio adiacente mostrano Calcagno arrivare alle 11:30, scrutare la zona, lanciare uno sguardo al cortile e all’auto del boss prima di proseguire a piedi. Infine, l’8 luglio – la data chiave – l’ennesimo scambio: secondo gli investigatori, in quell’arco di quindici giorni Messina Denaro riuscì, grazie alla complicità della Calcagno, a ricevere denaro, materiale e altri strumenti ritenuti essenziali per mantenere la sua irreperibilità. Un mosaico di prove che tratteggia un rapporto ben più che sentimentale: un vero e proprio sodalizio logistico, discreto ma funzionale alla sopravvivenza della latitanza più sfuggente d’Italia.

Ma i rapporti della prof Calcagno con l’entourage mafioso non finiscono qui. È infatti nipote di Franco Luppino, boss di Campobello, ed è sposata con Paolo Del Santo, imprenditore arrestato per mafia e considerato anello di collegamento tra Messina Denaro e il sistema economico che lo proteggeva. Non solo: è cugina di Giuseppe Calcagno, altro favoreggiatore del boss, e frequentava la famiglia Bonafede, storica “famiglia di copertura” del superlatitante.

Floriana Calcagno lo scorso gennaio era stata raggiunta dalle giornalista Sandra Amurri per il programma di RaiTre "Lo Stato delle Cose" guidato da Massimo Giletti: ecco cosa aveva detto di fronte alle telecamere Rai.

Le indagini della DDA di Palermo, coordinate dal procuratore Maurizio de Lucia e dai magistrati Paolo Guido e Gianluca De Leo, descrivono un profilo ben diverso da quello fornito inizialmente dall’indagata. Una donna che – pur non avendo precedenti penali – si muoveva con disinvoltura in ambienti mafiosi, intrecciando relazioni sentimentali e logistiche che hanno avuto un ruolo tutt’altro che secondario nella protezione del capomafia.

Floriana Calcagno è stata arrestata il 13 aprile. Si aggiunge così alla lunga lista di insospettabili che, dietro una vita apparentemente normale, hanno custodito uno dei segreti più impenetrabili della criminalità organizzata italiana: il volto e la libertà dell’ultimo grande capo di Cosa nostra.

Un segreto che, ora, la giustizia continua a smontare un tassello alla volta.